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PITTELLA DOPPIAGABBANA

Nel csx potentino ennesimo rinvio. Ancora fumata nera sulla scelta del candidato sindaco: più pastori che greggi. In Regione con il cdx, in Europa per i fatti suoi e a Potenza dice no a Guarente

Il sogno di ripetere il modello Bardi anche nella città di Potenza inizia ad infrangersi per Mario Guarente. Il sindaco leghista confermato da tutto il centrodestra, dopo aver vinto gli scetticismi di alcuni consiglieri comunali, ha provato ad avere una interlocuzione anche con le forze politiche che, al di fuori del perimetro canonico del centrodestra, hanno sostenuto Bardi e con lui si accingono a governare la Basilicata.

PITTELLA TORNA A SINISTRA

Il primo no Mario Guarente lo ha incassato da Pittella a nome di Azione. Il Leone di Lauria ha, infatti, notificato al centrodestra che non sarà con loro nella partita. Il suo posizionamento sarà a sinistra, verosimilmente a sostegno di Smaldone scelto da Aurelio Pace e sostenuto da tanta parte della sinistra più estrema della città capoluogo. La politica ci abitua sempre a strane alchimie ma non avevamo mai visto un consigliere regionale di maggioranza che aspira ad esprimere un ruolo in Giunta Regionale sostenere un candidato avverso alla parte politica con la quale governa. Siamo vecchi e vaccinati, abituati a tutto anche ai salti della quaglia e ai cambi di casacca, non ci scandalizziamo di niente ma due posizioni contrapposte nello stesso momento è decisamente un inedito. Come faranno a sedere allo stesso tavolo Pepe e Pittella, per esempio, mentre loro stessi sa- ranno schierati su posizioni contrapposte al Comune di Potenza? I partiti come taxi, le coalizioni come autobus, le colloca- zioni politiche come occasionali opportunità non sono belle cose e non rendono nobile la politica anzi allontanano i cittadini. Tutto ciò non va bene, a noi non piace. Crediamo in una politica nobile e non da mercato rionale alla fiera delle occasioni. Nella Nazione dei volta- gabbana è successo spesso che qualcuno abbia cambiato partito, mai che lo stesso partito abbia avuto più posizioni nello stesso momento. La scelta di Azione è semplicemente indecorosa.

IL CAMPO MINATO

La sinistra potentina, invece, sembra voler imitare quella regionale. Durante la fase di prepara- zione delle liste e delle leadership dicemmo che il centrosinistra stava perdendo tempo prezioso inseguendo Chiorazzo mentre aveva nelle proprie fila Marrese che sarebbe stato in grado di riunire tutta la coalizione. Noi continuiamo a credere che, qualora il campo largo avesse ascoltato i nostri suggerimenti, la partita sarebbe stata diversa. Ieri si è tenuta la terza riunione in tre giorni, come negli stanchi riti della più paludata Prima Repubblica la decisione è stata rinviata a domani a mezzogiorno.

IL CERO SI CONSUMA, LA PROCESSIONE NON CAMMINA

Mentre nel centrodestra ci sono regole chiare che delegano a Roma la decisione delle candidature, nel centrosinistra tutto si svolge nelle formule dei peggiori assemblearismi. Noi immaginiamo questa assemblea con le sedie in circolo in cui forze politiche disomogenee senza nessun rispetto per i pesi che ciascuno esprime si riuniscono per parlare e, soprattutto, per parlarsi addosso senza decidere. Una sorta di grande centro sociale in cui si parla a vuoto e non si assumono decisioni se non tardive. Pd, Bcc e altri convergono tutti su Telesca, Basilicata Possibile e altre forze di estrema sinistra no. In un mondo normale si voterebbe per maggioranza tenendo conto delle forze elettorali di ogni partito. Nel campo largo stile Leoncavallo no, serve una sorta di unanimità. Praticamente il modo migliore per perdere tempo. Alla fine forse converge- ranno tutti su Telesca ma si sarà perso il tempo necessario per costruire squadra e progetto e per creare entusiasmo. Noi tifiamo per la democrazia e speriamo in una tornata elettorale in cui il risultato non sia scritto in par- tenza. Il centrosinistra sta facendo di tutto per imitare quello regionale, la lezione non è servita. Come in Regione metteranno (forse) in campo il nome migliore ma, se continuano così, lo faranno troppo tardi per vincere. Noi proviamo a dare un consiglio, come provammo a farlo per le elezioni regionali: fate presto! Alle regionali non ci hanno ascoltato, chissà se lo faranno adesso.

Di Massimo Dellapenna

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