SPOPOLAMENTO, DAL FILM ALLA REALTÀ
L’intervento di Nicola Geronimo
Pochi giorni fa ho visto il film “Un mondo a parte” egregiamente interpretato da Antonio Albanese e Virginia Raffaele. Le problematiche evidenziate sulla carenza di alunni nella scuola sono una realtà attuale molto estesa in tantissimi borghi del Sud Italia. Io in particolare ho pensato con grande amarezza al mio piccolo e amato paese in Basilicata – Noepoli -, dove sono nato nel 1938 e dove ho vissuto tutta la mia infanzia. Eravamo in pieno tempo di guerra quando andavo all’asilo (ora scuola dell’infanzia), frequentato da tantissimi bambini. A gestire l’asilo c’erano 4/5 suore bravissime e una bidella che ricordo sempre con grande simpatia, nostalgia ed affetto. Quando ho iniziato la scuola elementare (ora scuola primaria) la guerra era verso l’epilogo. C’erano 10 classi, due per ogni grado, tutte numerosissime. Eppure molti alunni frequentavano la scuola sino alla terza classe per poi dedicarsi alla campagna per aiutare i propri genitori. Altri si inserivano nell’artigianato che allora era molto fiorente e che ora non esiste più: falegnami, muratori, sarti, calzolai, maniscalchi, venditori di bestiame: ovini, maiali, mucche, asini, muli. Tutte le famiglie erano molto numerose, spesso con 10 e più figli. Tutti riuscivano a vivere con il frutto del proprio faticoso lavoro. Allora il paese aveva circa 3000 abitanti. Non c’era la scuola media, né liceo o scuole profes- sionali. La scuola media è stata aperta molti anni dopo, ma ora è stata chiusa da tempo per mancanza di alunni. C’era anche una Pretura e un carcere che, come le scuole, ora non ci sono più. Per proseguire gli studi, dalla scuola media al liceo e poi l’università, bisognava andare in collegio privato (come ho fatto io) o, come in alcuni casi, essere ospitati da parenti o amici in luoghi lontani dalla famiglia. Oggi gli abitanti sono 740, la scuola dell’infanzia è frequentata soltanto da 6 bambini e la scuola primaria da 14 alunni dalla prima alla quinta classe. Come l’insegnante possa curare le lezioni tenendo tutti insieme gli alunni e dovendo svolgere argomenti diversi appropriati per ogni classe, mi sembra cosa molto difficile. Presto tantissimi borghi come Noepoli, dove ora vivono soltanto pochi anziani e pensionati, saranno paesi vuoti. Io ritorno spesso al mio paese natìo, ma con grande tristezza, comminando per i vicoli stretti, vedo tutte porte chiuse di case disabitate e non incontro nessuno nemmeno per dirsi buon giorno o buona sera. Passando davanti alla ca- sa dove sono nato vedo solo tanti fantasmi del mio passato e io stesso mi sen- to solo un fantasma. Molti compaesani che vivono e lavorano generalmente nel Nord ritornano abbastanza numerosi al paese solo in occasione della festa patronale, il 6 agosto. È un momento di gioia rivedersi e ricordare insieme il passato con nostalgia e tanto languore. Noepoli, come altri paesi intorno, gode di un panorama fantastico. Siamo nel pieno parco del Pollino che andrebbe valorizzato e sponsorizzato per un turismo che ama la montagna con una flora e una fauna esclusiva. Tutti quei paeselli, ora per lo più abbandonati, potrebbero es- sere rivitalizzati con opportune ed oculate azioni politiche con ricadute economiche importanti. I terreni che ora sono incolti e che una volta erano tutti lavorati anche con semina di ottimo grano, granturco e tanti legumi, potrebbero essere di nuovo curati creando se possibile anche delle cooperative gestite da giovani capaci ed utilizzando tanta manodopera di immigrati giunti in Italia con la sola speranza di un futuro migliore. Creare allevamenti immensi. Sicuramente si andrebbe incontro a tanti altri problemi, ma i problemi ci sono per essere risolti. Nei nostri piccoli borghi devo constatare con grande rammarico che non si è ancora concretizzata l’Unità d’Italia. Qui mancano le infrastrutture essenziali per attrarre imprese dove investire. Non ci sono ferrovie per il trasporto veloce ed efficiente, non ci sono banche che finanziano anche progetti di modesta entità. Ci sono però luoghi bellissimi come il Pollino e ancora tanta gente laboriosa, ma sfiduciata. Io so- no stato un ufficiale dell’Esercito Italiano, ho giurato fedeltà alla Patria davanti al nostro bellissimo Tricolore Nazionale e vorrei che la nostra unica e bellissima Italia potesse essere unita e grande per tutto il Paese.