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CRISI LEGA LUCANA: MARTI A RAPPORTO DA SALVINI

La mancanza di lucidità nella gestione dello strappo in Giunta acuita dai guai giudiziari del Commissario

Ore fatali queste per il destino della Lega lucana. Destino che verrà stabilito al di fuori dai confini regionali: a Roma. Il Carroccio di Basilicata, se fosse una canzone, sarebbe la pietra che rotola, senza una direzione di casa, dall’alto dell’oltre 19% raccolto alle regionali del marzo dell’anno scorso. Se fosse un paradosso, invece, sarebbe il gatto nella scatola per cui non è possibile affermare se sia in salute o sia in sfacelo, poichè entrambe le condizioni non sono degli stati puri, ma, come sosterrebbe Schrodinger, stati «miscelati con uguale peso». Il limbo tra il baratro e la luce, tuttavia, sta per terminare. Domani l’incontro decisivo tra il Commissario regionale Roberto Marti e il leader nazionale del partito, Matteo Salvini. Marti, però, nella Capitale è anche in altre faccende affaccendato. Se i “suoi” della Basilicata hanno le orecchie sui binari per cercare di comprendere quale “carico di meraviglie” sia in arrivo da fuori regione, lui col bicchiere sulla porta della commissione del Senato per le autorizzazioni a procedere, tenterà di cogliere l’esito sul placet o meno alla pratica che lo riguarda relativa all’inchiesta della Procura di Lecce. Il pugliese Marti avrà la testa impegnata a metà tra lo spiegare a Salvini le fibrillazioni della Lega lucana, e per la restante parte impensierita dalle possibili vicissitudini giudiziarie. Se all’assessore regionale all’Agricoltura Fanelli e al capogruppo consiliare Coviello, poco interessa degli stravolgimenti progettati dal governatore Bardi, che è tornato a bomba persino sul declassamento della Stazione unica appaltante a “suo” ufficio, Salvini potrebbe, al contrario, approvare la condotta dell’assessore Merra che al Riordino della napoletanizzazione della Regione si è fermamente opposta, circostanza che ha causato lo strappo nel partito a seguito della Giunta di lunedì scorso. Ciò a livello valutativo, perchè a Salvini da Marti saranno riportate le compagini delle varie fazioni, ma non sarà sciolto il rebus: se la Lega dovrà fare la voce grossa col governatore e Forza Italia, a chi affidare l’onere? Il cavallo senza briglie, corre dove vuole e la Lega lucana attualmente è una mandria. Sarebbe anche facile per il navigato Salvini ristabilire ordine nella dialettica della coalizione, ma senza l’unità a più riprese invocata da Marti, basti pensare che il massimo della critica opposta da Fanelli ai dubbi di Merra e Zullino sul Riordino di Uffici e Dipartimenti, è stato, “a me, nulla hanno toccato”, comunque la rottura interna del partito sarebbe solo rinviata e anche di poco. Risedersi al tavolo con gli alleati per riassestare gli equilibri di forza, rimpasto interno di Giunta con cambio degli assessori Lega o lasciare tutto invariato considerando l’impossibilità di porre limiti e vincoli ai dissidi interni dei leghisti lucani. Se il Commissario regionale Marti è intenzionato ad abbandonare l’incarico, anche per Salvini non si può escludere la tentazione di lasciare al proprio destino la Lega lucana: tutto invariato è opzione molto quotata. Del resto Salvini non è del tutto esente da colpe: quando sul “Carroccio” dei vincitori, come era quello dell’anno scorso, si permette di salire a di ogni, di ogni bisogna aspettarsele. La forza del centrodestra regionale è stata la Lega e come da contrappasso i problemi del centrodestra lucano, a livello politico, sono tutti interni proprio alla Lega

Ferdinando Moliterni

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