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«IMPENSABILE AFFRONTARE EMERGENZA CARCERI LUCANE CON NOMINA GARANTE»

Sovraffollamento case circondariali della Basilicata, il segretario del Spp Di Giacomo: «Intendiamo inchiodare lo Stato alle sue responsabilità»

Come riportato da Cronache Lucane, in Basilicata, la soglia del sovraffollamento è stabilmente oltre quota 100 detenuti in più rispetto alla capienza regolamentare dei 3 Istituti penitenziari lucani ubicati a Potenza, a Melfi ed a Matera. Al 31 marzo scorso, come da monitoraggio ministeriale, in Basilicata a fronte di una complessiva capienza regolamentare di 368 posti, 483 i detenuti presenti (di cui 62 stranieri e 2 in semilibertà): 115 in più. Non tutte e 3 le case circondariali lucane, però, versano nelle stesse condizioni: la situazione più critica era e rimane quella a Melfi. A Potenza, a fronte di una capienza regolamentare di 110 posti, al 31 marzo, 90 i detenuti presenti di cui 15 stranieri. A Matera, invece, a fronte di una capienza regolamentare di 132 posti, 192 i detenuti presenti di cui 38 stranieri (60 in più). A Melfi, infine, a fronte di una capienza regolamentare di 126 posti, 195 i detenuti presenti di cui 9 stranieri (69 in più). Agli avvocati dell’Aiga che hanno rimarcato come «la Basilicata è l’unica regione italiana ad essere priva del Garante regionale per i diritti delle persone detenute», ha replicato il segretario generale del sindacato di Polizia Penitenziaria, il lucano Aldo Di Giacomo: «Non si può pensare di affrontare l’emergenza delle carceri solo con la nomina di un Garante regionale per i diritti delle persone detenute, come propone l’Aiga». Di Giacomo da martedì 2 aprile ha iniziato un tour tra le carceri italiane e lo sciopero della fame ed ha annunciato che il tour farà tappa anche in Basilicata. «I problemi sono ben altri – ha proseguito Di Giacomo – a cominciare dal sovraffollamento con alme- no 120 detenuti in più della capienza nei tre istituti lucani e dalla carenza di organico aggravata dall’accorpamento con l’istituto di Altamura con cui la Casa Circondariale di Matera, già sovraffollata, condivide sia la direzione carceraria che il personale di polizia penitenziaria. Il Garante si è rivelato inutile in tante situazioni». Nei primi tre giorni di tour, a Napoli, a Bologna e a Padova, sono morti due detenuti, di cui per uno, il tunisino 29enne trovato morto nella sua cella ad Ancona e il secondo, di 32 anni nel carcere di Uta, Cagliari, che fanno salire a 29 il numero delle morti dall’inizio dell’anno, a cui aggiungere tre agenti penitenziari. La grave emergenza carceri, ha ricordato Di Giacomo, ha due facce della stessa medaglia: i suicidi dei detenuti, 1 ogni 3 giorni, e le aggressioni agli agenti (1.800 circa nel 2023, circa 40 a settimana in questi primi tre mesi del 2024). «Noi intendiamo inchiodare lo Stato – ha concluso il segretario generale del sindacato di Polizia Penitenziaria, il lucano Aldo Di Giacomo – alle sue responsabilità che riguardano l’incapacità di tutelare la vita delle persone che ha in custodia e quella dei suoi dipendenti. È da troppo tempo che chiediamo all’Amministrazione Penitenziaria, al Ministero, al Parlamento di intervenire senza risposta».

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