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PROCESSO AD AURELIO PACE PER FALSO, TRUFFA E PECULATO

POTENZA. Il presidente della Commissione regionale dei Lucani nel mondo, Aurelio Pace, non ha presenziato ieri alla conferenza stampa sulla

POTENZA. Il presidente della Commissione regionale dei Lucani nel mondo, Aurelio Pace, non ha presenziato ieri alla conferenza stampa sulla cerimonia di premazione che si terrà domenica per la premiazione dei Lucani insigni del 2017, da lui stesso scelti insieme al presidente del Consiglio regionale, Franco Mollica che invece era presente come organizzatore dell’evento.
L’assenza di Pace non è stata una mera causalità. Qualcuno ha malignato che, dopo la recente maretta sulla mancata staffetta alla presidenza del Consiglio, l’assenza fosse da imputare quale segno di dissenso. In realtà Pace ieri mattina è stato avvistato al Tribunale di Potenza presso il quale si celebrava, tra l’altro, il processo a carico suo e di altri quattro ex colleghi consiglieri provinciali, Giuseppe Di Leo, Gerardo Ferretti, Tommaso Gammone e Donato Sperduto, per la “scontrinopoli” alla Provincia di Potenza.
L’accusa per un rappresentate delle Istituzioni qual è Aurelio Pace, è di quelle pesanti: falsità ideologica, truffa e peculato.
Per i reati citati le pene sommate possono arrivare anche a 15 anni di reclusione. Basti pensare che per il solo peculato la pena più arrivare a 10 anni.
Come attività dibattimentale era prevista l’escussione di due testimoni. I quali, però, non si sono presentati al processo. Per questo il collegio giudicante presieduto da Rosario Baglioni ha in primis sanzionato gli assenti con un’ammenda di 500 euro ciascuno, disponendo contestualmente l’accompagnamento coatto per la successiva udienza, e poi rinviato il processo.
Pace è stato rinviato a giudizio dal Gup Spina a marzo del 2016, quando già rivestita l’incarico di consigliere regionale. Stando all’inchiesta della Procura di Potenza, che concluse le indagini nel 2015, la gestione finanziaria dei rimborsi alla Provincia era molto “allegra”.
Nello specifico gli inquirenti hanno messo nel mirino i rimborsi percepiti dai consiglieri provinciali e dai gruppi consiliari dell’Ente tra il 2011 e il 2012.
Verificando, pertanto, quanto messo a rimborso da Pace nei due anni dell’ultima consiliatura, prima cioè della riforma del Governo. Per gli imputati le contestazioni dell’accusa riguardano rimborsi benzina gonfiati, pranzi e cene tra conoscenti fatte passare come incontri politici, consulenze sospette e strane spese di vario genere quali quelle di rappresentanza, organizzazione eventi, pubblicità e servizi per trasferta. Nel caso di Pace anche di tabacchi.
Negli atti del fascicolo di indagine c’è, per esempio, un documento che ri riferisce a «plurimi episodi di malversazione di denaro pubblico compiuti da alcuni componenti dell’amministrazione provinciale di Potenza, indicati come responsabili dell’indebita percezione di denaro per rimborsi spese varie e gettoni di presenza segnalati come non spettanti».
In uno dei verbali redatti, invece, dalla Guardia di Finanza e consegnati agli inquirenti, si legge di «documentazione fiscale mancante, ovvero non leggibile, ovvero mancante della descrizione dei beni/servizi acquistati; acquisti di beni destinati al consumo del personale interno all’ente provincia, ovvero di carattere strumentale senza finalità di rappresentanza; spese inerenti la ristorazione, avvenute in orari notturni, poco afferenti la normale attività istituzionale; spese, sostenute principalmente per ristorazione, senza alcun riferimento all’attività istituzionale». O come la storia di un pc preventivato, portato rimborso e mai però acquistato, come ha dichiarato il titolare del negozio di informatica. Insomma Pace ambisce ancora alla presidenza del Consiglio, evidentemente per un capriccio, ma questo suo desiderio, in questo particolare momento, è davvero opportuno esaudirlo?

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