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ASPETTANDO IL 25 MARZO PER COMUNE DI MASSA MARITTIMA UN SUCCESSO IL CAPODANNO DELL’ANNUNCIAZIONE 2024

A Massa Marittima il 22, 23, 24 marzo 2024 Respira la storia…vivi un’emozione!

È GIUSTO INFORMARE
 

Capodanno dell’Annunciazione: la Toscana celebra il suo anno nuovo a Massa Marittima

Dopo gli appuntamenti di Firenze ed Arezzo è la volta di Massa Marittima

Tre giorni di eventi, dal 22 al 24 marzo 2024 per festeggiare l’antica tradizione secondo cui l’anno iniziava il 25 marzo che culmineranno con la grande parata storica dei gruppi di rievocazioni toscani sabato 23 marzo in Piazza Garibaldi

Una tradizione da tenere viva in Toscana

BUONA VISIONE E BUON ASCOLTO DIRETTE FACEBOOK CON INTERVISTE AI PROTAGONISTI DELLA MANIFESTAZIONE

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Da venerdì 22 a domenica 24 marzo il Comune di Massa Marittima festeggia così il Capodanno dell’Annunciazione, con tre giorni di eventi che sono stati presentati nella sede del Consiglio regionale della Toscana, alla presenza del presidente dell’Assemblea legislativa Antonio Mazzeo e del presidente della Toscana Eugenio Giani

La Regione infatti, dopo una mozione approvata all’unanimità dal Consiglio regionale, ha voluto inserire questa ricorrenza nel calendario annuale delle rievocazioni.

Nell’occasione del CAPODANNO  DELL’ANNUNCIAZIONE edizione 2023 il Comune di Arezzo ha donato alla Regione un oggetto speciale, uno scettro simile a quello che possiede il Maestro di Campo della Giostra del Saracino, ma sormontato dal Pegaso, simbolo di tutta la Toscana, che possa così passare di città in città.

Il Capodanno dell’Annunciazione infatti vorrebbe diventare una celebrazione itinerante, che ogni anno possa trovare casa nei centri più importanti del territorio.

ha commentato il presidente del Consiglio Regionale Antonio Mazzeo :

“Buon 2025 alle cittadine e ai cittadini toscani e grazie all’amministrazione comunale di Massa Marittima per aver partecipato con noi all’organizzazione di questi tre giorni che ricordano quando il capodanno iniziava nel giorno dell’Annunciazione e grazie anche alle associazioni di rievocazione storica, che sono tante in Toscana e svolgono un ruolo importantissimo. La Toscana è conosciuta nel mondo per le sue rievocazioni storiche e tutti insieme in questi tre giorni racconteremo quanta storia c’è in questa regione”

ha aggiunto il presidente Eugenio Giani, governatore della Regione Toscana

“Dal IV secolo d.C. al 1749, quindi per più di un millennio, il primo giorno dell’anno in Toscana è stato il 25 marzo un giorno che ha ispirato i grandi artisti toscani, come Leonardo con l’Annunciazione, che è il suo quadro più importante che abbiamo agli Uffizi, ma anche il Beato Angelico e Filippo Brunelleschi, che volle inaugurare la Cupola del Duomo di Firenze il 25 marzo del 1436 alla presenza del Papa. Una data che noi abbiamo riportato a quello che è identità e memoria della Toscana, attraverso i gruppi e le rievocazioni storiche”

Dal dal 22 al 24 marzo si svolgerà a Massa Marittima il Capodanno dell’Annunciazione. Nella Città del Balestro per l’occasione verrà organizzato un ricco calendario di eventi che culmineranno nella grande parata storica, a cui prenderanno parte i gruppi storici provenienti da tutta la Toscana, con la partecipazione di oltre 1000 figuranti.
Sarà una grande festa per il mondo delle rievocazioni storiche toscane.

Il calendario completo degli eventi collaterali.

