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L’itinerario turistico Montefeltro, terra della Gioconda, prevede l’istallazione di diversi vista point, nel territorio del Montefeltro che fa da sfondo al celebre dipinto leonardesco

Montefeltro Vedute Rinascimentali – il progetto La storia comincia da un casuale ingrandimento fotografico che suggerisce una singolare somiglianza tra

Montefeltro Vedute Rinascimentali – il progetto

La storia comincia da un casuale ingrandimento fotografico che suggerisce una singolare somiglianza tra alcuni paesaggi del Montefeltro e quelli dipinti da Piero della Francesca nel Dittico dei Duchi di Urbino conservati agli Uffizi, da molti e per molti anni considerati come paesaggi ideali.
Da qui iniziano la ricerca e le sorprendenti scoperte delle due urbinati Rosetta Borchia, artista e naturalista, e Olivia Nesci, geomorfologa, docente all’Universitá degli Studi di Urbino.

“Quelli che s’innamorano della pratica senza scienza sono come quei nocchieri che entrano in naviglio senza timone e senza bussola, che mai hanno certezza di dove si vadano. Sempre la pratica deve essere edificata sopra la buona teoria, della quale la prospettiva é guida e porta, “e senza questa nulla si va bene“
Leonardo da Vinci (Trattato della Pittura)

La zona del Montefeltro, nelle Marche, al confine con l’Emilia Romagna, comprende il territorio tra Pesaro e Urbino. È famosa in tutto il mondo per gli scenari naturali di grande bellezza e fascino, tanto che è stata definita ‘la valle più bella d’Italia’. Un tempo ne facevano parte anche l’Emilia Romagna, la Toscana e parte della Repubblica di San Marino.

Ed è proprio il Montefeltro ad aver ispirato famose opere di celebri pittori del Rinascimento come Leonardo da Vinci e Piero della Francesca.


Se da una parte alcuni storici dell’arte ritenevano si trattasse di paesaggi immaginari, altri hanno cercato di collocarli geograficamente. Le studiose Rosetta Borchia e Olivia Nesci, definite “cacciatrici di paesaggi”, li hanno ritrovati nel 2007 proprio nel Montefeltro. Dai risultati delle loro ricerche emerge che è proprio tra i picchi e le rupi calcaree della Valmarecchia e le dolci colline della valle del Metauro che sono stati ambientati i più grandi capolavori dei due Maestri.
Nel 2008 le due ricercatrici hanno fatto una scoperta sensazionale: hanno ritrovato il paesaggio della Gioconda, collocato tra Romagna, Marche, Toscana e Umbria. Grazie alla tecnologia informatica, il territorio è stato analizzato con l’utilizzo di droni, che hanno permesso di effettuare voli ad alta quota per osservare il territorio con lo stesso punto di vista dei grandi pittori.
Nel 2012 è le due ricercatrici hanno pubblicato il libro Il Codice P, atlante illustrato del reale paesaggio della Gioconda, con la dimostrazione fotografica che i luoghi della Gioconda sono esistiti davvero e che sono tuttora visitabili.


Da questa scoperta è nato “Montefeltro Vedute Rinascimentali”, un progetto di grande interesse storico, culturale e turistico che ha permesso di sviluppare nuove forme di turismo culturale che, attraverso la creazione di percorsi artistici e paesaggistici, uno staff di esperti e guide preparate, portano i viaggiatori all’interno dei “paesaggi misteriosi” delle celebri opere d’arte esposte nei più importanti musei del mondo.

L’itinerario turistico Montefeltro, terra della Gioconda, prevede l’istallazione di diversi vista point, nel territorio del Montefeltro che fa da sfondo al celebre dipinto leonardesco

Attualmente ne sono stati realizzati due nella zona di Pennabilli (Rn): al Roccione al Monte Costagrande.

Questi primi due punti di osservazione raffigurano la parte destra del celebre dipinto esposto al Louvre di Parigi, in particolare il primo tassello in basso mostra la zona del ponte sul fiume Marecchia e l’abitato di Pennabilli.


L’avventura era iniziata con l’individuazione di un primo elemento del fondale che è alle spalle di Federico da Montefeltro nel Dittico dei Duchi di Urbino di Piero della Francesca, esposto alla Galleria degli Uffizi di Firenze, che vede come sfondo la vallata del fiume Metauro nel territorio dell’antico Ducato di Urbino.

Per l’eccezionalità della scoperta, Rosetta Borchia, pittrice ed esperta di paesaggi d’arte, ha dato inizio a una serie di ricerche storico-artistiche che, insieme alle indagini scientifiche di Olivia Nesci, geomorfologa dell’Università di Urbino ed esperta del paesaggio fisico, ha portato al riconoscimento di tutti gli sfondi del Dittico.

I fondali rappresentati, infatti, riconducono ai paesaggi che Piero incontrava negli abituali percorsi che dalla sua Sansepolcro lo portavano alle Corti di Urbino e di Rimini.


L’itinerario turistico “I balconi di Piero” oggi comprende spazi panoramici e piccoli belvedere disseminati lungo le due strade che l’artista percorreva per raggiungere i propri committenti tra Urbinoe Rimini, paesaggi ancora intatti che è possibile ammirare grazie a punti di avvistamento culturale, con pannelli didattici in cui sono riprodotte le opere.

Sette sono i balconi su sette sfondi d’arte che creano un museo diffuso tra valli, colline, rupi e alti rilievi: Il dittico dei Duchi di Urbino, Ritratto di Federico da Montefeltro; Il Dittico dei Duchi di Urbino, Ritratto di Battista Sforza; Il dittico dei Duchi di Urbino, I Trionfi; San Gerolamo e un devoto; La Resurrezione; Il Battesimo di Cristo e La Natività.

Domenico Leccese 

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