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HIGHLANDER, MUSACCHIO AL 3° MANDATO

La governance cambia solo forma: dall’Au al cda. al comando resta l’avvocato condannato. Consorzio di Bonifica, si oppone solo Confagricoltura: Busciolano fa Pilato, la Regione si astiene

In Regione muta il colore politico della maggioranza, al Consorzio di Bonifica della Basilicata cambia forma la governance, ma comunque al comando dell’Ente c’era, c’è e rimarrà, dopo 10 anni di mandato già svolti, l’avvocato, recentemente condannato in primo grado dal Tribunale di Matera, Giuseppe Pio Musacchio. Dal centrosinistra al centrodestra, è, senza soluzione di continuità, la costante. Prima Commissario straordinario, poi Amministratore unico e adesso, per i prossimi 5 anni, presidente del Consiglio di amministrazione del Consorzio di Bonifica. Il provvisorio, l’eccezionalità originaria del Commissario, che diventa definitivo: l’esterno, con- dannato (pena sospesa) a 1 anno e 6 mesi di reclusione proprio nella qualità del ruolo apicale al Consorzio, che pur non brillando per i risultati economico-gestionali, comunque sopravvive. Tra i numeri e le opportunità, ovvero inopportunità, politiche, la precedenza alle seconde. Sarebbe da comprendere per cosa protestino gli agricoltori davanti alla Regione Basilicata se poi al Consorzio non scelgono neanche uno dei loro. Ad ogni modo, dopo le correzioni sui 35 eletti dell’Assemblea consortile, e dopo la presa d’atto dei 4 componenti nominati dalla Conferenza dei sindaci, ieri il giorno del voto sul rinnovo, poi dimostratosi tale soltanto a livello terminologico, dell’Organo amministrativo del Consorzio. In Assemblea, la mozione per il Consiglio di Amministrazione in luogo dell’Amministratore unico. Formule diverse, per confermare lo status quo, ampliando i posti ed i compensi da distribuire. Proposta ai voti: un contrario, Giovanni Lippo di Confagricoltura, l’organizzazione alle elezioni consortili ha partecipato insieme a Copagri, e 2 astenuti. Tra i due astenuti, il capo di Gabinetto del presidente della Giunta regionale, Michele Busciolano, che, proprio lo scorso febbraio, è stato confermato quale componente del- l’Assemblea in rappresentanza della Regione. Il componente di nomina regionale esprime in Assemblea voti pari al 32 per cento del totale e, pertanto, voti equivalenti a quelli espressi da 16 componenti elettivi. Al di là dell’effettiva o meno influenza del voto di Busciolano sull’esito finale, da registrare il da- to che dalla Regione Basilicata, preferito il silenzio. Interventi, voto e fine lavori: CdA a 5, con il presidente Musacchio af- fiancato da 3 componenti di Coldiretti ed uno della Cia. In Assemblea i consorziati, al comando no: l’esterno. «Avrei auspicato – ha dichiarato Lippo di Confagricoltura – che gli agricoltori dimostrassero di sapersi autogestire, ma gli agricoltori eletti non sono stati in grado di nominare un presidente agricoltore». «Musacchio – ha aggiunto Lippo – inopportuno sia sotto l’aspetto politico che tecnico. Ogni anno, per esempio, per chiudere il Bilancio si è dovuto ricorrere all’aiuto della Regione Basilicata». Al Consorzio in perdita, salvo interventi della Regione, continua a vincere Musacchio. Con o senza condanna penale, nel caso con, comunque senza essere agricoltori e senza aver di- mostrato positive capacità gestionali, al Consorzio di Bonifica c’è speranza: basta incrociare le giuste opportunità, ovvero inopportunità, politiche. Che queste siano di centrosinistra o di centrodestra, poco incide. Il caso Musacchio da indizio a prova, è ormai alla stregua di prova provata.

Di A.Carponi

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