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INIZIA LA SETTIMANA DECISIVA

Arriva il capogruppo FI alla Camera Barelli, amico del Gen: oggi il decreto per votare il 21 aprile. Cdx unito, con Bardi lavora all’allargamento. Nel csx è caos: Chiorazzo che farà?

Oggi Paolo Barelli verrà a Potenza. Il capogruppo alla Camera incontrerà in mattinata Forza Italia regionale e il suo amico, Vito Bardi, presidente della Regione Basilicata, prima di recarsi poi, sempre con quest’ultimo, in pomeriggio all’Unibas per un importante evento sullo Sport. Verosimilmente sarà riaffermata la volontà di Forza Italia di ricandidare il presidente uscente e a ribadire la centralità del Generale nella coalizione di centrodestra in Basilicata. E così, stesso oggi, il presidente dovrebbe emanare il decreto che fissa al 21 aprile le elezioni regionali. È, dunque, una settimana decisiva quella che inizia oggi.

QUI CENTRODESTRA

Il centrodestra ha la certezza di presentarsi unito. Tajani, Meloni e Salvini più volte – ed in qualsiasi circostanza – hanno ribadito che l’unità della coalizione è un valore. Del resto la coalizione di centrodestra si presenta unita da oltre venti anni, governa insieme o è all’opposizione insieme dal Trentino alla Sicilia e governa la Nazione. E così, più che il Bardi bis che non sembra in discussione, la coalizione maggioritaria può pensare all’allargamento del suo perimetro. Le trattative con Italia Viva sono molto avanzate e le parole al fuoco di Renzi l’altro giorno a Matera sulla Commissione Covid contro Conte, Speranza e indirettamente Chiorazzo, lasciano presagire che l’intesa è in dirittura d’arrivo. Sempre al centro non è esclusa una apertura ad Azione, se si riuscisse a limare la squadra in campo.

QUI CENTROSINISTRA

Se è vero che ci sono voci nel silenzio, in quello del centrosinistra girano le voci più incontrollate. A differenza della coalizione maggioritaria, la minoranza non ha ancora la certezza di avere unità. Il nome di Chiorazzo ha aggregato ed eccitato molti ma ha lacerato e diviso tanti. Il M5S non ne vuole sapere e il Pd è spaccato. Gli strateghi cercano soluzioni alternative e i pontieri si applicano per fare superare le diffidenze. Le due missioni non sembrano semplici. Non aiuta Chiorazzo nella volontà di aggregare la coalizione la comunicazione amica che continua ad attaccare chiunque ponga dubbi sulla sua persona. Non aiuta la ricerca di una soluzione alternativa la mancanza di un tavolo di discussione e, soprattutto, il fatto che il re delle Coop non è un politico. Un politico, infatti, sa che esiste un momento in cui è necessario fermarsi e vestirsi da padre nobile. La politica è fondata sulle trattative e sulle rinunce. La politica è l’arte del possibile. Chiorazzo non è un politico, fa parte di quelle persone che possono fare a meno di candidarsi e che, anzi da una candidatura ha tutto da perdere sia in caso di vittoria che di sconfitta. Questa è la sua forza ma anche la cosa che rende debole ogni ipotesi alternativa. Speranza lo ha convinto ascendere in campo, il Pd lo ha benedetto, una richiesta di passo indietro sembrerebbe e potrebbe apparire tardiva e una forma di “bruciatura” che un grande imprenditore potrebbe non accettare. Per fare un esempio, chiedere a Chiorazzo di fare un passo indietro dopo averlo lanciato sarebbe come se qualcuno avesse chiesto a Berlusconi di non fondare Forza Italia dopo averla annunciata. La soluzione del dilemma passa da elementi politici ma anche da strutture mentali personali e caratteriali. Quello che è certo è che contro un centrodestra unito nelle sue certezze si schiera un centrosinistra lacerato che, anche se dovesse riunire le strutture partitiche, non è detto riesca ad unificare gli elettorati. Le lotte intestine lasciano sempre macerie anche quando sono formalmente risolte.

Di Massimo Dellapenna

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