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CROLLO DI FIRENZE: LA STORIA DI ESSELUNGA E LA PRESA DI POSIZIONE DELLA SOCIETÀ E DEI SINDACATI DOPO LA TRAGEDIA

L’azienda immobiliare è La Villata Spa, partecipata al 100% dalla catena di supermercati, presieduta dall’ex ministro Angelino Alfano. Esselunga ha acquisito l’intera società pochi mesi fa acquistando il 32,5% che era posseduto da Unicredit al prezzo di 435 milioni. L’esecutrice dei lavori è l’Aep, Attività Edilizie Pavesi. Ha sede a Pieve del Cairo in provincia di Pavia

È GIUSTO INFORMARE 

LUTTO DOLORE E RABBIA 

Le vittime identificate sono 

1️⃣ Mohamed Toukabri, 54 anni, tunisino

2️⃣ Mohamed El Farhane, 24 anni, marocchino

3️⃣ Taoufik Haidar, 43 anni, marocchino

lavoravano tutti per la GO Costruzioni di Villongo (Bergamo).

La quarta vittima è un

4️⃣ marocchino di 23 anni


CROLLO DI FIRENZE: LA STORIA DI ESSELUNGA E LA PRESA DI POSIZIONE DELLA SOCIETÀ E DEI SINDACATI DOPO LA TRAGEDIA 


La vera storia di Esselunga e di Bernardo Caprotti nel libro del figlio Giuseppe

La storia e le vicende della catena di supermercati Esselunga sono state raccontate poco e male perché il fondatore della catena, Bernardo Caprotti, aveva  un cattivo rapporto con i giornalisti e anche un “brutto carattere”. Certo, a un manager non si può chiedere di essere buono e gentile con tutti, ma  la lista delle persone poco gradite a Bernardo era lunga. In prima fila c’erano i comunisti e le persone “di sinistra”, poi c’erano i dipendenti sindacalizzati (negli anni 80′ quasi mille lavoratori hanno lasciato l’azienda di Limito).


Un’operazione simile si è ripetuta negli anni 2000 quando hanno abbandonato l’azienda più di 150 manager. Nella lista delle persone poco gradite troviamo anche i due figli del primo matrimonio (Giuseppe e Violetta) che hanno lavorato in azienda per 10 o 20 anni e sono stati estromessi in malo modo, senza apparenti motivi. Al  fianco di Bernardo Caprotti è rimasta una sola persona, la segretaria Germana Chiodi che ha beneficiato di bonus per un totale di 10 milioni durante gli anni di lavoro, per poi entrare nell’asse ereditario ricevendo 75   milioni.

Il padre padrone di Esselunga

Bernardo Caprotti era un padre padrone che nella vita ha emarginato tutti quelli che gli sono stati vicino, compresi  la madre, i fratelli e altri parenti. Si tratta di un uomo che ha comandato senza farsi problemi e che ha segnato la vita di molte persone con le sue decisioni autoritarie. Questo è il quadro che emerge dal libro “Le ossa dei Caprotti” edito da Feltrinelli, uscito ai primi di novembre. Il libro, scritto dal figlio di Bernardo, Giuseppe, racconta in modo meticoloso la storia della famiglia e le vicende di Esselunga da quando è stato aperto il primo punto vendita a Milano fino a pochi anni fa. Il libro è avvincente, sembra di leggere la telenovela di una ricca famiglia lombarda con moltissimi colpi di scena. In realtà non si tratta di una vicenda romanzata frutto della fantasia dell’autore, bensì di una storia vera.

Bernardo Caprotti  verrà ricordato come un manager che ha portato avanti un’azienda considerata un modello a livello internazionale, forte di 25 mila dipendenti, oltre 5 milioni di clienti fidelizzati e un fatturato di circa 8,8 miliardi. Tutto questo è vero, ma c’è qualcos’altro da ricordare che viene spiegato molto bene nel libro.

IL SUCCESSO DI ESSELUNGA

reca la firma di altri due Caprotti che si chiamano Giuseppe e Violetta: i figli. Sono loro che  hanno impresso la svolta decisiva alla catena salvo poi essere cacciati violentemente dal padre che non voleva cedere il passo alla nuova generazione.

