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OGGI DECISIVO IL VERTICE ROMANO

La Lega all’assalto della disperazione: sul tavolo la rinuncia al 3° mandato per i presidenti. Scelta la data del voto (21 e 22 aprile), da ufficializzare il candidato: per Bardi sempre più bis

Come ad ogni elezione, stabilita la data del voto inizia il vero ballo della politica. Fino a questo momento è stato tutto un giro di schermaglie, di mezze frasi, di incontri informali e di possibilità. Ora si inizia a fare sul serio. Proprio ieri cinque anni fa il centrodestra ufficializzava la candidatura di Bardi. Cinque anni fa era martedì, il sabato si sarebbero presentate le liste. Il centrosinistra, invece, avrebbe trovato la sintesi su Trerotola qualche giorno più tardi. Questo per dire che siamo perfettamente in linea con i tempi abituali della politica, almeno con quella degli ultimi tempi. Nel tempo dei social, del resto, non serve più tanto tempo per raggiungere gli elettori. Gli strumenti tecnologici consentono una diversa e più veloce comunicazione. Non è necessario tanto anticipo. In molti casi muoversi prima può essere controproducente.

OGGI IL CENTRODESTRA SI RIUNISCE A ROMA

Da quanto apprendiamo dalle colonne de “il Giornale” di proprietà della famiglia Berlusconi sarà oggi il primo degli incontri che si terranno tra i leader della coalizione di centrodestra. Sul tavolo non ci sono soltanto le candidature per le elezioni regionali e comunali di primavera-estate ma anche tante altre questioni. A leggere le pagine del giornale della famiglia Berlusconi le trattative potrebbero essere incentrate su due elementi. Da un lato, la Lega ritirerebbe le proposte per il terzo mandato, dall’altro gli alleati dovrebbero riconoscergli le presidenze di Umbria e Basilicata, consapevoli che senza il terzo mandato la Lega per la prima volta perderà il Veneto non potendo candidare Zaia. Una situazione piuttosto delicata considerando che è proprio il Veneto il terreno dello scontro tra Lega e Fratelli d’Italia con i secondi che sono consapevoli di essere per la prima volta il primo partito nella Regione della Serenissima Repubblica di San Marco e rivendicano la Presidenza di una Regione del Nord.

BARDI RESTA IN POLE POSITION

Ovviamente tutto lascia intendere che Bardi sia in assoluto vantaggio per la candidatura a Presidente. Lo stesso “Giornale” ribadisce l’inamovibilità di Forza Italia nella difesa dell’uscente. Il Generale ha, del resto, ricevuto la visita di Barelli proprio ieri. Una visita che, al di là delle frasi di circostanza, appare una vera e propria benedizione illimitata nei confronti del Presidente in carica. Il Generale, secondo il capo dei deputati azzurri, ha fatto bene, ha cambiato la Basilicata e merita la riconferma. Molti credono che l’ufficialità della candidatura avverrà nelle prossime ore, dopo il vertice romano, anche se qualche fonte di rango afferma che il tutto verrà rinviato a dopo le elezioni regionali di Sardegna ed Abruzzo in modo da poter verificare i numeri reali dei partiti e la tenuta della coalizione. Ipotesi suggestiva, ma improbabile. La forza del centrodestra resta comunque la sua granitica unità che consente oggi anche di immaginare ad un allargamento della coalizione oltre i confini classici del suo perimetro.

NEL CENTROSINSITRA È CAOS

Non la stessa cosa sembra essere nel centrosinistra. Mentre, infatti, il centro- destra ha un elettorato abituato a sentirsi parte di un progetto comune ed una classe dirigente abituata a lavorare insieme, non è così per il centrosinistra. L’elettorato di sinistra, quello di centrosinistra, quello del Movimento Cinque Stelle e quello dei moderati sono fortemente differenti l’uno dall’altro con classi dirigenti che per molto tempo si sono fatte la guerra, hanno avuto posizioni diametralmente opposte e hanno ottenuto e chiesto il consenso per sostenere idee avverse l’una all’altra. In questo quadro, in cui già non è facile fare sintesi, ha fatto irruzione la candidatura autorevole quanto lacerante di Chiorazzo cui si è affiancata una certa non prontezza del Pd a costruire i tavoli delle discussioni e degli incontri. Un po’ come, sempre in maniera Illuminata, suggeriva ieri Margiotta per addirizzare il tiro. Attualmente la partita sembra svolgersi più sui social, sugli organi di stampa e sui media che nei tavoli preposti. Lo schema è semplice ed è facilmente illustrabile. Chi ritiene che non si possa costruire la coalizione intorno al re delle Coop accusa lui ed i suoi sostenitori di dispotismo e di conflitto di interessi, chi crede che sia l’unica soluzione possibile taccia chiunque ponga un qualsivoglia legittimo dubbio di essere un disfattista al soldo della destra. Ci sarebbe da ridere se non fosse che la democrazia ha bisogno non soltanto di una dialettica sana e completa tra le pareti politiche contrapposte ma anche di confronti fondati su idee proposte in modo urbano e non su offese personali illimitate.

VALVANO PONE QUESTIONI POLITICHE

«Dopo che i buoi sono scappati si pensa di chiudere la stalla ammettendo i propri errori? È tardi! Non si può trovare un’intesa con chi costruisce la sconfitta»: sono nette e senza dubbi di interpreta- zione le parole che Livio Valvano affida alla sua pagina Facebook. Una parola che chiude la porta definitivamente non solo al supporto a Chiorazzo (sul quale il leader socialista ha sempre espresso perplessità) ma anche a qualsiasi scenario di coalizione. Il leader dei socialisti lucani, storico ed autorevole sindaco di Melfi accusa i registi della coalizione di volere soltanto gestire la sconfitta. Un concetto che sembra sempre più palesarsi tra gli elettori e i quadri intermedi della sinistra e del M5S lucano. A Iudicello che invita il segretario dei socialisti ad avere un approccio più costruttivo, Valvano risponde con un netto «io per la sconfitta non ci sono» che neanche il richiamo alla lotta contro la Lega e la Fiamma Tricolore di FdI tentato da Iudicello riesce a smuovere. «Non mi appassiona la ricerca dei colpevoli per una ragione molto semplice: sono noti a tutti. Ma non è questo il punto. Ho capito da tempo che c’è una frattura che non si vuole sanare!», risponde l’ex sindaco di Melfi alla sollecitazione di Iudicello. Per anni la sinistra ha cercato di aggregare l’incompatibile sulla base del richiamo alla lotta contro un barbarico nemico comune. Questa volta, almeno in Basilicata, neanche questo richiamo alla cacciata dei leghisti e di FdI riesce a ricompattare un fronte sempre più lacerato e rotto. Di tempo ce n’è ancora tanto e le soluzioni si possono sempre trovare. La politica ci ha abituato a tutto ma quello che a noi appare chiaro è che, al di là dei nomi e delle sigle, il centrodestra ha una compattezza politica e valoriale. Il centrosinistra no.

Di Massimo Dellapenna

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