Il Capodanno dell’Annunciazione è stato istituito dal Consiglio regionale per commemorare il tradizionale Capodanno toscano, che, fino al 1749, cadeva il 25 marzo in concomitanza con la festa dell’Annunciazione. Nonostante l’adozione del calendario gregoriano nel 1582, che fissava l’inizio dell’anno al 1º gennaio, alcune città toscane come Pisa, Firenze, Lucca, Prato e Siena mantennero la tradizione di iniziare il loro anno nuovo il 25 marzo. Questo omaggio alla storia toscana è stato designato come il “Capodanno dell’Annunciazione” dal Consiglio Regionale, diventando un evento di rilievo che si tiene annualmente in un comune diverso. L’iniziativa mira a sostenere e valorizzare le molteplici realtà associative, culturali e sociali presenti in tutto il territorio regionale.

GALLERIA FOTOGRAFICA 

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Comune Massa Marittima

IL CAPODANNO DELL’ANNUNCIAZIONE, la più importante festa del mondo delle rievocazioni storiche della Toscana.

A Massa Marittima il 22, 23, 24 marzo 2024 Respira la storia…vivi un’emozione!

Il Capodanno fiorentino è una delle festività ufficiali del Comune di Firenze e si celebra il 25 marzo di ogni anno. Tale festività ricorda che, per la città di Firenze, l’anno civile, fino al 1750, cominciava il 25 marzo, giorno in cui la Chiesa cattolica aveva collocato la festa dell’Annunciazione.

Capodanno Fiorentino. Che cos’è e perché si festeggia il 25 marzo

La nostra città ha un inizio anno tutto suo: vi sveliamo le sue origini e le iniziative speciali per festeggiare

Molti non sanno che il 25 marzo la città di Firenze celebra il Capodanno Fiorentino. Il Comune ha inserito questa data nel calendario annuale delle feste e tradizioni popolari e celebrazioni ufficiali.

IL CORTEO DEL CAPODANNO FIORENTINO

Dal Medioevo fino al 1750 infatti questo era il giorno in cui la Chiesa ricordava l’annuncio dell’incarnazione ricevuto dalla Vergine Maria e fu assunto come inizio del calendario civile.

Nel capoluogo toscano era questa la data in cui si festeggiava il Capodanno, anche quando nel resto dell’Italia era già in vigore il calendario gregoriano, in base al quale l’anno iniziava il 1° gennaio.

Mentre gli Stati si uniformarono a questo dettame religioso, Firenze legata al culto mariano, decise di non abbandonare la festa del 25 marzo. Questa ricorrenza per i fiorentini durerà per 168 anni e cesserà nel mese di novembre del 1750, quando un decreto del granduca Francesco II di Lorena impose l’uso del calendario gregoriano, fissando anche per Firenze l’inizio dell’anno il 1° gennaio (sotto la Loggia dei Lanzi c’è la targa che ricorda il decreto della soppressione della festa).

LA TARGA DI LOGGIA LANZI CHE DECRETA LA SOPPRESSIONE DEL CAPODANNO FIORENTINO

Ricorrenza che simbolicamente è sopravvissuta fino ad oggi e che ci accomuna anche con alcuni “vicini di casa”. A un centinaio di chilometri, sotto la Torre pendente si celebra nello stesso giorno il capodanno pisano (ma in “anticipo” di 365 giorni).

Ai giorni nostri, il questo antico capodanno rimane la tradizione più antica, rispolverata ufficialmente dal Comune di Firenze a partire dal 2000 con la sfilata del corteo storico della Repubblica fiorentina dal Palagio di Parte Guelfa fino alla Santissima Annunziata, principale santuario mariano della città.

Il simbolo della festa è infatti l’affresco che raffigura l’Annunciazione, custodito all’interno della basilica, dove un tempo si recavano in pellegrinaggio i contadini per rendere omaggio all’effige dell’Annunziata, sulla quale esiste una leggenda.

L’opera sarebbe miracolosa: si narra che il pittore, un certo frate Bartolomeo, non riuscì a completare la scena perché non era in grado di ritrarre le fattezze del volto della Madonna. A terminare il capolavoro – sempre secondo il mito – sarebbe stata una mano prodigiosa, quella degli angeli.

