BasilicataCronaca

LIBERATI I 3 LUCANI SEQUESTRATI IN MALI

I coniugi Langone, originari di Ruoti, insieme al figlio nel 2022 erano stati rapiti da un commando jihadista

Sono stati liberati i tre cittadini italiani di origini lucane, Rocco Langone, la moglie Maria Donata Caivano e il figlio Giovanni Langone, che erano stati sequestrati il 19 maggio 2022 nella loro abitazione alla periferia della città di Koutiala, a Sud Est della capitale del Mali, Bamako, dove vivevano da diversi anni. Nonostante la lunga prigionia, aveva comunicato Palazzo Chigi, «i componenti della famiglia Langone godono di buone condizioni di salute». La conferma, al loro rientro in Italia avvenuto ieri con l’arrivo a Ciampino. Ad accogliere la famiglia Langone, anche il vice presidente del Consiglio e ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani. La premier Giorgia Meloni ha espresso la sua soddisfazione: «Voglio esprimere le mie più sentite felicitazioni per la liberazione dei nostri tre connazionali sequestrati nel 2022 in Mali e ringraziare per lo straordinario lavoro l’Aise che, di concerto con il Ministero degli Esteri, ha consentito questo non facile risultato». «La forza della nostra diplomazia – ha dichiarato il parlamentare lucano di Fratelli d’Italia, Salvatore Caiata – è nella qualità dei nostri rapporti, funzionali agli ottimi risultati raggiunti dal nostro Governo. Per tale ragione voglio esprimere la mia gioia per la notizia della liberazione dei nostri tre connazionali sequestrati nel 2022 in Mali». «Tutto questo – ha aggiunto e concluso il presidente dell’InCe Caiata – non sarebbe stato possibile senza lo straordinario lavoro compiuto dall’Aise che, di concerto con il Ministero degli Esteri, ha consentito questo non facile risultato. Finalmente i nostri connazionali possono tornare a casa in Basilicata. Un altro importante risultato per la diplomazia italiana ma soprattutto per il nostro Presidente Meloni a guida del nostro Governo». I coniugi Langone, originari di Ruoti dove abita ancora una sorella di Rocco, Maria, erano da anni emigrati in Lombardia. Un altro figlio della coppia vive in provincia di Lecco. Rocco e Maria Donata si erano recati in Mali cinque anni prima del sequestro per andare a trovare il figlio Giovanni, residente da anni nel paese. Avevano poi deciso di restare, come scelta di vita, integrandosi all’interno di una comunità esistente di testimoni di Geova. All’epoca del rapimento, il padre aveva 64 anni, la moglie 62 e il figlio 42. I Langone vivevano a Sicnina, un villaggio alla periferia della città di Koutiala, nella regione di Sikasso, 270 km a sud est di Bamako, capitale de Mali. L’area, al confine con il Burkina Faso, registra un’alta presenza di jihadisti. I tre sarebbero stati prelevati dalla loro abitazione da un commando di quattro uomini arrivati a bordo di una Toyota. A rapirli era stata una fazione jihadista riconducibile al Jnim, il Gruppo di supporto per l’Islam e i musulmani, vicino ad Al Qaeda e attivo in larga parte dell’Africa occidentale.

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