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SI RESPIRA, SEMPRE PIÙ, AREA PESANTE, CARICO DI ODIO E DISCRIMINAZIONE, OVUNQUE, ANCHE NEI TRENI

Un appello ai tanti trentini per bene lo vorrei fare. Non fatevi strumentalizzare. Non fatevi usare e, soprattutto, non lasciate che vi rendano razzisti come loro.
Resistiamo insieme stando dalla parte della giustizia, dell’amore, dell’umanità. Le difficoltà si superano nell’unione e con amore!

Buona lettura di riflessione condivisa

“SI RESPIRA, SEMPRE PIÙ, AREA PESANTE, CARICO DI ODIO E DISCRIMINAZIONE, OVUNQUE, ANCHE NEI TRENI”

(Importante: leggere tutto o lasciare stare)

Sono in viaggio da Trento verso Reggio Emilia dove domani incontrerò un gruppo di studenti durante un’assemblea d’istituto presso l’Istituto Moro.

 

Salendo nel treno, ho sùbito iniziato a respirare malissimo causa una bruttissima situazione che stava vivendo un fratello africano, nero! Ci ho pensato molto prima di raccontarvi questo fatto e mi sono convinto che fatti di questo tipo vadano denunciati.

Vi era, nel treno RegV2261 (Brennero – Bologna) delle 15.10, un utente, un cliente, un viaggiatore, africano, nero, semplicemente una persona in viaggio come tanti. Il capotreno gli stava urlando, tentando di trascinarlo, e minacciandolo, come in un circo dove gli spettatori, sempre più avidi di sangue, più delle belve, stavano osservando con occhi e sguardi compiacenti e compiaciuti.

Lì per lì ho pensato, sbagliandomi e di tanto :-(: “Sarà l’ennesimo richiedente di asilo, in viaggio senza biglietto!”. Mi sono trovato un posto, ho appoggiato la mia chitarra, lo zainetto, la giacca e mi sono seduto e quasi mi sono tappato le orecchie per non ascoltare ed assistere all’ennesimo atto di discriminazione che sembrava a sentire da lontano le spiegazioni del viaggiatore.

Non ho fatto nulla e non ho detto nulla, un pò perché tutto avveniva alla fine della prima carrozza, io essendomi seduto proprio all’inizio, nella seconda fila di sedie.
Il treno è ripartito e dopo la ripartenza da Rovereto il capotreno è tornato alla carica, ancora più agguerrito.

Destino poi ha fatto che venisse – il controllore – a sedersi dietro di me, attaccando una conversazione con 3 viaggiatori, ignoranti uno più dell’altro da notarsi a km, peggio dei leoni da tastiera. Ascolto con attenzione il suo racconto e loro che cominciano a sbavare ed a dire delle nefandezze.

Mi sono sentito molto a disagio ma non sapevo come intervenire.

Avvicinandoci ad Ala, la stazione di destinazione dello sfortunato viaggiatore, quest’ultimo si è fatto coraggio, alzandosi dal posto che occupava ed è venuto all’inizio della carrozza, chiedendo al controllore di dargli indietro la sua tessera. L’ha supplicato, l’ha pregato, l’ha chiamato “capo” ma per il controllore lui era un lurido peccatore e con l’aggravante di non avere un biglietto.

Il viaggiatore che, per comodità e semplicità, mi permetto di chiamare “il ragazzo” avrà avuto massimo 25 anni e purtroppo con un vocabolario italiano molto limitato ma abbastanza da spiegarsi.

Egli stava supplicando il controllore di prendere la macchinetta per controllare il fatto che lui abbia o meno passato la tessera a scalare alla macchinetta alla stazione di partenza.

Il controllore continuava a trattarlo male e non gli voleva dare indietro la tessera.