IL DIPINTO MIRACOLOSO DI FRA BARTOLOMEO IN SANTISSIMA ANNUNZIATA

APPUNTAMENTI IN CITTÀ

In occasione della Settimana del Fiorentino, che raccoglie l’ampio calendario di iniziative organizzate in città in occasione del Capodanno Fiorentino, i Musei Civici Fiorentini e MUS.E, propongono una serie di particolari visite guidate, completamente gratuite, che pongono l’accento sull’origine della festa e sul senso di fiorentinità che si lega a questa celebrazione.

* Il 18 marzo, alle 14 e alle 15:30, visita alla Fondazione Salvatore Romano, in piazza Santo Spirito, con “Rarità d’arte per la città”, dove è conservata la raccolta di opere medievali e rinascimentali che il grande antiquario di origini partenopee donò alla città di Firenze a metà Novecento.

* Il 19 marzo, alle 14 e alle 15:30, appuntamento con “L’annunciazione: storie di Maria” presso il Complesso di Santa Maria Novellaper scoprire, grazie alla visita che si snoderà tra Basilica e Convento, capolavori ed arti minori per ripercorrere le storie della Madonna tra i secoli.

* Il 21 marzo alle 15 e alle 16:30 ci si sposta al MAD Murate Art District per un viaggio negli spazi che ospitarono prima un antico convento, poi il carcere cittadino e infine l’attuale luogo centro di produzione di arte contemporanea.

* Scorci Fiorentini è invece il titolo dell’appuntamento previsto il 22 marzo alle 15 e alle 16:30 al Museo Novecento, una visita alla collezione che annovera capolavori del XX secolo tra cui la rosa di dipinti di Ottone Rosai, grande artista fiorentino in grado di lasciare sulle sue tele i toni, le atmosfere, i rumori e i silenzi più autentici della città di metà Novecento.

* Il 25 marzo al Museo Bardini (alle 15:30) “Un dono per Firenze” attraverserà le collezioni del grande antiquario mentre dal 23 al 25 marzo (alle 15, alle 16 e alle 17), al Museo di Palazzo Vecchio, appuntamento con Tracce di Firenze, per permetteranno di apprezzare una sezione significativa del museo, dedicata alla storia della città e al suo sviluppo urbano dal Rinascimento al XX secolo.

* Sabato 23 (alle 11) e domenica 24 (alle 15:15) i più piccoli potranno partecipare, a Palazzo Vecchio, all’attività Per fare una città di vuole un fiore per riappropriarsi del simbolo della città.

* Domenica 24 appuntamento speciale per le famiglie con la Caccia al tesoro in città (dalle 10 alle 18) con partenza ogni mezz’ora da Palazzo Vecchio. A tutti i nuclei familiari sarà donato un bulbo di iris fiorentino grazie alla collaborazione del Vivaio Guido Degl’Innocenti.

* Anche le torri e le porte cittadine saranno aperte e visitabili gratuitamente: il 23 visite guidata alla Torre San Niccolò (ore 15:00, 15:45, 16:30 e 17:15), il 24 a Porta San Frediano (ore 15:00, 15:45, 16:30 e 17:15) e il 25 a Porta Romana (ore 15:00, 15:45, 16:30 e 17:15), negli stessi giorni chi vorrà potrà indossare scarpe comode e partecipare alle Passeggiate Patrimoniali (alle 11), che accompagneranno nella scoperta dell’area Unesco, che va da Porta San Giorgio per proseguire verso San Niccolò, lungo le Rampe disegnate da Giuseppe Poggi, il Giardino delle Rose e arrivare fino al Piazzale Michelangelo. Tre gli itinerari proposti: il 23 lungo le mura d’Oltrarno, il 24 verso San Miniato al Monte e il 25 intorno a Porta San Gallo. Tra gli itinerari cittadini anche quello sulle tracce di Giorgio Vasari (il 22 alle 16) che, in occasione del 450° anniversario dalla morte, condurrà nel centro storico alla riscoperta dei luoghi e delle architetture che recano l’impronta dell’architetto ducale, dalla genesi delle Gallerie degli Uffizi alla riforma delle Chiese fiorentine.

