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SCUOLA, LA UIL RUA PRESENTA UN MANIFESTO PROGRAMMATICO PER IL RILANCIO DEL SETTORE

Precariato, dimensionamento e autonomia differenziata le principali emergenze per gli Istituti lucani secondo il sindacato

Sono stati contrassegnati come otto i punti chiave «per il miglioramento della condizione del settore della Scuola» e contenuti in un manifesto programmatico che la Uil Scuola Rua ha presentato nella manifestazione “Scegliamo il Futuro”. L’evento ha visto la partecipazione di oltre mille delegati provenienti da tutta Italia (con una delegazione della Basilicata) e rappresentanti del mondo della Scuola, dell’Università e dei principali Comitati studenteschi.

I PUNTI DEL MANIFESTO

Gli 8 punti del manifesto includono il tema de “La Scuola fuori dall’autonomia differenziata”: «La riduzione dei divari territoriali e il contrasto alla dispersione scolastica – si legge – sono obiettivi che ci chiede l’Europa e, entro il 2030. Questi obiettivi poco hanno a che fare con il disegno di autonomia differenziata e si collegano solo parzialmente al progetto di dimensionamento in atto che, secondo le direttive europee, andava realizzato contestualmente alla riduzione del numero di alunni per classe». Il secondo punto tratta “I Settori della conoscenza fuori dal patto di stabilità”: «La spesa corrente per il sistema nazionale di Scuola, Università e Ricerca – propone il manifesto programmatico della Uil Scuola Rua – va tenuta fuori dalle politiche di austerity e riduzione della spesa. Investire in istruzione significa garantire sviluppo, coesione, inclusione al nostro Paese. Bisogna anche superare il metodo di calcolo della cosiddetta “spesa storica”, in base alla quale l’attribuzione delle risorse viene effettuata sulla base di quanto speso in passato da uno stesso ente per uno stesso servizio. In pratica, riceve di più chi garantisce determinati ser- vizi, a svantaggio di chi non è stato mai in grado di erogarli». E ancora, gli altri punti del manifesto includono: il miglioramento dei contratti per il personale della Scuola, dell’Università e della Ricerca; l’aumento delle retribuzioni per riconoscere il valore sociale del personale; la garanzia di docenti specializzati per gli alunni con disabilità; la progressiva eliminazione del lavoro precario nel mondo della Scuola; la programmazione di un piano di investimenti nel settore pubblico per università e ricerca ed, infine, la garanzia del diritto universale allo studio per tutti, specialmente per i giovani in difficoltà economica.

I COMMENTI DAL SINDACATO

«La manifestazione è un messaggio chiaro e forte ad una politica concentrata sulle sole scadenze elettorali e distratta rispetto alle gravi emergenze del Paese reale – dichiara Giuseppe D’Aprile, segretario generale della Uil Scuola Rua – Il diritto all’istruzione va tolto dalle logiche divisive e dal terreno dello scontro politico. Ci siamo confrontati con tutti gli attori della scuola, una scuola che necessita di più attenzioni, di una politica che mira a valorizzarla attraverso il per- sonale che la fa funzionare tutti i giorni e che istruisce menti libere e critiche». «Basta finanziare il settore privato a discapito del pubblico – spiega il segretario generale Uil Rua Attilio Bombardieri – è necessario investire in formazione e ricerca. Inoltre – prosegue Attilio Bombardieri – continuiamo ad opporci ad ogni ipotesi di regionalizzazione ed è fondamentale garantire il diritto allo studio alle nuove generazioni, oggi in grandi difficoltà economiche e sociali».

EMERGENZE DELLA SCUOLA LUCANA

Precariato, dimensionamento e autonomia differenziata sono le emergenze per la scuola lucana: sottolinea Luigi Veltri, segretario Uil Scuola Rua Basilicata. Negli ultimi otto anni, nella regione Basilicata, i docenti a tempo determinato sono quasi raddoppiati da 737 a 1624, e sono aumentati anche gli insegnanti di sostegno non di ruolo, passando da 72 precari nel 2015 ai 565 dello scorso anno scolastico. «Numeri sconvolgenti – commenta Veltri – La situazione più critica riguarda Potenza, dove gli insegnanti non di ruolo sono 1096 contro i 186 di 8 anni fa. Qui – dice Veltri – si verifica in modo più eclatante quello che, in verità, accade nel resto della regione». Inoltre, i dati della Uil Scuola Rua Basilicata dicono che i docenti di sostegno precari passano dai 72 del 2015 ai 565 del 2023 ( lo studio si ferma al 2023 ndr), a fronte comunque delle innumerevoli certificazioni di disabilità, che ogni anno aumentano in Basilicata. E le cose non vanno meglio nemmeno per il personale tecnico ausiliario, che vede i supplenti salire dal 11 al 24,10 per cento. Collaboratori scolastici, addetti nelle segreterie, assistenti tecnici e figure specializzate, che dovrebbero garantire apertura, sorveglianza e l’ordinaria amministrazione della scuola, si sono ridotti passando da 2507 addetti del 2015 a 2311 del 2023. Con una crescita, di contro, del per- sonale supplente di ben 379 unità. Basterebbero 180 milioni di euro per stabilizzare 250 mila precari, secondo uno studio condotto dalla Uil alla fine del 2022. Questo co- sto, pari a 716,12 euro per unità di personale, rimane una soluzione valida e urgente per risolvere la crisi attuale. «Tagliare le risorse non è mai la soluzione. Investire nella scuola è fondamentale per garantire stabilità al personale e migliorarne la qualità della vita. Sono temi – afferma ancora Veltri – che ci vedono impegnati come Uil Scuola Rua nelle elezioni del Cspi del 7 maggio prossimo e che sosterremo con forza con tutto il personale della scuola». «Siamo preoccupati non solo per l’autonomia differenziata, che è un pericolo specie per la scuola lucana e del Sud ma anche perché – sottolinea il segretario regionale Uil Basilicata Vincenzo Tortorelli – la scuola si sta asservendo al mercato. Viviamo in una crisi molto forte della democrazia e della rappresentatività. Ma è anche una crisi del ragionamento. Ma abbiamo il dovere di farlo noi, per i nostri alunni, per i nostri figli. La logica del profitto mina alle basi quelle istituzioni e quelle discipline il cui valore dovrebbe coincidere con il sapere in sé, indipendentemente dalla capacità di produrre guadagni immediati o benefici pratici. L’impoverimento di scuole – conclude Tortorelli – colpisce soprattutto i comuni più piccoli e delle aree interne con conseguenze sulla formazione dei ragazzi e sull’occupazione».

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