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PITTELLA A DESTRA, IL DAY AFTER

Cifarelli (Pd): «Non so se mi candido» Dibattito di coalizione tra Polese, Smaldini e Giorgetti. Il gladiatore lauriota: «Non è un accordo politico, ma un’intesa di programma»

“Oltre il giardino” ha riaperto i battenti questa settimana con un’attenzione particolare alle vicende politiche lucane che hanno animato il dibattito nazionale quanto regionale nelle ultime ore. Il conduttore Paride Leporace ha accolto come primo ospite in studio l’ex governatore lucano con il Pd e attuale consigliere regionale pluripotenziario di Azione in Basilicata Marcello Pittella, per approfondire le recenti dinamiche che hanno portato il suo partito a sostenere il centrodestra di Vito Bardi alle imminenti elezioni regionali del 21 e 22 aprile.

LA CADUTA DI «RESPONSABILITÀ» DI PITTELLA

Leporace ha esordito ricordando l’audio privato diffuso da Pittella ai suoi sostenitori, in cui utilizza una metafora sugli ebrei: «Sapete quando deportavano gli ebrei e dovevano portarli nelle camere a gas? Io sono un ebreo per loro che deve morire». “Loro” sono i dirigenti del Pd, che insieme a quelli del M5S, hanno indicato come candidato del centrosinistra il presidente della Provincia di Matera Piero Marrese e hanno deciso di allargare il perimetro della coalizione fino al parti- to di Calenda. Due minuti e 22 secondi: tanto dura il “vocale” inoltrato da Pittella a un gruppo di Azione che in poco tempo è passato di smartphone in smartphone, fino a diventare di pubblico do- minio e a rendere ancora più incandescente l’affaire Basilicata. Pittella ha ammesso la caduta di stile: «Sono profondamente dispiaciuto per l’accaduto e mi sono scu- sato con chi può essersi sentito offeso», sono state le parole scelte da Pittella per cercare di chiudere l’episodio di «una caduta di responsabilità, nemmeno di stile», arrivato dopo «giorni di stress e tensione emotiva» che «hanno generato una ingiustificata e totalmente non voluta iperbole in un audio privato». Rimarcando, però, la «strumentalizzazione eccessiva» che c’è stata sulla vicenda.

LE RAGIONI DELL’«INTESA DI PROGRAMMA» DI AZIONE CON IL CENTRODESTRA

Alla domanda di Leporace sulle ragioni della scelta di Pittella e di Azione di sostenere il centrodestra e l’uscente presidente della Regione Bardi, il “gladiatore” – come fu definito al- l’epoca della sua candida- tura a governatore – ha risposto con convinzione: «Non si tratta di un’accordo politico perché io resto della mia idea – spiega – si tratta di un’intesa di programma di governo riformista che Bardi e il centrodestra si è impegnato ad ascoltare, condividere e realizzare. Un programma che punta almeno su dieci grandi questioni che vogliamo provare a risolvere». Un programma che punta – alcuni esempi su tutti – sullo sviluppo dei servizi, gli investimenti, la transizione energetica, il lavoro, il rilancio della sanità e sull’inversione di rotta dello spopolamento. «Tutte cose – enfatizza Pittella – che con il Movimento Cinque Stelle sarebbero state impraticabili perché condividiamo ben poco della linea politica e dei programmi. C’è di fatto una dicotomia di veduta in termini di prospettiva per il Paese e anche per la Basilicata». In conclusione Pittella rimarca come questa “intesa” col centrodestra lucano sia «una nuova sintesi che noi proviamo a mettere in campo sui temi, provando a immaginare una nuova proposta da realizzare in concreto per la Basilicata risultato di una contaminazione tra le nostre idee e quelle di Bardi».

