
“La storia che mi ha colpito di più? Quella di una bimba di 8 anni che ha attraversato il deserto da sola, è stata violentata, picchiata, è naufragata e dopo un anno e mezzo è riuscita ad arrivare a Lampedusa. Quando le ho chiesto perché fosse venuta in Italia da sola mi ha detto: ‘Sono venuta a cercare la mia mamma’. Le ho chiesto dove si trovasse, e lei mi ha risposto che sapeva solo che la mamma si trovava in Europa”
Pietro Bartolo, medico a Lampedusa
Ora che perfino Salvini ha ammesso che la storia dei 500mila clandestini era una balla.
Ora che perfino Salvini ha ammesso che i clandestini in Italia “sono meno di 90mila” (cioè meno di un concerto di Vasco) “e non le centinaia di migliaia che temevo”: parole sue.
Ora che perfino Salvini ha ammesso che, per giunta, di quei 90mila solo una parte si trova in Italia, e che 268mila sbarcati negli ultimi anni hanno poi raggiunto altri Paesi.
Ora che perfino Salvini ha ammesso, dati alla mano, che gli sbarchi sono crollati ben prima che arrivasse lui al ministero (-80% nella prima metà del 2018).
Ora che perfino Salvini ha ammesso che la sua promessa di rispedirne casa 100 al giorno era solo una balla elettorale, visto che ha ammesso di rispedirne a casa 18 al giorno (cioè meno di Gentiloni che ne rimpatriava 19,6 al giorno e meno di Monti che ne rimpatriava 20,1 al giorno).
Ora che perfino Salvini e il governo hanno scritto nel DEF (a pagina 36) che l’Italia ha bisogno di 165mila nuovi immigrati ogni anno per evitare il collasso del sistema pensionistico.
Ora che insomma tutta questa enorme balla è stata sgonfiata dal suo stesso creatore: possiamo tornare a essere umani?
Possiamo smetterla con questa isteria collettiva? Possiamo smetterla di comportarci da bestie e di scaricare su queste persone tutte le nostre frustrazioni personali?
Possiamo tornare a giudicare gli esseri umani persona per persona, comportamento per comportamento, condotta per condotta, e non in blocco razza per razza, o categoria per categoria?
A giudicarli e condannarli dopo che abbiano commesso qualcosa e non prima solo perché colpevoli di essere poveri, neri o stranieri?
Possiamo tornare a guardare la trave nel nostro occhio anziché la pagliuzza in quello degli altri?
Possiamo tornare a ricordarci che siamo noi a evadere ogni anno 190 miliardi? Che siamo noi a togliere ogni anno questa montagna di denaro ai terremotati, alle scuole, agli ospedali, alle strade, ai disoccupati, alla sicurezza, ecc.?
Possiamo tornare a ricordarci che siamo sempre e solo stati noi a metterci le bombe a vicenda e a farci saltare in aria a vicenda?
Che siamo noi a dominare il mercato della droga, delle estorsioni, di ogni mercato illegale e che siamo noi i capi di Cosa Nostra, della Ndrangheta, della Scu, della Camorra?
Che siamo noi ad aver creato il terzo debito più grande del pianeta?
Che siamo noi a detenere il record della corruzione in Europa?
Che siamo noi a detenere il record nell’Ocse per giovani che emigrano?
Che le leggi che non fanno rimanere in carcere gli immigrati criminali e gli italiani criminali le abbiamo fatte noi?
Che le persone che salvano le persone sono da sempre, evangelicamente, cristianamente, laicamente, semplicemente buone?
E che la bontà è un valore, non un crimine?
Possiamo tornare a parlare dei veri problemi del Paese di cui noi siamo e siamo sempre stati responsabili, senza nasconderci più dietro il dito dei migranti che sono sempre esistiti e sempre esisteranno?
Possiamo provare a salvarci? Magari prima che sia troppo tardi?