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Donatello Genovese: L’AVVOCATO MODERNO E LE GIURISDIZIONI SUPERIORI

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L’AVVOCATO MODERNO E LE GIURISDIZIONI SUPERIORI

L’esplosione dell’emergenza epidemiologica da Covid-19 impone di dover fare i conti, una volta per tutte, con alcuni anacronismi che caratterizzano l’organizzazione giudiziaria, con particolare riferimento alle cosiddette “giurisdizioni (o magistrature) superiori”.

Preciso subito che in questa sede non affronterò la tematica del processo penale, che presenta rimarchevoli peculiarità, legate soprattutto alla garanzia della difesa orale dell’imputato e alla funzione del processo, che è teso all’affermazione di una responsabilità (quella penale) che incide pesantemente sui diritti di libertà dell’individuo.

Nel restante ambito, peraltro, è possibile generalizzare soltanto per sommi capi, poiché esistono magistrature superiori che celebrano il processo avvalendosi di strumenti telematici (il Consiglio di Stato, il Consiglio di Giustizia Amministrativa della Regione Siciliana e la Corte dei Conti), ed altre (Corte di Cassazione in sede civile, Tribunale Superiore delle Acque, Corte Costituzionale) che ancora utilizzano i tradizionali strumenti cartacei.
Nel processo dinanzi alle magistrature superiori sono individuabili due fasi fondamentali: la fase introduttiva, consistente nella redazione, nella notifica e nel deposito del ricorso e del controricorso e dei relativi documenti; la fase decisionale, consistente nel deposito di memorie illustrative, nella discussione orale della causa e nella successiva decisione.

Sezioni Unite CASSAZIONE PENALE

A volte tra le due fasi indicate se ne innesta una terza, quella istruttoria, nelle rare occasioni in cui il giudice ritenga necessario acquisire documenti o valutazioni tecniche di organi ausiliari, ed una quarta, quella cautelare, quando l’autorità giudiziaria sia richiesta di emettere provvedimenti d’urgenza.

Avv. Donatello Genovese

Ora, la prassi degli organi giudiziari superiori che, da tempo, hanno adottato il processo telematico (ossia il Consiglio di Stato, il Consiglio di Giustizia Amministrativa della Regione Siciliana e la Corte dei Conti) ha evidenziato che si può agevolmente celebrare un processo a distanza, in tutte le sue fasi, fatta eccezione per la sola discussione orale (che di norma precede l’emanazione della decisione, di merito o cautelare).

La positiva esperienza del giudice amministrativo dimostra con chiarezza che l’avvocato può gestire a distanza e per via telematica tutti gli adempimenti processuali (esclusa la discussione orale), sicché è opinione generale degli operatori del diritto che non sarebbe affatto difficile adottare lo stesso, collaudato sistema anche per le altre magistrature superiori (in primis per la Corte di Cassazione), implementando un’adeguata piattaforma telematica.

Gli avvocati italiani hanno ormai acquisito piena padronanza del processo telematico, che semplifica molto i vari adempimenti, per cui è chiaro che lo stesso sistema utilizzato nel processo amministrativo e in quello civile (di merito) potrebbe agevolmente essere esteso alla Corte di Cassazione in sede civile, al Tribunale Superiore delle Acque ed alla Corte Costituzionale, con notevole risparmio di tempi e di costi, con rapidità e con sicurezza.

Resta il problema della discussione orale: benché nella maggioranza dei casi essa si risolva nel richiamare il contenuto degli atti scritti, precedentemente elaborati dal difensore (ricorso, controricorso e memorie illustrative).

Nella mia pluridecennale esperienza forense ho potuto constatare che portarsi a Roma nelle aule di giustizia delle giurisdizioni superiori per discute una causa comporta sempre un notevole dispendio economico e di tempo, spesso al solo fine di chiedere che il giudice si riservi di decidere, dopo avere richiamato il contenuto degli scritti difensivi, per non tediare inutilmente la corte (che, invero, nello stesso giorno ha molte decine – a volte centinaia – di casi da affrontare).

E dunque, mi chiedo, perché non utilizzare, per la discussione, i moderni strumenti che consentono di effettuare videoconferenze a distanza e che sono, ormai, di uso generalizzato?

Nei giorni scorsi ha fatto scalpore la notizia che la giustizia britannica ha organizzato con successo un maxiprocesso virtuale, per una causa di oltre 500 milioni di dollari, con testimoni ubicati in tutto il mondo, utilizzando semplicemente il software “Zoom”, per la videoconferenza, e la piattaforma “YouTube”, per la pubblicità del procedimento.

È ormai chiaro che la disgrazia del coronavirus può essere l’occasione per aggiornare l’obsoleto processo italiano dinanzi alle magistrature superiori, dimostrando una volta per tutte quanto possa essere comodo, economico, efficace ed efficiente un processo gestito interamente a distanza, senza che i difensori debbano muoversi dai propri studi professionali.

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