Il vero inventore di Esselunga

Nel volume viene rivelato che la nascita di Esselunga non è stata frutto di un progetto di Bernardo Caprotti. Il libro racconta come la Ibec, società americana di Nelson Rockfeller, decisa ad aprire alcuni supermercati a Milano, si affida ai fratelli Crespi (editori del Corriere della Sera) e a Marco Brunelli che diventano azionisti di minoranza della nuova società. Poi, in un secondo momento, Brunelli proporrà a Rockefeller di far entrare come azionisti anche Bernardo e Guido Caprotti. Ma l’uomo di riferimento di Rockefeller rimarrà Marco Brunelli, che però quando la società si sgancia dagli americani, verrà scaricato da Bernardo insieme al fratello Guido Caprotti.  Questi ultimi due apriranno poi i supermercati GS.

L’altro aspetto poco conosciuto è che Giuseppe, figlio di Bernardo, nel 1986 entra nell’ufficio tecnico di Esselunga e che per due anni va in America a lavorare presso i supermercati  Dominick’s. Negli States  il giovane Giuseppe svolge vari ruoli, dall’ operaio generico all’addetto agli  scaffali, alle casse e acquisisce una certa esperienza. Negli Usa studia  anche le dinamiche del supermercato e impara a gestire i prodotti, a calcolare la redditività e a trattare con i fornitori.

L’arrivo del biologico

Questo periodo sarà importantissimo per il giovane Caprotti che, poi, in azienda trasferirà le conoscenze maturate. Le novità consistono in un rapporto più disteso con i dipendenti, nell’avvio di una comunicazione aziendale basata sulla trasparenza, oltre agli aspetti più pratici. Esselunga sarà la prima catena a introdurre sugli scaffali i prodotti biologici e quelli del commercio equo e solidale. Poi arrivano le carte Fidaty  che adesso contano oltre 5 milioni di clienti fidelizzati (anche questa è  una nuova iniziativa per l’Italia). Ultima ma non certo meno importante è l’avvio della spesa on line e della spesa a domicilio, che ora rappresentano una fetta significativa del fatturato. Si tratta di grandi novità che caratterizzeranno la catena e collocheranno Esselunga in cima alla classifica dei supermercati per redditività efficienza, e che la  rendono una delle catene con i prezzi più bassi.

{Un investimento sbagliato nel progetto immobiliare Santa Giulia ha messo a rischio la catena}

L’allontanamento dei figli 

Oltre a queste novità di rilievo, Giuseppe introduce metodi di contabilità industriale basati su nuove logiche che fanno aumentare i profitti. Nel 1994 inaugura l’ufficio marketing , del quale diventerà direttore, e lavorerà con sua sorella Violetta che si occuperà di comunicazione. Poi arrivano le prime ricerche di mercato firmate Nielsen e IRi, impensabili fino a qualche anno prima. Ci sono altre iniziative che Giuseppe e Violetta mettono in campo per ammodernare Esselunga, ma tutto ciò è poco conosciuto perché viene attribuito al padre. Bernardo inizialmente prende atto del cambiamento e nomina il figlio amministratore delegato, salvo poi allontanarlo in modo molto brusco. Giuseppe viene “licenziato” e con lui anche lo staff dirigente.

Il rischio di chiusura 

Per chi ha seguito un minimo la storia di Esselunga il libro è davvero avvincente e racconta particolari inediti molto interessanti. La figura di Bernardo Caprotti come padre ne esce malissimo, mentre l’uomo imprenditore rivela criticità sconosciute. Pochi sanno del rischio di “chiusura” per via di un grossissimo investimento immobiliare all’interno progetto  del nuovo quartiere  Santa Giulia a Milano.  Non così succede per l’immagine della catena che, nonostante le vicissitudini familiari, era e resta una delle migliori in Italia.

” Le ossa dei Caprotti ” di Giuseppe Caprotti, pagine 400, Feltrinelli 2023,  20,00 €

P.S. Il libro non è venduto nei supermercati Esselunga.