Sotto la Loggia dei Lanzi esiste una targa, da pochi conosciuta, che commemora un evento davvero significativo per la vita civile degli abitanti di quello che al tempo era ancora il Granducato di Toscana; essa ricorda come il 22 dicembre 1749 il granduca Francesco III di Lorena avesse imposto il mutamento del calendario spostando il principio dell’anno solare al primo gennaio, qual è tuttora e com’era nel XVIII secolo già in uso in molti altri stati italiani e stranieri da almeno due secoli: fin dalla notte dei tempi e fino a quel momento, infatti, la Toscana aveva mantenuto come giorno di discrimine da un anno al successivo il 25 marzo.

LA TARGA DI LOGGIA LANZI CHE DECRETA LA SOPPRESSIONE DEL CAPODANNO FIORENTINO

Questo calcolo di calendario è ben noto agli studiosi del Medioevo e dell’Età moderna, che devono sempre tenerne conto nei loro studi sui documenti antichi, ed esso è tutt’oggi noto come “stile ab Incarnatione”. Il termine è riferito alla scelta non casuale di questa data: il 25 marzo è infatti la festa dell’Annunciazione, ossia dell’Incarnazione di Gesù – che fu stabilita opportunamente contando nove mesi dal Natale – e che per la fede cristiana corrisponde al passaggio all’età della Salvezza; da ciò si comprende facilmente perché ad essa si volesse far corrispondere l’aprirsi di un nuovo anno. 

Questa festività religiosa, inoltre, con i significati detti, corrispondeva a sua volta, benché in modo impreciso, all’equinozio di primavera, ovvero il momento astronomico a partire dal quale le giornate tornano ad allungarsi; ed è quindi facile dedurre come i primi cristiani avessero voluto far coincidere il concepimento del Salvatore a questo giorno in cui si osservava negli astri la “vittoria della luce sulle tenebre”. Ma l’origine di questo calendario era ben più antica, se già i romani, fin dalla fondazione dell’Urbe, avevano posto il principio dell’anno solare a marzo (prima il 15 e poi il primo), il che spiega a noi moderni perché il nome dei mesi rimandi ancora per etimologia a un loro conteggio a partire da quello che per noi è ora il terzo (ad es. “ottobre”: “ottavo mese”; “novembre”: “nono”; e via dicendo…).

Con minime variazioni questo sistema era in uso in tutta Europa fino a tutto il Medioevo col nome di Calendario Giuliano – dal nome di Giulio Cesare, che era stato l’ultimo a ricalcolarlo; almeno fino al 4 ottobre 1582 quando, di nuovo a Roma, stavolta un papa, Gregorio XIII, con la bolla Inter gravissimas, riformò nuovamente la partizione dell’anno solare, correggendo le imperfezioni di calcolo del precedente calendario e fissando il primo gennaio come suo inizio: nacque così il calendario moderno, che prende appunto il nome di “gregoriano”. 

Colpisce però la tenacia con cui la Toscana non aderì a tale riforma, benché fosse da sempre uno degli Stati più disposti a ricevere i dettami della Chiesa e nonostante l’astronomo che ne elaborò la modifica per il pontefice, Ignazio Danti, avesse avviato i suoi studi astronomici proprio a Firenze, in Santa Maria Novella.

Possiamo credere che le ragioni di una tale resistenza dovessero essere di natura non solo politica, ma anche culturale, religiosa e civile: “Fiorenza”, la città dei fiori, non poteva che porre l’inizio dell’anno in coincidenza con l’avvento della primavera e, soprattutto, con la celebrazione dell’Annunciazione, che è festa mariana. 