IL FALLIMENTO DEL “CAMPO LARGO” IN BASILICATA, LE RIFLESSIONI DI CIFARELLIFin dall’inizio del suo intervento nel programma di Cronache Tv, il consigliere della Regione Basilicata del Partito Democratico Roberto Cifarelli ha analizzato le ragioni del falli- mento del “campo largo” nel centrosinistra lucano. Cifarelli non negando che «ha traballato un po’ anche la mia convinzione di appartenenza politica storica dentro il Partito per come sono andate le cose» ha spiegato: «Il campo si è ristretto nel momento in cui sono prevalse le logiche dei veti piuttosto che quelle dell’inclusione». Re- spingendo l’idea che la candidatura di Angelo Chiorazzo fosse l’ostacolo nel trovare «una sintesi», anzi sottolineando che l’imprenditore di Senise proposto dal movimento politico “Basilicata Casa Comune” aveva dato «grande disponibilità a trovare soluzioni alternative». Cifarelli ha ribadito la convinzione del Partito Democratico nell’allargamento del campo e nell’inclusione del civismo, affermando: «Noi dovremmo provare a includere, non a escludere soggetti che vogliono stare insieme a noi». E rimarca: «In politica i veti non vanno mai bene. Lo dimostrano le condizioni in cui siamo perché il veto a Chiorazzo, a qualche altro candidato del Pd, ad Italia Viva e Azione. Alla fine – enfatizza Cifarelli – è chiaro che la coalizione non poteva essere che quella che è stata costruita almeno fino a que- sto momento». E ancora: «Il profilo di Piero Marrese è certamente il migliore per poter guidare il campo del centrosinistra in questa fase perché la sua esperienza politica è invece inclusiva».

L’INDECISIONE DI CIFARELLI PER UNA FUTURA RICANDIDATURA

Leporace ha poi affrontato il tema delle prospettive future, chiedendo a Cifarelli se fosse pronto a correre di nuovo con il Partito Democratico o se ci fossero ancora margini di indecisione su una sua futura ricandidatura in Regione. Cifarelli ha risposto sornione: «Sto riflettendo, perché non mi rassegno all’idea che potevamo avere una vittoria più facile. Non che non ci sia la possibilità di vincere – enfatizza il dem – ma sarebbe stato molto più semplicemente e questo mi fa riflettere sul da farsi. Le mie certezze – come del resto aveva ribadito ad inizio puntata – sono state messe seriamente in discussione. Poi, ovvia- mente, se il Partito solleciterà io sono sempre a disposizione, però una riflessione profonda su quel- lo che è accaduto e sta accadendo in queste ore è giusto farla prima di sottoscrivere la candidatura». L’intervento ad “Oltre il giardino” di Cifarelli si è concluso con un’analisi delle prospettive di una campagna elettorale efficace che «va ripresa dai programmi e dai temi» e delle sfide che attendono il Partito Democratico in Basilicata. Cifarelli ha ribadito la necessità di presentare un programma «concreto e credibile ai cittadini lucani», basato sulle criticità emerse durante l’Amministrazione Bardi che ha definito «il peggior Governo che la Regione Basilicata abbia mai avuto».