© Riproduzione riservata. Foto: ilfattoalimentare, Esselunga, Depositphotos

Secondo una prima ricostruzione, una delle grandi travi portanti del tetto sarebbe caduta sopra il solaio

L’effetto domino è immediato: cadono calcinacci ovunque e muri di contenimento. Alcuni residenti e cittadini di passaggio, si girano verso il cantiere e diventano, loro malgrado, spettatori increduli del crollo

La gravità dell’incidente è annunciata dal rumore delle sirene che squarciano l’aria. Sono i soccorsi che arrivano veloci uno dietro l’altro: ambulanze, vigili del fuoco, polizia, carabinieri, polizia locale. Tra le prime figure istituzionali ad accorrere, il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani che parla di “drammatica tragedia. Il sindaco della Dario Nardella, che in questi giorni e’ impegnato in una missione istituzionale in Israele e Palestina annuncia il rientro immediato in Italia, affidando ai social il suo pensiero: “Dolore e sgomento per la tragedia”

UN INFERNO DI CEMENTO E FERRO: CROLLO DI FIRENZE, MACERIE COME IN UN TERREMOTO

La tragedia nel cantiere dove era in costruzione un supermercato: cinque fra morti e dispersi. Incessante il lavoro delle squadre di soccorso per il recupero di chi manca all’appello

Cemento e ferro, macerie ovunque.
È stato come un terremoto.

Nella pancia del cantiere del futuro supermercato il crollo di una pesantissima trave in cemento provoca morte e distruzione.

Erano passate da poco le nove quando la gente dei palazzi che si affacciano sul grande cantiere ha sentito un TREMENDO BOATO seguito da una fitta nuvola di polvere. La trave ha improvvisamente ceduto travolgendo tutto, come in un devastante effetto domino, e inghiottendo otto operai. Tre si sono salvati, ma per gli altri le speranze appaiono subito vane. 

E sono impressionanti le immagini che arrivano dai vigili del fuoco, e che mostrano la distruzione. Come un terremoto in piena Firenze, tra i quartieri di Novoli e Rifredi, dove il cantiere andava avanti spedito per la realizzazione di un maxi supermercato, più parcheggio e parco pubblico da oltre cinquemila metri quadrati. 

Cinquanta i vigili del fuoco con varie specializzazioni a lavoro, sfidando loro stessi il pericolo. Serve scavare attentamente, un movimento sbagliato può far provocare ulteriori crolli. Per questo la ricerca dei dispersi va avanti in maniera incessante ma lenta. Una situazione che viene costantemente seguita dalle istituzioni: prefettura, procura, Comune, Regione, forze di Protezione Civile. 

Crollo di Firenze, committente dei lavori l’immobiliare di Esselunga: presidente l’ex ministro Alfano

Il nome “La Villata spa” campeggia nel cartello all’esterno del cantiere dove sono morti gli operai

Committente: “La Villata spa. Immobiliare di investimento e sviluppo”

Sulla recinzione laterale del cantiere di via Mariti diventato “Ground zero” campeggia un cartello che racconta l’architettura dell’opera, il chi fa cosa e per conto di chi.

Lo studio di ingegneria titolare del progetto secondo il cartello è quello di Marco Passaleva, un nome noto a Firenze nel settore:

“Non sono io il progettista del prefabbricato”

tiene solo a dire Passaleva raggiunto telefonicamente da Repubblica

Committente: “La Villata spa. Immobiliare di investimento e sviluppo”

Gurrieri associati lo studio di architettura.

In cima a quel cartello c’è però il nome di una società, La Villata spa, che è l’immobiliare del gruppo Esselunga e dietro cui salta fuori un nome molto noto: Angelino Alfano.