Firenze è infatti per eccellenza la città devota alla Madonna, e a lei sono intitolati i templi maggiori, dalla SS. Annunziata, dove il capodanno era celebrato con grandi feste al cospetto dell’affresco miracoloso, ma anche in Cattedrale, il cui titolo stesso “Santa Maria del Fiore” sembra alludere alla rinascita della natura in primavera e alla “rinascita” dell’Umanità nel giorno dell’Incarnazione.

IL DIPINTO MIRACOLOSO DI FRA BARTOLOMEO IN SANTISSIMA ANNUNZIATA

Una storia nella Storia, che proprio il 25 marzo, è rievocata e festeggiata nel centro di Firenze rinnovando così una tradizione secolare.

L’antico Capodanno Fiorentino viene ricordato con un Corteo Storico che si sviluppa nel percorso da Piazzetta di Parte Guelfa alla Basilica della Santissima Annunziata per far rinverdire nei fiorentini un significativo momento di aggregazione, con forti radici storiche e per valorizzare la ricca memoria di Firenze, patrimonio di tutti.

Fino al 1750 la data del 25 marzo a Firenze venne assunta come inizio del calendario civile. In altre città italiane ed europee, sin dal 1582, era invece già in vigore il Calendario Gregoriano in base al quale l’anno iniziava il 1° gennaio. Questa situazione durò fino a quando il decreto del Granduca Francesco Stefano di Lorena, al fine di uniformare le registrazioni nelle scritture pubbliche e per gli usi commerciali, in data 20 novembre 1749, impose l’uso del calendario gregoriano a partire dal 10 Gennaio 1750.

L’avvenimento fu considerato eccezionale: andava a scardinare una tradizione secolare molto cara ai fiorentini, tanto che Giovanni Lami, dettò il testo per una lapide commemorativa (tuttora visibile) che fu posta a memoria futura sotto la Loggia della Signoria nell’omonima Piazza.

La ricorrenza dell’Annunciazione ossia il momento in cui l’Arcangelo Gabriele si manifesta alla Vergine Maria e Le comunica che Ella diverrà madre del figlio di Dio – festeggiata dalla chiesa cattolica fin dal VII secolo, viene fissata tradizionalmente alla data del 25 marzo, esattamente nove mesi prima di Natale, giorno della nascita di Gesù.

Nel passato, a Firenze, nel giorno del 25 marzo, per celebrare il capodanno e la Vergine Maria protettrice della città, il clero e le magistrature cittadine si recavano in processione solenne alla Basilica della Santissima Annunziata; la ricorrenza era considerata giorno festivo ed una gran folla, sia cittadina sia del contado, il 25 marzo si recava alla Basilica per venerare l’immagine miracolosa della Vergine Annunciata.

Racconta la storia popolare che i Servi di Maria, fondatori della Basilica, fecero dipingere l’affresco della loro ‘Vergine Gloriosa’ nel 1252 a un certo frate Bartolomeo, ma il pio artista, nel momento in cui si trovò a delineare il volto della Madonna, fu preso da un vuoto creativo e fu incapace di procedere nel lavoro; fece diversi tentativi che Io lasciavano però sempre più insoddisfatto, tanto che il poveretto quasi decise di abbandonare l’impresa. Una sera, improvvisamente fu preso da una strana sonnolenza; al suo risveglio, narra la leggenda, che il volto della Vergine gli si parò davanti prodigiosamente dipinto dagli angeli; il miracolo era compiuto! Questa Immagine venne considerata miracolosa e oggetto di grande venerazione soprattutto da parte degli sposi che ancora oggi si recano alla Basilica per lasciare il proprio mazzolino di fiori e chiedere benedizioni per la loro unione.

Una regione, ma tanti calendari diversi. In antichità non tutte le città toscane festeggiavano l’inizio dell’anno nello stesso momento: c’erano il Capodanno fiorentino e quello pisano (ma non solo)

A Firenze il capodanno è questione di stile. C’è il capodanno fiorentino in “stile dell’incarnazione”, ovvero il 25 marzo, e c’è la festa in stile moderno che si celebra il primo gennaio, dopo una notte di fuochi, brindisi e concerti. Un divertimento molto “recente”. In Toscana infatti, gennaio è diventato il primo mese del calendario soltanto nel 1750. Per questa ragione, il Capodanno fiorentino del 25 marzo ha davvero una lunga storia da raccontare. Scopriamola.

