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BARDI, È SUO IL VERO CAMPO LARGO

A sinistra sempre più campetto larghino. Il re delle coop bianche sfida Conte: «Resto in pista». Il Gen apre a Italia Viva, Azione e alle civiche. Fratelli d’Italia con Quarto assente

Esistono due Fratelli d’Italia. Esiste il Partito nazionale con il suo grande leader Giorgia Meloni che detta legge, riesce a risolvere controverse questioni internazionali sospese da anni, ottiene il ritorno in Patria di Chico Forti e ancora prima quello di Patrick Zacki, parla al tavolo della Nazioni Unite con autorevolezza di orgoglio italiano e con il suo Governo contribuisce al rilancio dell’economia nazionale e ad un nuovo protagonismo patriottico e che si prepara alla sfida storica europea della prima maggioranza di centrodestra con i Conservatori accanto ai Popolari. Esiste, poi, quasi come contraltare e contrappasso il Partito locale che appare rassegnato e immobile nelle sue scelte. Un Partito che ha subito, senza mai provare ad essere protagonista, le decisioni romane sulla presidenza della Regione e che sembra rinunciatario nell’esercitare un ruolo propositivo nelle scelte del futuro. Ha subito la decisione della riconferma di Bardi senza neanche mai provare ad indicare una strada alternativa e ora sta subendo le strategie del Generale senza neanche provare a pianificare mosse per incidere. Il Partito di Maggioranza relativa che non è in grado di essere Partito guida ma viene trascinato dagli eventi, senza nessun sussulto neanche momentaneo di dignità.

SERVE UN COMMISSARIO ELETTORALE

Un contrappasso che appare ancora più marcato se si considera che i due segretari provinciali Vincenzo Claps e Michele Giordano, appena eletti, stanno svolgendo al meglio delle proprie capacità e con il massimo entusiasmo e vigore quanto devono fare. In provincia di Matera è stato riassettato il Partito nella città dei Sassi. A Potenza Claps ha già riunito più volte l’Assemblea degli iscritti e i segretari cittadini per parlare delle imminenti elezioni amministrative. Non così la Segreteria regionale. Il segretario regionale Piergiorgio Quarto non è pervenuto. Al di là di un comunicato stampa fatto insieme a tutti i deputati e ai segretari provinciali, non esce dal guscio del silenzio. Non sappiamo se il Partito di Maggioranza relativo sia d’accordo all’allargamento del perimetro della coalizione ad Azione ed Italia Viva, non sappiamo se condivida la formazione di liste civiche di sostegno a Bardi, non sappiamo se in qualche modo stia lavorando per completarle. Il Partito è lasciato a sé stesso. Ciascuno corre per la sua campagna elettorale personale, per raccogliere le sue preferenze senza nessuna visione strategica complessiva. Un danno che non riguarda sol- tanto FdI ma che rischia di ricadere su tutta la coalizione. Il partito di Giorgia Meloni, infatti, ha il compito di trainare elettoralmente e politicamente la coalizione, ha il dovere di tenere in piedi la squadra, di dettare la linea al Presidente e ai suoi alleati, di tracciare una linea strategica e di farla condividere agli alleati. Nulla di tutto ciò sta accadendo. Forse ha ragione qualcuno quando dice che accanto alla Meloni c’è una classe dirigente territoriale meno che mediocre e che, proprio per mancanza di questa classe dirigente, il presidente del Consiglio non ha avuto neanche la possibilità di proporre un’alternativa credibile al nome di Bardi. Nella storia della destra italiana sotto elezioni, soprattutto quando il segretario regionale è impegnato in una campagna elettorale personale, è stato sempre nominato un commissario elettorale. Se potessimo parlare a chi decide in Fratelli d’Italia chiederemmo immediatamente la nomina di un commissario elettorale. Questo immobilismo del primo Partito rischia di danneggiare il centrodestra e la stessa democrazia bipolare in Basilicata.

BARDI FA IL “CAMPO LARGO”

Proprio al contrario di quanto sta accadendo nella classe dirigente lucana di FdI, Bardi mostra un iperattivismo personale e una capacità di dialogo con le altre forze politiche che ne danno la stura e la dimensione di leader. Il dialogo con Italia Viva è ormai arrivato al risultato di portare i renziani con lui. Marcello Pittella e Azione sono in dirittura di arrivo. Tutto questo il presidente lo sta facendo in prima persona, senza incorrere né passare per la mediazione dei Partiti della coalizione. Una sfida personale fatta di scelte personali quella del Generale. Una capacità di allargamento del perimetro della coalizione che si nutre anche di due liste civiche composte da amministratori locali che risponderanno direttamente a lui dopo la vittoria. Mentre il Partito guida non conduce nessun movimento, il Generale si sta attrezzando per portare a suo sostegno in Consiglio una maggioranza composta da uomini di fiducia e nella quale non esisterà per nessuno il diritto di veto e di condizionamento. Mentre a sinistra il campo diventa un campetto, a destra il “campo largo” sta nascendo davvero con la forza tranquilla di Bardi e la capacità di mediazione che il Generale sta mostrando in questi giorni.

Di Massimo Dellapenna

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