Nei mesi scorsi Esselunga è salita al 100% del capitale della società comprando da Unicredit il 32,5% per 435 milioni, dopo i Rotelli e i Gavio

E l’ex pluriministro Alfano, un protagonista dell’era berlusconiana, oggi partner del noto studio legale Bonelli Erede, è finito nelle grazie anche di Marina Sylvia Caprotti, figlia del defunto Bernardo, fondatore di Esselunga, e della madre Giuliana, tanto da essere nominato capo della società

Crollo nel cantiere Esselunga a Firenze, la ditta è la stessa dell’incidente che avvenne l’anno scorso a San Benigno

Villata spa è l’immobiliare partecipata al 100% da Esselunga

Il 10 febbraio 2023 tre operai erano rimasti feriti a causa del cedimento di una rampa del parcheggio

Continuano le operazioni dei Vigili del Fuoco all’interno del cantiere per la nuova Esselunga di Firenze dove ieri, per il crollo di un’architrave in cemento armato, hanno perso la vita cinque persone.

Nella notte è stata estratta dalle macerie la quarta vittima mentre procedono le ricerche del quinto operaio, il cui corpo è stato individuato

L’azienda committente e la ditta appaltatrice del crollo di ieri a Rifredi sono gli stessi degli incidenti avvenuti nel cantiere di un altro supermercato del gruppo lombardo della grande distribuzione a Genova: la Villata spa, l’immobiliare partecipata al 100% da Esselunga e Aep, attività edilizie pavesi, con sede a Pieve di Cairo, in provincia di Pavia.

Si tratta di quanto accaduto a San Benigno il 10 febbraio del 2023 quando tre operai rimasero feriti nel

“CEDIMENTO DI UNA RAMPA”

del parcheggio per il supermercato.Dopo la Asl3, anche la Procura di Genova aveva aperto un fascicolo per far luce sul rispetto delle norme di sicurezza dopo il cedimento della rampa a cui, pochi mesi dopo, era seguito il CROLLO DI UNA CANCELLATA

In entrambi i casi, fortunatamente, non si sono registrate vittime, solo alcuni feriti.

Il crollo della cancellata aveva causato il ferimento grave di un lavoratore, rimasto ricoverato in gravi condizioni al San Martino.

La Asl3 genovese aveva fatto sequestrare l’area e la Procura di Genova aveva aperto un fascicolo mettendo sotto la lente la ditta esecutrice dei lavori e quella che avrebbe dovuto effettuare i controlli sulla sicurezza. Dopo il dissequestro il cantiere è ripartito. 

Strage in cantiere a Firenze, la ditta appaltatrice presieduta dall’ex ministro Alfano: è la stessa dell’incidente a Genova nel 2023

Un anno fa un altro crollo in un cantiere per un supermercato Esselunga a San Benigno. Tre operai rimasero feriti

Poco più di un anno tra un incidente e l’altro, con esiti completamente diversi

L’azienda committente e la ditta appaltatrice, coinvolte nel crollo nel cantiere ESSELUNGA di Firenze che ha tolto la vita a quattro persone lasciandone una dispersa, sono le stesse di un altro incidente simile, verificatosi il 10 febbraio del 2023 a Genova. In zona San Benigno, tre operai erano rimasti feriti a causa del cedimento di una rampa del parcheggio installata presso la nuova Esselunga.

L’azienda immobiliare è La Villata Spa, partecipata al 100% dalla catena di supermercati, presieduta dall’ex ministro Angelino Alfano. Esselunga ha acquisito l’intera società pochi mesi fa acquistando il 32,5% che era posseduto da Unicredit al prezzo di 435 milioni. L’esecutrice dei lavori è l’Aep, Attività Edilizie Pavesi. Ha sede a Pieve del Cairo in provincia di Pavia.

Alfano presidente della ditta immobiliare del crollo di Firenze

Ex delfino di Silvio Berlusconi

Alfano è stato ministro della Giustizia nel governo Berlusconi IV e ministro dell’Interno dei governi Letta e Renzi. Oggi, Alfano non è solo presidente di La Villata, ma partner dello studio legale Bonelli Erede. Secondo quanto riporta l’edizione fiorentina di Repubblica, ad assicurargli il ruolo di rilievo sarebbero stati i buoni rapporti con Marina Sylvia Capriotti, la figlia di Bernardo Capriotti, il fondatore di Esselunga, e di Giuliana Gagliardi, la moglie, oggi entrambi defunti. Lo studio di ingegneria che ha lavorato al progetto, si legge sul cartello affisso all’esterno del cantiere, è invece quello di Marco Passaleva, titolare di diverse opere a Firenze e dintorni. Lo stesso Passaleva specifica a Repubblica di non essere lui il progettista del prefabbricato interessato dal crollo.