Il calendario della Toscana: il primo mese dell’anno poteva essere marzo o dicembre

Nei sistemi di datazione medievale, il termine “stile” indicava infatti la maniera di fissare il primo giorno dell’anno. Così, esistevano diversi stili e viaggiando da una città all’altra, poteva capitare di trovarsi un anno avanti o un anno indietro. In Toscana, gli stili più comuni erano due. Secondo lo stile della Natività, l’anno iniziava il 25 dicembre: Arezzo, Massa e Pistoia adoperavano questo sistema. Secondo lo stile dell’incarnazione invece, il 25 marzo – festa liturgica dell’Annunciazione – segnava primo giorno dell’anno nuovo, almeno a Firenze, Pisa, Prato e Fiesole. Anche se la repubblica marinara ebbe una certa particolarità, della quale parleremo.

In Italia e in Europa, altri stili importanti furono quelli veneto, bizantino e della Pasqua che fissavano il capodanno rispettivamente al primo marzo, al primo di settembre o in coincidenza della più importante festa cristiana, una festa mobile. Infine, il raro stile della circoncisione – detto anche stile moderno – cominciava il primo gennaio. A volte, i documenti medievali non esplicitano il sistema adottato. Gli studiosi possono avere di che confondersi.

Il Capodanno fiorentino e pisano del 25 marzo (ma con un anno di differenza)

Lo stile dell’Incarnazione fu applicato in due maniere diverse, al modo fiorentino e al modo pisano. Naturalmente l’inizio dell’anno rimaneva il 25 marzo, quando la Chiesa celebra l’annuncio del concepimento di Gesù, portato dall’arcangelo Gabriele a Maria. Una data rispettosa del tempo di gestazione: nove mesi dopo il 25 marzo è Natale. Tuttavia nel Medioevo – e al fine di contare gli anni ancora oggi – la nascita di Cristo veniva fissata 753 anni dopo la fondazione di Roma, corrispondente al nostro anno 1 avanti Cristo. Qui stava il problema: i fiorentini facevano partire il loro calendario, con una certa dose di controsenso, da 754 anni dopo la fondazione di Roma, mentre secondo i pisani l’Annunciazione doveva essere avvenuta, logicamente, nell’anno 1 avanti Cristo (753 anni dopo la fondazione di Roma).

In questo modo, il Capodanno fiorentino segue quello moderno di 2 mesi e 24 giorni, mentre il Capodanno pisano anticipa il nostro di 7 giorni e 9 mesi. Per chiarire: secondo i “vecchi stili” a Firenze il 25 marzo inizierebbe il 2023, mentre a Pisa in quello stesso giorno inizierebbe il 2024. Nel Medioevo comunale, la differenza tra Firenze e Pisa contava esattamente un anno. Tuttavia, i viaggiatori dovettero affrontare anche altri problemi. In alcune città furono usate entrambe le maniere. A Siena, lo stile dell’incarnazione è attestato dal X secolo, prevalentemente fiorentino ma non sempre. A Lucca, l’incarnazione fiorentina prevale fino al secolo XII, poi subentra lo stile della Natività, assieme a qualche raro documento “in pisano”.

Il Capodanno fiorentino del 25 marzo e il dipinto “miracoloso” nella Santissima Annunziata

IL DIPINTO MIRACOLOSO DI FRA BARTOLOMEO IN SANTISSIMA ANNUNZIATA

Il tema iconografico dell’Annunciazione è molto caro ai fiorentini. C’è l’Annunciazione affrescata dal Beato Angelico nel corridoio Nord del convento di San Marco, l’Annunciazione di Leonardo da Vinci, conservata gli Uffizi, nonché l’Annunciazione della Santissima Annunziata, un affresco miracoloso.