Circa i 3 signori, meglio non riportare le oscenità e nefandezze che stavano dicendo contro questo ragazzo in difficoltà, impaurito di perdere tessera e magari non riuscire neanche a scendere.
Beh, a questo punto, con cortesia mi sono alzato e girato verso il controllore mettendomi tra lui ed il ragazzo e sono nella discussione chiedendo se potessi in qualche modo essere utile. Insomma, ho cercato di mediare, pronto a pagare magari il biglietto se necessario.

Purtroppo, mi hanno fatto capire che il mio aiuto non era richiesto e che il ragazzo era colpevole in quanto non in possesso di biglietto, aggiungendo che in ogni caso lui quella tessera non l’aveva passata alla macchina per scalare il costo della corsa.

Ho provato a chiedere al ragazzo, in inglese, la propria versione e mi ha spiegato che aveva validato/convalidato la tessera per il viaggio ma che il controllore non voleva tirare fuori la macchinetta per controllare la validità del suo titolo di viaggio.

Ho chiesto allora al controllore di farmi vedere la tessera e di controllarla in mia presenza e sotto gli occhi di tutti, io pronto a scusarmi e magari magari e aiutare per una soluzione. Il ragazzo continuava a giurare di essere a posto. Il controllore ha finalmente tirato fuori la tessera ed ha cambiato versione dicendo che il viaggiatore avrebbe dovuto avere una stampa della ricevuta rilasciata dalla macchinetta al momento della convalida. Gli ho chiesto, con insistenza e gentilezza ma con fermezza, di prendere la macchinetta di controllo e fare quella semplicissima operazione di controllo ma, alla fine, ha ammesso di non averla con se. A questo punto impossibile di verificare la tessera. Non ce l’aveva proprio la macchinetta.

Mentre insistevo spiegando a lui ed a tutti i curiosi che, in realtà il ragazzo il biglietto ce l’aveva, e che era il controllore a non essere in regola, quest’ultimo ha fatto una telefonata dicendoci poi che era tutto a posto, che il viaggiatore era a posto e che poteva andarsene.

Il signore, il ragazzo, l’utente, il cliente o chiamatelo come volete, l’essere umano e persona come tutte le altre persone in questo treno, finalmente ha potuto riavere la tessera e scendere, senza ovviamente le scuse del capotreno.

Ho voluto comunque, un’altra volta, parlare ad alta voce e spiegare a tutti quei curiosi, assetati di sangue e odio, ma anche alle tante persone per bene che assistevano a questo spettacolo indecoroso che era tutto a posto, che il ragazzo aveva il biglietto e che tutta questa rabbia e odio contro il prossimo era frutto di una cattiva politica.

Vorrei fare una riflessione prima di concludere questo post. Il neo presidente, leghista, della Provincia Autonoma di Trento, ha deciso, sulla scia della politica di Roma:
– di cancellare i corsi di lingua italiana ai richiedenti di asilo ospitati in Trentino.
– di togliere la tessera di trasporto – credo abbiano lasciato solo qualche corsa al mese – ai richiedenti di asilo e regalarlo invece a pensionati over 70, senza neanche un criterio di reddito, temo.
– di depotenziare massimamente il percorso di inserimento ed integrazione nella vita della Provincia, i pochi richiedenti di asilo ospitati nel Trentino.

Temo davvero che, alla luce di quanto sopra, sempre più spesso si assisterà a scene di questo tipo che hanno come solo scopo creare odio!

Un appello ai tanti trentini per bene lo vorrei fare. Non fatevi strumentalizzare. Non fatevi usare e, soprattutto, non lasciate che vi rendano razzisti come loro.
Resistiamo insieme stando dalla parte della giustizia, dell’amore, dell’umanità. Le difficoltà si superano nell’unione e con amore!

PS: sono convinto che questo controllore non sia realmente ciò di brutto che fatto vedere. Manca comprensione in questa società di oggi. Manca amore! Manca pazienza e ascolto! 

di Jonh Mpaliza
#RestiamoUmani 

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