Crollo a Firenze, al lavoro nel cantiere Esselunga c’erano 30 ditte in subappalto

L’impresa esecutrice è l’Aep Attività Edilizie Pavesi. La committente è La Villata Spa

Firenze, 16 febbraio 2024

Una delle tragedie sul lavoro più gravi degli ultimi anni in Italia. Il crollo della trave in via Mariti a Firenze è un caso nazionale e i sindacati sono già sul piede di guerra.

In base a quanto appreso, l’impresa esecutrice dei lavori nel cantiere dove c’è stato il crollo con vittime e feriti risulta l’Aep Attività Edilizie Pavesi srl, con sede a Pieve del Cairo (Pavia). Tuttavia, riportano gli stessi sindacati, la costruzione del nuovo supermercato Esselunga sta impegnando oltre 30 aziende in subappalto. La società committente dei lavori risulta La Villata spa (Rpt: La Villata spa), Immobiliare di investimento e sviluppo, con sede a Milano.

Come si può ricavare dal cartello esposto ai limiti del cantiere, i tecnici che si occupano dei lavori sono numerosi professionisti, in prevalenza dell’area fiorentina. La direzione dei lavori è dello studio Gurrieri Associati di Firenze. La progettazione architettonica è dell’architetto Fabio Nonis di Milano.

17 febbraio 2024

Ancora morti sul lavoro. Landini lancia da Pisa una “reazione immediata e mobilitazione generale”

Il numero uno della Cgil al centro Le Benedettine per il convegno organizzato dal sindacato toscano, Ires e Università di Pisa:

“Il Paese deve fermarsi, c’è un attacco generale al mondo dei lavoratori in nome del profitto ad ogni costo”

“Il livello di precarietà e di destrutturazione del lavoro di oggi non l’avevamo mai visto prima e non riguarda solo i cantieri edili ma anche i Pronto soccorso, dove sempre più spesso lavorano le cooperative al posto dei medici. La riorganizzazione del lavoro attraverso appalti, sub appalti ed esternalizzazione è alla base anche della conflittualità sociale che viviamo nel tempo di oggi”

È partito dalla tragedia di Firenze, il leader della Cgil, Maurizio Landini, per parlare delle difficoltà del presente nel suo intervento alle Benedettine, al convegno

“Il lavoro e la storia. L’esperienza dell’università di Pisa”

promosso da Ires, Cgil Toscana e Ateneo pisano per celebrare l’inaugurazione nei prossimi giorni del sesto anno di attività del corso di laurea in Storia del lavoro, promosso dall’università pisana in collaborazione con il sindacato. La tragedia fiorentina ha del resto polarizzato tutta la mattina pisana e proprio dall’auditorium del polo universitario Landi ha evocato perfino lo sciopero generale rispetto all’ennesima sciagura sul lavoro.

“Serve una reazione immediata e una mobilitazione generale – ha detto rivolto alla platea di sindacalisti, studenti e docenti universitari – è necessario che il Paese si fermi”

Del resto secondo il segretario

“una situazione di questa natura, la destrutturazione e precarietà del lavoro, esaspera anche le relazioni sociali e acuisce la rabbia”

Poi ha rivendicato il ruolo politico della Cgil:

“Siamo sempre stati un sindacato che ha tutelato il lavoro ma anche che si è battuto, attraverso questo impegno, per il miglioramento delle condizioni di vita dei lavoratori. È il nostro modo di fare politica, nel senso più nobile del termine, per affermare l’emancipazione dei lavoratori e delle lavoratrici”