Secondo la leggenda legata a questa Madonna duecentesca, un certo pittore Bartolomeo non riusciva proprio a dipingerne il volto e dopo una serie di vani tentativi, si addormentò sfinito. Al risveglio, l’affresco era mirabilmente completato: opera degli angeli. I fiorentini divennero sempre più devoti verso l’immagine miracolosa (al centro anche della festa della rificolona). Probabilmente, le celebrazioni dell’Annunciazione presso questa chiesa rafforzarono il Capodanno fiorentino, durante tutta la storia della città.

Fine della storia: il capodanno fiorentino del 25 marzo lascia spazio al primo gennaio

Il 4 ottobre 1582, papa Gregorio XIII introdusse il calendario gregoriano, disponendo anche come l’anno dovesse iniziare il primo giorno di gennaio. Da buoni cattolici, gli Stati italiani accolsero rapidamente le decisioni papali. Tuttavia, Firenze e le altre città toscane continuarono ad applicare i vecchi stili al calendario nuovo. In questo modo la storia del Capodanno fiorentino durò quanto i Medici. Infatti, soltanto il granduca Francesco Stefano di Lorena decise che tutta la Toscana avrebbe dovuto cominciare l’anno nello stesso giorno e uniformarsi al sistema in vigore nella maggior parte dei Paesi europei. Per i toscani, il primo anno in stile moderno fu il 1750. In Piazza della Signoria, sotto la Loggia dei Lanzi, una targa rammenta la decisione.

Con il nuovo millennio, il Comune di Firenze ha ripreso a festeggiare il Capodanno fiorentino con il Corteo Storico della Repubblica Fiorentina che sfila dal Palagio di Parte Guelfa verso il Duomo, via de’ Servi e piazza Santissima Annunziata. Da quest’anno, anche la Regione Toscana ha inserito la sfilata nel calendario delle manifestazioni di rievocazione storica. I fiorentini entreranno finalmente nel 2023, i pisani correranno al 2024. Comunque una tradizione da riscoprire. In una giornata ricca di eventi.

6️⃣5️⃣ GRUPPI PARTECIPANTI A MASSA MARITTIMA 

6️⃣5️⃣ GRUPPI PARTECIPANTI A MASSA MARITTIMA 

TOTALE GROSSETO 371

TOTALE AREZZO 314

TOTALE FIRENZE 110

TOTALE LIVORNO 62

TOTALE MASSA CARRARA 66

TOTALE PISA 194

TOTALE PISTOIA 127

TOTALE PRATO 51

TOTALE SIENA 124

🔺TOTALE GENERALE FIGURANTI 1419

Capodanno dell’Annunciazione, grande festa a Massa Marittima

Il presidente della regione Toscana Eugenio Giani: “Tradizione e attualità fanno grande la Toscana”

Massa Marittima (Grosseto)

23 marzo 2024

La città toscana che ospita le celebrazioni del Capodanno dell’Annunciazione è Massa Marittima.

Tre giorni di festa che si concluderanno il 24 marzo con 65 gruppi storici, oltre 1500 figuranti provenienti da tutta la Toscana.

Ad aprire le celebrazioni il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani che nel pomeriggio era a Massa Marittima alla testa della parata storica accompagnato dal Gonfalone.

Più tardi il corteo ha raggiunto piazza Garibaldi dove si sono schierati i figuranti e si sono svolti i saluti istituzionali.

Insieme a Giani anche il presidente del Consiglio regionale Antonio Mazzeo e il sindaco di Massa Marittima Marcello Giuntini

ha detto il presidente Eugenio Giani ed ha spiegato

“Il Capodanno toscano sta sempre più diventando riferimento di tradizione, ma anche di attualità.

Non a caso abbiamo voluto che i 12 eventi del Festival dell’identità toscana si concentrassero in queste giornate che precedono il 25 marzo, per sottolineare come il Capodanno dell’Annunciazione rappresenti un’occasione di incontro, di vitalità sempre crescente, e di bellezza. Quest’anno è Massa Marittima il cuore della festa, proprio per l’importanza che nella nostra storia ha avuto la realtà massetana.

