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MORTE MARIA UNGUREANU, CRIMINOLOGA URSULA FRANCO: NON C’È PIÙ NULLA DA SCOPRIRE, È ORMAI UN CASO CHIUSO

Dal gennaio 2019 sono indagati per violenza sessuale i genitori di Maria Ungureanu, Andrea Elena e Marius. I coniugi Ungureanu sono difesi dall’avvocato Fabrizio Gallo, del team difensivo fanno parte la nota biologa Marina Baldi e la ancor più famosa psicologa Roberta Bruzzone

Maria Ungureanu è affogata nella piscina incustodita di un resort di San Salvatore Telesino, il 19 giugno 2016.

Dal giugno 2016 al gennaio 2016, Daniel e Cristina Ciocan sono stati indagati dalla procura di Benevento rispettivamente per violenza sessuale e omicidio e per omicidio. Nel gennaio 2019 la procura ha richiesto l’archiviazione per i due fratelli e la posizione di Cristina, che quella sera era in compagnia del fratello, è stata stralciata.

Dal gennaio 2019 sono indagati per violenza sessuale i genitori di Maria Ungureanu, Andrea Elena e Marius. I coniugi Ungureanu sono difesi dall’avvocato Fabrizio Gallo, del team difensivo fanno parte la nota biologa Marina Baldi e la ancor più famosa psicologa Roberta Bruzzone.

In merito alla posizione dei genitori di Maria Ungureanu, già il 5 giugno 2017, i giudici del Tribunale del Riesame di Napoli si erano espressi così: “ (…) sospetti molto inquietanti gravano proprio sui genitori della bambina, almeno per ciò che concerne gli abusi sessuali (…)”. E, sempre riguardo alla posizione dei genitori, il 19 dicembre 2017, i giudici della Corte Suprema di Cassazione avevano così concluso: “(…) omissione da parte del PM della valutazione probatoria in relazione all’accertata presenza di liquido seminale del padre della vittima sulla maglietta/reperto 27 (…) il pregiudizio aveva ispirato l’indagine e che un “colpevole” era stato suggerito fin dall’inizio dalla madre della bambina che aveva espresso labili sospetti sul Ciocan; che anzi sospetti molto inquietanti gravano proprio sui genitori della bambina, almeno per quanto concerne gli abusi sessuali (…) come fossero state trascurate importanti ipotesi investigative e come ci si fosse fidati senza alcun controllo delle dichiarazioni rese da Marius Ungureanu, pur a fronte di elementi preoccupanti quali le tracce di sperma appartenenti al predetto rinvenute su una maglietta e su una copertina sequestrate e il tenore di alcune conversazioni registrate (…)”.

Ancora una volta abbiamo sentito sul caso la criminologa Ursula Franco consulente dell’avvocato Salvatore Verrillo che difende Daniel Ciocan.

La dottoressa Franco già nel luglio 2016 aveva dichiarato pubblicamente a Fanpage che Daniel e Cristina erano estranei ai fatti e che Maria non era stata uccisa. La Franco ha recentemente replicato ad alcune illazioni che circolano su un possibile coinvolgimento della bambina in un giro di prostituzione minorile: “È una grande sciocchezza, coloro che si fanno portavoce e/o megafono di queste voci sono nemici della verità. La gente chiacchiera e per ansia di protagonismo riferisce ai propri interlocutori notizie stupefacenti, a volte queste chiacchiere vengono intercettate nel corso di un’indagine ma restano chiacchiere. Non c’è nulla negli atti giudiziari relativi al caso Ungureanu che possa supportarle. Chi si è espresso su un giro di prostituzione minorile si rimangerà tutto quando verrà interrogato in procura”. Nel giugno 2018, un medico legale, anch’egli nominato dalla procura di Benevento, il professor Francesco Introna, in una nuova consulenza, ha confermato ciò che la criminologa Franco sostiene ormai da quasi tre anni, ovvero che Maria non è stata uccisa:

“la causa del decesso (di Maria) debba attestarsi in morte asfittica rapida per annegamento e, segnatamente avendo escluso la ricorrenza a favore di una ricostruzione diversa e compatibile con l’azione causale contestata agli indagati, tanto in considerazione dell’assenza di lesioni contusive a livello del capo e degli arti e pertanto dell’assenza di segni di combattimento con l’acqua o in acqua”

– Dottoressa Franco, cosa c’è ancora da scoprire in questo caso giudiziario?

Non c’è più nulla da scoprire. È ormai un caso chiuso. La verità è negli atti d’indagine e nelle motivazioni delle sentenze del Riesame e della Cassazione. Nella mia consulenza, datata 27 marzo 2017, ci sono il nome di chi abusava della bambina e quello della ragazzina che si trovava con Maria la sera che affogò; io non ho altro da aggiungere. Per quanto riguarda il povero Daniel, è venuto il momento che torni a condurre una vita normale, perché non solo non è suo lo sperma trovato sulla maglietta in uso esclusivo a Maria e sulla coperta del suo lettino, ma il Ciocan non incontrò più la Ungureanu dopo averla accompagnata a casa intorno alle 20.00 del 19 giugno 2016, né si trovava a San Salvatore Telesino quando la bambina affogò, le analisi effettuate sulle celle telefoniche e sul GPS parlano chiaro, Daniel era a Castelvenere. I fatti sono immarcescibili, non cambiano con il passare degli anni.

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