Politica

CASO SILEO, BUFALA AL SAN CARLO

Politica e famiglia, sul Dg Barresi il centrodestra prende un’altra cantonata


Un trasferimento «accettato e condiviso» dalla diretta interessata quello di Lucia Sileo da un Ufficio all’altro del San Carlo. Il complotto al San Carlo di Potenza, che vedeva il Dg Barresi nelle vesti di costruttore di arginature, contro le presunte ingerenze non gradite della politica, con sacchi di trasferimenti a mo di punizioni, così come edificato da parte della maggioranza regionale del centrodestra è una fola che adesso, mancato l’obiettivo, si sta dirigendo, in direzione opposta, contraria e come un boomerang, verso via Verrastro. E c’è il rischio che qualche banco in Consiglio potrebbe finanche saltare. Questioni familiari e politica: spesso la miscelazione di questi due elementi si rivela esplosiva e, pertanto, risulta sconsigliabile all’eletto di turno che voglia giocare al “piccolo chimico”. E così è stato in un peculiare caso di scuola del tutto lucano. Nella vicenda a mal destreggiare la tavola periodica sono stati anche due consiglieri regionali della maggioranza, il leghista Pasquale Cariello e il forzista Gerardo Bellettieri. A far da eco, però, è stata anche la legista Dina Sileo. L’elemento parentela è rappresentato dalle vicissitudini professionali, all’ospedale San Carlo di Potenza, di Lucia Sileo, sorella dell’esponente del Carroccio. Legame di parentela che però non ha agevolato una maggiore comprensione degli eventi.

ANTEFATTO E FATTO Il 7 ottobre scorso il senatore lucano leghista Pasquale Pepe ha iniziato il suo personale “tour” tra le strutture sanitarie della regione proprio dal San Carlo di Potenza. Oltre cinque le ore passate tra i reparti del nosocomio potentino. Durante la visita il senatore si è interfacciato con il Direttore generale dell’Aor San Carlo, Massimo Barresi, e con altri dirigenti, medici, infermieri e personale vario che lavora all’interno del nosocomio potentino. Pepe, però, non era solo. Ad accompagnarlo passo dopo passo tra i corridoi dei vari reparti anche la consigliera regionale della Lega, Dina Sileo. Il giorno seguente, Sileo cavalcando l’onda di semplici rumors aveva ribadito che «l’attività ispettiva è una prerogativa di ogni consigliere regionale» e che lei intendeva «continuare ad esercitarla» ancora e ancora. A poco più di 48 ore dalla visita al San Carlo del senatore Pepe, risale, invece, la notizia che collegava il trasferimento di ufficio al San Carlo della sorella, Lucia Sileo, della consigliera regionale, alle critiche della stessa nei confronti del Dg, nonchè alla visita della delegazione leghista nel nosocomio potentino.

LA SOLIDARIETÀ E LE PACCHE SULLA SPALLA… NEL VUOTO Nella maggioranza il presunto legame del trasferimento di Sileo dall’Ufficio di prevenzione e protezione all’Unità operativa Provveditorato-economato è apparso non presunto, ma certo. Così uno più uno ha restituito come risultato tre. Bellettieri e Cariello hanno subito tuonato e gridato allo scandalo. «È con preoccupazione e allarme – dichiarò Bellettieri – che apprendo la notizia dell’intempestivo trasferimento della sorella del consigliere regionale Lega Basilicata Dina Sileo, all’indomani della sua legittima visita presso il nosocomio della città di Potenza». «Non è consentito a nessuno – proseguì nella circostanza il consigliere regionale di Forza Italia – di abusare di una posizione di potere nell’esercizio delle proprie funzioni». Per Bellettieri c’era «un chiaro nesso di causa-effetto, per cui ad una visita definita dal direttore generale del San Carlo, il dottor Massimo Barresi, un’ispezione della consigliera Sileo e del senatore Pepe, è conseguito un cambio repentino delle mansioni svolte e dell’ufficio di pertinenza del funzionario amministrativo Lucia Sileo». «Apprendo con stupore – aveva affermato invece Cariello – la vicenda che vede coinvolta la collega Sileo, “rea” di aver esercitato una sua prerogativa nel ruolo di consigliere regionale. È gravissimo che il direttore generale dell’Azienda ospedaliera San Carlo, Massimo Barresi, all’indomani della visita del senatore Pepe e del consigliere Sileo si rivalga su quest’ultima trasferendo sua sorella, dipendente dell’azienda, in un altro ufficio». «Forse – aggiunse e concluse il consigliere regionale della Lega – c’è ancora qualcuno in Basilicata che non vuole accettare che il “sistema” è cambiato».