Dopo i 12 eventi della Festa dell’identità, la grande sfilata a Massa Marittima rappresenta l’esperienza dell’unità e della cultura della Toscana.

È una grande soddisfazione essere nella piazza in cui campeggia la grandezza della cattedrale di San Cerbone, esempio della capacità della Toscana di saper fare cultura. 

La Toscana da sempre è orgogliosa del proprio Capodanno, basti pensare che già Dante fa iniziare il viaggio salvifico della Divina Commedia proprio in questa occasione e che, nonostante l’adozione nel 1582 del calendario gregoriano che fissava l’inizio dell’anno al 1 gennaio, importanti città toscane come Pisa, Firenze, Lucca, Prato e Siena mantennero la tradizione di iniziare il loro anno nuovo il 25 marzo. La scelta di organizzare ogni anno in una città diversa il Capodanno dell’Annunciazione  ha riscosso un grande successo e lo dimostra l’invasione di figuranti oggi Massa Marittima segno di come la festa del Capodanno faccia vivere l’identità della nostra regione, la esalti facendo rivivere le fasi storiche che hanno caratterizzato l’anima della Toscana e la sua immagine nel mondo.

”Massa Marittima è il capoluogo della storicità che dall’XI secolo, col trasferimento della diocesi dall’antica Populonia è diventata centro di quell’area della Maremma costiera che vede in questa città il suo punto di riferimento. È una capitale Massa Marittima, lo è stata nel corso del secoli arrivando addirittura a battere moneta, fino a diventare, per volere di Cosimo riferimento per il Granducato di Toscana di cui quest’anno si ricordano i 455 anni dalla costituzione

ha detto il presidente del Consiglio regionale della Toscana Antonio Mazzeo 

“Siamo qui, siamo in tanti, da tutta la Toscana per tanto tempo il 25 marzo era l’inizio dell’anno civile. Ricordare tutto questo significa non solo guadare al passato, alla nostra storia, alle nostre tradizioni, alle differenze che animano la nostra regione, ma anche per per riconoscere il lavoro enorme che migliaia di donne e di uomini portano avanti ogni giorno dell’anno e per ricordare a tutti, cittadini, visitatori, turisti quello che siamo e per costruire, anche, messaggi di speranza e di futuro”

ha aggiunto il sindaco Marcello Giuntini 

“Questa festa per noi significa molto. Ci siamo candidati e siamo grati al comitato per le rievocazioni storiche e alla Regione Toscana che ci hanno scelti come città ospite per quest’anno. Siamo orgogliosi di poter ospitare questa manifestazione, alla quale aderiscono sempre più associazioni e che oggi vede 1500 persone che partecipano al corteo”

Prima di Massa Marittima hanno ospitato il capodanno dell’Annunciazione le città di Firenze ed Arezzo, rispettivamente nel 2022 e nel 2023, in base al principio di rotazione delle città ospitanti stabilito dal presidente della Regione Eugenio Giani.

È stato proprio il presidente Giani nel 2016, quando ricopriva la carica di presidente del Consiglio regionale, a definire in maniera formale il Capodanno Toscano come occasione di rievocazione storica pubblica, per ricordare che l’anno civile iniziava in Toscana il 25 marzo, tradizione rimasta in vigore fino al 1749.

Il 25 marzo, lo ricordiamo, è la data nella quale fino al 1749 in Toscana si faceva iniziare il nuovo anno.

Per ricordare questa storica data migliaia di figuranti in costume storico, provenienti da tutta la nostra regione, sono confluiti oggi a Massa Marittima trasformando di fatto la città nella capitale della rievocazione storica d’Italia.

Nelle piazze della città si sono svolte le presentazioni delle principali discipline legate alle manifestazioni storiche: dimostrazioni di sbandieratori e arcieri, danze rinascimentali e, naturalmente, balestrieri. 

Molti anche i momenti di approfondimento storico-culturale

#sapevatelo2024 

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