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NELLO SPORT VINCE SEMPRE IL… SECONDO

L’azienda sul gradino intermedio del podio “trionfa”, mentre la prima aggiudicatrice, esclusa, fa ricorso: “nebbie” attorno i lavori per il Palazzetto di Lagonegro

Lagonegro, Palazzetto dello Sport: una situazione “nebbiosa” si è creata intorno all’operazione “Potenziamento strutture sportive a servizio del Lagonegrese”, ammessa a finanziamento dalla Regione Basilicata con la dgr 90 del 14 febbraio del 2017 a valere sulle risorse finanziarie attestate sull’Azione della linea “Nuove Azioni” del Piano di Azione Coesione Basilicata denominata “Infrastrutture e servizi sociali e per la comunità” per un importo di 2 milioni di euro , con un finanziamento ulteriore di 0,7 milioni di euro è stato, successivamente, attestato sull’intervento strategico “Progetti integrati per la riqualificazione e rigenerazione dei sistemi urbani e territoriali – impianti sportivi” – settore prioritario “Riqualificazione urbana e territoriale” del Patto per lo Sviluppo della Regione Basilicata. Con determinazione dell’Area Tecnica n° 246 del 17 agosto 2017, il Comune di Lagonegro ha aggiudicato definitivamente il servizio di architettura e ingegneria ad una azienda di Taranto, la D_Progetti Donati-D’elia, relativo all’intervento Ampliamento Palazzetto dello Sport, con punti (95,44) e con il ribasso del 37,25% sul prezzo e del 70% sul tempo e, pertanto, per l’importo netto di aggiudicazione, sull’importo a base di gara di €254.678,97, di €159.811,05, e il tempo di aggiudicazione, al netto del ribasso del 70% sul tempo a base di gara di giorni 60, di giorni 18. Ma, con successiva determinazione dell’Area Tecnica n° 11 risalente al 14 gennaio 2019, il Comune di Lagonegro ha proceduto alla modifica del contratto per il servizio di architettura e ingegneria, stabilendo che il corrispettivo da corrispondere fosse pari a 238.596,36 euro oltre Iva e contributi, anziché il precedente importo al netto del ribasso pari a 159.811,06 euro e ha stabilito nuovi termini per la consegna del servizio. Successivamente, con determinazione dell’Area Tecnica n° 319 del 29 maggio 2019 il Rup Buldo, approvando il progetto esecutivo nell’importo complessivo di €2.700.000,00 ha sottoscritto il relativo verbale di verifica. Verbale di verifica che risulterebbe precedente l’attribuzione della funzione di Rup al Buldo ai sensi dell’art.31 D.lgs n°50/2016 dei lavori per l’importo di € 2.700.000,00, la quale sarebbe avvenuta con Disposizione n° 3/2019, prot. 9270, del 10 giugno 2019. Successivamente, con la nota prot. n° 12001 del 5 agosto 2019, il Rup avrebbe espresso parere favorevole a procedere all’appalto dei lavori sulla base del criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa. Parere recepito totalmente dal Commissario Prefettizio e mandato al Responsabile dell’Area Tecnica affinché avesse poi provveduto all’affidamento dei lavori con succitato criterio. Nelle successive fase della procedura di aggiudicazione, assegnata con determinazione dell’Area Tecnica n° 493 del 12 settembre 2019, ad Asmel Consortile. In questo atto del 12 settembre, si afferma che il Buldo sarebbe stato di già profilato sul sistema Anac, quale operatore della Centrale di Committenza Asmel Consortile. In sostanza, si presume, il Buldo sia stato valutato da Asmel Consortile e sia stato iscritto alla piattaforma dell’Albo Esperti PA in qualità di competente funzionario operante all’interno dei Comuni soci Asmel, nonostante l’adesione all’Asmel del Comune di Lagonegro sia datata al 27 agosto 2019. In aggiunta, con determinazione del Comune di Lagonegro n° 99, del 06 marzo 2020, il responsabile dell’area tecnica ha dichiarato l’offerta dell’azienda di Tito Rti Kratos Elettromeccanica “anormalmente bassa”, procedendo all’esclusione della citata dalla procedura di affidamento per aver presentato “offerta non congrua” e proponendo di aggiudicare a favore della ditta seconda classificata “Costruzioni Generali”, che avrebbe presentato un’offerta con un ribasso del 3.333% e che non sarebbe risultata “anomala”. Dall’atto si evince come a tale determinazione Asmel Consortile sia giunta in conseguenza di sedute