CENTRODESTRA TRA ALLEANZE, PROGRAMMI E CANDIDATI

Sempre in vista delle prossime Regionali di aprile, negli studi di Cronache Tv, nel programma di “Oltre il giardino” Leporace ha ospitato un dibattito tra tre figure chiave del panorama regionale: il consigliere regionale Gino Giorgetti del Gruppo Misto, la dirigente di Fratelli d’Italia e responsabile regionale del Dipartimento Organizzazione Ivana Smaldini e il vice presidente del Consiglio Regionale della Basilicata Mario Polese di Italia Viva. L’obiettivo: esplorare le alleanze in formazione attorno al candidato uscente di centrodestra Vito Bardi. Leporace ha aperto la puntata sottolineando come, solo cinque anni fa, gli ospiti occupavano posizioni politiche molto diverse. «Se avessimo una macchina del tempo, voi tre stareste su posizioni completamente differenti» ha affermato il conduttore prima di cedere la parola a Giorgetti, ex esponente del Movi- mento Cinque Stelle. Giorgetti ha offerto uno sguardo critico sul suo ex partito: «Quello era un Movimento con ideali e un’ideologia ben precisa, mentre quello di adesso è un partito piramidale con una testa a Roma che decide per tutti». Lamentandone «la perdita dell’approccio dal basso», evidenziata dalla scelta del candidato del centrosinistra decisa dai coordinatori regionali. «I suoi elettori la segui- ranno in questa nuova avventura in larga parte?», ha chiesto poi Leporace a cui di tutta risposta Giorgetti ha affermato: «Non credo che si voti esclusivamente per ideologia alle Regionali, ritengo che nella maggior parte dei casi sarà un voto alla persona piuttosto che verso il partito». Poi è stata la volta di Ivana Smaldini che ha affermato con orgoglio come «Fratelli d’Italia è uno dei pochi partiti che è rimasto fedele a sé stesso nel tempo». Riguardo all’allargamento del centrodestra verificatosi nelle ultime ore, ha dichiarato: «Non bisogna mai personalizzare la politica, quando si pone su una questione personale si comincia ad andare verso il fallimento». Ha sdrammatizzato l’impatto dell’ingresso di figure come Marcello Pittella di Azione o di «altre anime non propriamente rientranti nel perimetro classico del centrodestra» nella coalizione affermando che l’obiettivo principale è «la governabilità e il buon governo». Mario Polese di Italia Viva – altro partito che ha annunciato di entrare nella coalizione del centrodestra a sostegno di Bardi – ha portato la prospettiva di un giovane quarantenne con un intenso percorso politi- co che ha chiarito come «ci siamo persuasi tutti all’unanimità dell’idea che, per i rapporti intercorsi in questi anni col presidente Bardi, benchè da posizioni diverse, e per i profili programmatici che noi abbiamo immaginato di costruire con Bardi e la coalizione con cui abbiamo fatto un accordo programmatico, questa potesse essere la migliore scelta possibile». La discussione si è quindi spostata sulle alleanze e le prime candidature ufficiali. Giorgetti non ha espresso «timori reverenziali» rispetto al nuovo assetto della coalizione di centrodestra: «Ho dato la mia disponibilità direttamente al presidente Bardi quando mi è stato richiesto, quindi parteciperò con piacere a queste elezioni regionali. Sono convinto che i cittadini lucani apprezzeranno il lavoro svolto da me in Consiglio regionale in quest’ultimo anno e mezzo in cui ho cercato di risolvere tutte le problematiche che mi sono state poste». Smaldini ha ribadito l’importanza di una lista forte con un programma comune: «Ciò che conta è avere un’agenda condivisa per il bene della Basilicata». «Il nostro obiettivo – pro- segue la dirigente FdI – è quello di portare Fratelli d’Italia e quindi la coalizione di centrodestra più in alto possibile, per fare questo ci vogliono dei candidati credibili, forti e soprattutto dei candidati che siano disposti a lavorare concretamente sul programma e sui grandi temi e che guardino anche ad ambiti diversi». Polese ha spiegato come in precedenti interlocuzioni tra la coordinatrice nazionale di Italia Viva Raffaella Paida e il presidente Bardi «è emersa la volontà comune che Italia Viva con la sua delegazione partecipi alla costruzione di una lista civica in qualche maniera riferita al presidente Bardi. Penso che sia un’occasione per caratterizzare un pezzo della coalizione che – come evidenziato in puntata anche da Smaldini – è eterogenea ed ampia. Credo che questo sia oggettivamente un valore aggiunto e sia sicuramente attestabile alla capacità anche di relazione del presidente Bardi che è riuscito a costruire un rapporto dal punto di vista in primis personale positivo che ci ha consentito anche di smussare quelle differenze politiche che ovviamente permangono ma noi siamo tra quelli che pensano che – enfatizza Polese – la proposta è migliore della protesta e che la politica sia proprio l’arte di sintetizzare posizioni diverse per costruire azioni positive per i cittadini». Giorgetti ha poi parlato di programmi: «Il programma del centrodestra sarà quasi sicuramente basato sul piano di sviluppo della Regione Basilicata, che è un progetto già in corso e che il presidente Bardi sta già portando avanti in questo suo primo mandato. Ci saranno sicuramente dei punti focali per ognuno di noi, ognuno sceglierà probabilmente il suo tra quelli presenti nel piano». Tra i punti sicuramente la sanità, il lavoro e l’industrializzazione, i servizi, il rilancio del turismo e della cultura e l’ambiente. Dal canto suo, Polese ha rimarcato come «riconosciamo che il presidente Bardi abbia fatto delle cose buone in questi 5 anni, ma siamo anche consapevoli che ci sono dei campi e dei settori in cui si va fatto molto ma molto di più».

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