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CASTELGRANDE: SERVIZIO CIVILE TRA LE STELLE

Per 12 mesi i ragazzi hanno imparato dal ricercatore russo Sergei Schmalz

Per i ragazzi di Castelgrande una esperienza unica nell’ambito del Servizio Civile che porta il nome: “Tra cielo e terra alla scoperta di Castelgrande”, che li ha visti impegnati accanto all’astronomo russo Sergei Schmalz per 12 mesi. Li abbiamo raggiunti in una serata del corso, iniziata alle ore 22:00 per una lezione sull’osservazione da remoto del cielo, dei detriti spaziali e degli astri. «Abbiamo cominciato con l’Astronomia generale, per proseguire con i corpi minori, quali asteroidi e comete -spiega Sergei- e poi lo studio della Terra, il Sistema solare, le Galassie le stelle, fino all’astroinformatica, con la scrittura di script con cui collegarci ad una specifica pagina web. Parleremo ancora dell’Astronomia sociale, delle Conferenze astronomiche e molto altro. Dal cielo di Castelgrande è possibile osservare almeno 20.000 oggetti artificiali mentre quelli naturali sono davvero miliardi». Nel corso della serata il ricercatore Sergei, a lavoro ormai da tempo presso l’Osservatorio fiore all’occhiello del piccolo comune lucano, ha spiegato il funzionamento di alcuni programmi specifici della Rete ISON, strutturati interamente in inglese, come si programma da remoto, come si rilevano le temperature degli strumenti in gradi Kelvin, ha aperto la cupola dell’Osservatorio di Toppo di Castelgrande a distanza e con la sincronizzazione la cupola è ruotata di pari passo con il telescopio. La camera per l’osservazione della cupola in cui è inserito il telescopio usa luce infrarossa, che viene poi spenta per catturare al meglio le immagini. Nel corso della serata è stato osservato lo “stadio superiore” -come si dice in gergo- di un razzo americano, ovvero un serbatoio che contiene il propellente per portare il razzo in orbita. Ma come funziona tecnicamente l’osservazione da remoto? «Comprende la cupola con il telescopio che si trova al Toppo di Castelgrande e due computer, un computer di controllo con cui il telescopio la cupola e la fotocamera vengono appunto controllati – spiega l’astronomo con un italiano ormai fluente- e poi il secondo computer per l’elaborazione delle immagini. Lavorando da remoto non è necessario recarsi presso l’Osservatorio ovviamente, ma basta usare il computer e la connessione internet». Un lavoro estremamente tecnico, complicato e complesso, che ha schiuso il buio sulle meraviglie dell’universo con l’osservazione di asteroidi e stelle da uno di cieli migliori d’Italia per qualità di osservazione.

 

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