pubbliche e sedute riservate, tenutesi a partire dal 23 ottobre 2019, data dell’insediamento della Commissionee dell’esame delle istanzee della documentazione Amministrativa. In questo senso, non si avrebbe notizia dell’adeguata pubblicità, prescritta per legge, che si sarebbe dovuta dare ai verbali delle sedute riservate, così come non si avrrebbe contezza delle due relazioni riservate redatte dal Rup al quale è stato demandato l’espletamento della verifica di congruità, come previsto dal disciplinare di gara. Il tutto, concretizzatosi con una serie di atti compresi tra il 3 febbraio 2020 e il 27 febbraio 2020, in cui emergerebbe anche un altro dato “anomalo”, ovvero una altrettanto “anomala” ed “esponenziale” celerità nella produzione dei documenti richiesti. Ad esempio, il 3 febbraio 2020, il Presidente dell’Autorità di gara richiede al Rup una prima relazione riservata sui giustificativi e le integrazioni ai giustificativi trasmessi dall’impresa, in quanto tra i compiti espressamente attribuiti alla Commissione giudicatrice, non vi sarebbe quella della verifica dell’anomalia dell’offerta. Il giorno dopo, il 4 febbraio, il Rup trasmette la relazione riservata. Stessa storia, alcuni giorni dopo: il 10 febbraio 2020, ancora una volta, il Presidente dell’Autorità di gara avrebbe richiesto al Rup una una seconda relazione riservata sui giustificativi e le integrazioni ai giustificativi trasmessi dall’impresa, a cui avrebbe anche imposto la formulazione del giudizio sulla congruità dell’offerta. Il giorno dopo, l’11 febbraio 2020, il Rup ha quindi trasmesso al Presidente dell’Autorità di gara la relazione riservata con valutazione conclusiva di esclusione dell’impresa di Tito Rti Kratos Elettromeccanica. Il tutto è poi confluito in due sedute pubbliche relative alla gara indetta, avvenute il 14 e il 27 febbraio: il dato che sarebbe emerso da entrambi i verbali di gara, è l’esclusione dell’azienda di Tito, la cui offerta è stata giudicata, preso atto del citato “doppio” responso del Rup sulla congruità della stessa, dalla Commissione di gara non congrua, così come le giustificazioni prodotte dall’impresa titese non avrebbero permesso di superare il giudizio di anomalia dell’offerta presentata. Nella seduta del 27, l’ufficio tecnico avrebbe poi proposto lo scorrimento della graduatoria, con aggiudicazione provvisoria alla ditta seconda classificata “Costruzioni Generali”, che ha due sedi: una a Roma e l’altra… a Lagonegro. A gettar ancor di più “ombre” sull’intera faccenda, i cui contorni, come detto in incipit, appaiono per certi versi “nebbiosi”, l’azienda di Tito esclusa ha poi proceduto in seguito ad avviare le necessarie procedure per un ricorso, la cui cosa mette ancor di più in discussione il complessivo finanziamento alla struttura. Che l’esclusione possa non esser pienamente “oggettiva”, visto il ricorso? Ipotesi al momento senza fondamento, al contempo domande a cui è necessario rispondere, visto anche il ritardo notevole nell’evoluzione della gara bandita a settembre 2019 e, otto mesi dopo circa, ancora incerto. A questo, si aggiunga che, con determina risalente al 20 giugno 2019, l’Ufficio gestione Regimi di Aiuto, Infrastrutture Sportive, Culturali ed Ambientali ha modificato le scadenze relative all’operazione fissando, tra gli altri, al 31 ottobre 2019, il termine ultimo per l’assunzione degli impegni giuridicamente vincolanti, ovvero in relazione all’appalto principale. In questo senso, i termini assegnati non sono più prorogabili e che, com’è facile evincere, il primo di essi non è stato rispettato. Insomma, il finanziamento del Palazzetto dello Sport è a rischio: perché il ritardo? Un ipotesi di danno non solo di carattere economico, ma anche sociale, come giustamente indicato dal presidente della Rinascita Volley di Lagonegro Carlomagno, blasonato team della disciplina ed una delle primissime realtà sportive lucane per importanza, che nei giorni scorsi aveva sottolineato proprio l’assenza sul territorio lagonegrese, dopo la tragedia al PalaAlberti di Lauria, di strutture adeguate per ospitare il team, costretto probabilmente ad “emigrare” altrove.

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