PAPER SINGS LA VERITÀ SUL TRASFERIMENTO Per agevolare la comprensione dello svolgimento dei fatti basta fissare 3 documenti ufficiali e 3 date alle quali i primi rispettivamente fanno riferimento: 27 giugno, 8 e 14 ottobre 2019. La carenza di personale di personale all’Unità operativa Provveditorato ed economato del San Carlo era stata segnalata da tempi non sospetti. Il 27 giugno scorso il direttore Di Chiara aveva già acquisito dalla dottoressa Sileo, «la propria disponibilità», al trasferimento dal Servizio prevenzione e protezione». E così, raccogliendo tale disponibilità, l’8 ottobre, il San Carlo procede al trasferimento. Ma ancor più incontrovertibile il documento sottoscritto da Lucia Sileo con firma olografica e protocollato il 14 ottobre 2019, nel quale si rileva che sul trasferimento come «auspicato» nella nota del 27 giugno, allegata e dunque conosciuta dalla interessata, al puto che la stessa «Sileo sottoscrive la presente per accettazione e condivisione». Per di più sembra anche un migliore posizionamento quello ottenuto dalla Sileo in quanto lo stesso documento dà atto che a Sileo per svolgere le sue mansioni verrà affidata la gestione di cinque unità lavorative: Luigi Roma, Giuseppe Lepore, Vito D’Anzi, Raffaele Molinari e Arturo Semprevivo. Uno più uno, insomma, non fa tre.

JE SUIS LA SORELLA DI DINA SILEO A fare da megafono all’indignazione del centrodestra su una bufala che lo stesso centrodestra ha cavalcato sono stati i social. A mo di #Je suis Charlie Hebdo, tanti i post di solidarietà a suon di «sono il fratello di…» e «sono la sorella di» Dina Sileo. Come se poi la vittima, ammesso, ma non concesso, che non si fosse trattato di una bufala, fosse stata la consigliera regionale e non la sorella. La stessa Dina Sileo ha ripreso ringraziando, con un Ps. al video del suo intervento al Congresso provinciale della Lega, «tutti i miei fratelli e le mie sorelle». Tra i tanti militanti leghisiti nella circostanza il più avveduto parrebbe sia stato Luigi Modrone il quale ha subito corretto un suo post su Facebook che commentava la vicenda con un secco: «Vergognoso», modificandolo dopo poco con un più cauto:«Se così fosse sarebbe vergognoso» . Evidentemente, all’interno della stessa Lega si stava diffondendo il dubbio che fosse in atto una allucinazione di massa aizzata un po’ frettolosamente, per non dire maldestramente, anche da Bellettieri e Cariello e che il trasferimento, in realtà, era proprio la soluzione «condivisa» dalla sorella della Sileo. Tanto che Modrone, con le dovute cautele, modificando successivamente il post social aggiunge: «Se così fosse sarebbe vergognoso».

IL FINALE Nello post in cui la consigliera Sileo ringraziava «fratelli e sorelle» aggiungeva anche: «Per quanto fossimo pronti a vincere, governare è ben altra cosa». Ed è evidente che questa storia lo dimostra appieno. Lo stesso può dirsi per i «poteri ispettivi» e i «controlli» della politica che se sono quelli dimostrati nel caso Lucia Sileo, sarebbe meglio lasciar perdere. La cosa che ora agita un po’ tutti nella maggioranza, pure Pepe e la stessa consigliera Sileo, è che ormai non appare più opportuno che il senatore Pepe nei suoi “tour” nella Sanità lucana continui ad essere accompagnato come fatto al San Carlo prima e al Madonna delle Grazie poi. Postilla finale: Pepe, ancor più attento di Modrone, la solidarietà non la diede. C’era arrivato prima senza passare dalla rettifica.

 

 

 

Ferdinando Moliterni

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