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BARUFFA CHIORAZZO, BARUFFI E TARUFFI COMMISSARIANO IL PD

Renzi fiuta la sconfitta e vira su Bardi. Speranza e De Filippo fermi su Chiorazzo. Margiotta: “Allargare con altro nome per vincere”

di Massimo Dellapenna

La Direzione Regionale del Partito Democratico si è riunita, ha discusso, ha litigato (per poco non si arrivava alle mani tra Speranza e Pappalardo) e ha deciso di perdere tempo.

Si può riassumere così quanto accaduto ieri in un clima di surreale illogicità, di contraddizione di ogni principio di buon senso, di senso del ridicolo superato a piene mani.

Prometteva bene il giovane segretario Lettieri appena eletto, giovane sindaco, capace di governare bene il suo comune, imprenditore con il senso della realtà contro le ideologie dominanti nell’utopia dem. Evidentemente le promesse sono state fagocitare dal disordine logico che da qualche anno colpisce quello che fu il Partito Regione.

Andreotti sosteneva che il potere logora chi non ce l’ha. Il Divo non aveva idea di quanto potesse logorare il potere di chi c’è l’aveva e lo ha perso.

IL PD SFIDA ARISTOTELE

La logica aristotelica è semplice. Tra i vari punti essenziali c’è il principio di non contraddizione. È molto facile da comprendere. Non si possono sostenere nello stesso ragionamento due frasi tra di esse contrapposte.

Il PD lucano, sostanzialmente era chiamato a scegliere tra la fedeltà a Chiorazzo e la lealtà al “campo largo”, posto che gli altri membri del campo largo vogliono stare con il PD ma non con Chiorazzo.

Lettieri, con il sostegno di Speranza, è riuscito a proporre e fare approvare una mozione che tiene insieme opzioni contrapposte e incompatibili.

Sostanzialmente il PD dice che da’ il sostegno a Chiorazzo in una alleanza con tutte le altre forze del “campo largo”.

Le altre forze del campo largo hanno già notificato che con Chiorazzo non vogliono andare ma il PD insiste e tiene la posizione. Ha dimenticato di non essere più il partito Regione e crede di poter costringere gli altri ad accettare le sue decisioni.

LA LOGICA TESTARDAMENTE UNITARIA DI MARGIOTTA

Esattamente come all’inizio di questa stagione politica, l’unico che tiene il filo del ragionamento razionale è Salvatore Margiotta.

L’ex sottosegretario qualche mese fa, quando la direzione del PD decise di votare la mozione per il sostegno a Chiorazzo, provò a convincere il duo Speranza-Lettieri che non era il caso, che sarebbe stato più opportuno indicare un proprio nominativo da mettere al tavolo della discussione.

Le sue parole non furono ascoltate, la furia di Speranza e l’ingenuità di Lettieri portarono il PD nel baratro.

Ieri ha provato in tutti i modi a portare la discussione su proposte di mediazione, sulla possibilità di aprire anche ad altre soluzioni, sulla necessità di sedersi con gli alleati per decidere. Anche questa volta non è stato ascoltato.

Margiotta era pronto a fare sottoscrivere un documento dal titolo chiaro “testardamente unitari” nel quale si faceva riferimento alla necessità imprescindibile di costruire la coalizione con il M5S e tutto il centrosinistra prima ancora di discutere dei nomi.

Un documento assolutamente in linea con la strategia nazionale del PD e con quello che i delegati della Schlein stavano cercando di spiegare al testardo Speranza.

Esattamente come quattro mesi fa, in tarda nottata dopo una delle sospensioni della direzione e quando Taruffi e Baruffi erano andati via indignati, e’ stata posta ai voti la mozione nella quale si dichiarava la fiducia incondizionata del PD verso Chiorazzo.

Quando si legge di decisione unanime non si tiene conto che tantissimi rappresentanti erano andati via non condividendo né il merito né il metodo della votazione.

Ci chiediamo soltanto cosa ci faccia una mente brillante come Margiotta in un partito che ormai ha abbandonato ogni logica politica per trasformarsi in una locomotiva impazzita lanciata a bomba contro la logica.

LETTIERI E SPERANZA COMMISSARIATI

La novita di ieri sera è che la Schlein ha inviato i suoi missi Dominici nelle persone di Baruffi e Taruffi. Sembra un gioco di parole ma sono due autorevolissimi esponenti nazionali dei Dem, uomini autorevoli della prima cerchia di governo di Schlein.

I due sono venuti a Potenza nel tentativo di convincere i recalcitranti uomini del PD a comprendere che viene prima la coalizione e poi gli uomini.

Se ne sono andati prima che la direzione finisse, durante una delle sospensioni dei lavori con l’idea che la discussione si sposta a Roma.

Speranza ha inveito contro di loro ritenendoli responsabili della sconfitta delle prossime elezioni. La sinistra lucana ha, del resto, già conosciuto l’invincibilità delle strategie politiche di Speranza quando dal cilindro del ministro è uscito il nome di Bianca Andretta candidata sindaco di Potenza senza neanche arrivare al ballottaggio.

Forse anche a Roma si sono resi conto della sua capacità di non sbagliare un errore.

La decisione ora si sposta nei palazzi romani. Forse sarà più facile trovare un accordo tra Schlein e Conte che tra gli immaturi e irrazionali lucani del PD.

E pensare che, se avessero dato retta a Margiotta già qualche mese fa ora si starebbe giocando un’altra partita.

Forse però qualcuno vuole solo gestire la sconfitta.

Sornione, ma anche egli fermo su Chiorazzo, De Filippo che pero, conoscendolo, un’exit strategy in mente pure l’avrà.

TRA BARDI E SPERANZA RENZI SCEGLIE BARDI

Che il problema del centrosinistra e del PD siano proprio Chiorazzo e Speranza è emerso ictu oculi stamani quando Renzi, leader di Italia Viva, ha dichiarato chiaramente che in Abruzzo sostiene D’Amico contro Marsilio ma in Basilicata dovendo scegliere tra Bardi e Speranza preferisce il Generale.

Qualcuno svegli Lettieri dal suo sonno della ragione. Dire che vuole Chiorazzo (benedetto da Speranza) e il campo largo significa credere che sia possibile realizzare ciò che la logica non consente.

Magari fa ancora in tempo ad ascoltare i consigli di Margiotta, scaricare Speranza e Chiorazzo e provare a costruire l’alleanza con i partiti del campo largo.

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