Del resto, ha aggiunto più volte nel suo intervento,

“oggi il punto non è se il lavoro che in crisi, perché secondo noi, e lo ripetiamo da tempo, c’è un attacco generale al mondo del lavoro in nome del profitto ad ogni costo ed è per questo che serve una mobilitazione da parte di tutti, perché a essere a rischio è il futuro stesso del sindacato confederale, che nei decenni trascorsi si è battuto attraverso la contrattazione collettiva per tutelare i lavoratori e le loro condizioni di vita”

Per invertire la rotta, secondo Landini, c’è solo una strada:

“Dobbiamo rimetterci sui territori in contatto diretto con i lavoratori e abbiamo bisogno di coerenza nelle azioni che facciamo, anche usando lo strumento referendario per difendere la Costituzione che rischia di essere stravolta: la democrazia la si difende solo praticandola”

Maurizio Landini:

“Troppi subappalti, il lavoro ha perso valore. È l’ora di scioperare”

Il segretario Cgil annuncia la mobilitazione con la Uil dopo la strage di Firenze.

“Se si chiedono turni massacranti ai lavoratori, inevitabilmente i rischi aumentano. Abbiamo avanzato le nostre proposte al governo, ma non c’è stato confronto”

17 febbraio 2024

Una nuova tragedia sul lavoro che distrugge altre vite umane: di che cosa è il frutto?

“Ci troviamo di fronte a un’ennesima tragedia che potrebbe avere tante cause – avvisa il leader della Cgil Maurizio Landini –. La violazione delle leggi sulla sicurezza, ritmi insostenibili di lavoro, l’età spesso molto elevata, la condizione di precarietà, la scarsa formazione, un sistema di appalti e subappalti che deresponsabilizza i datori di lavoro e scarica su lavoratrici e lavoratori tutti i rischi. Ma potrebbero essere anche tutte le cause insieme ad aver prodotto questa tragedia. Di sicuro c’è una certezza”

Quale?

“Il lavoro ha perso valore e lavoratrici e lavoratori sono le vittime di un sistema insostenibile. Un Paese in cui ogni giorno contiamo delle vittime dovrebbe interrogarsi e trattare vicende come questa come una delle principali emergenze. Per queste ragioni la Cgil e la Uil, insieme alle categorie degli edili e dei metalmeccanici, hanno dichiarato per mercoledì 21 febbraio due ore di sciopero nazionale, mentre tutte le altre categorie programmeranno nella stessa giornata iniziative di mobilitazione e assemblee nei luoghi di lavoro in tutta Italia”

L’edilizia si conferma uno dei settori, se non il settore, più a rischio.

“Nonostante alcuni passi in avanti rilevanti fatti negli ultimi anni, soprattutto nel privato riscontriamo una catena troppo lunga di subappalti che comporta un peggioramento delle condizioni di lavoro e un forte disinvestimento su prevenzione e sul rispetto della normativa sulla sicurezza. Nel cantiere di Firenze, per esempio, sappiamo che erano presenti più aziende in subappalto. Se manca la formazione adeguata, se si richiedono al personale turni massacranti, come accade spesso nel sistema delle manutenzioni, i rischi inevitabilmente aumentano. E aumentano in un settore in cui già alcune prestazioni sono particolarmente esposte al rischio”

Come tentare di uscire da questo circolo di rischio e di morte?  

“Anche nel privato si dovrebbero esportare accordi virtuosi come quello sottoscritto il 30 novembre scorso dal sindaco di Roma nella veste di Commissario straordinario per il Giubileo, dai sindacati dell’edilizia e dalle principali associazioni datoriali. Un accordo importantissimo per merito, metodo e per il messaggio concreto che lancia, perché dimostra che si possono fare grandi opere tutelando i diritti e la sicurezza dei lavoratori e senza massimi ribassi o subappalti a cascata”

Il nodo cruciale del pericolo, dunque, è nella filiera di appalti e subappalti: perché?

“Il pericolo sta proprio nell’allungamento delle filiere: nel momento in cui si moltiplicano gli appalti e i subappalti a cascata, si frammentano le produzioni e i servizi, la competizione tra aziende diventa esclusivamente sul costo del personale. Ciò si traduce spesso in salari più bassi, assenza di formazione, assenza di prevenzione del rischio di incidenti”

Come intervenire?

“Va cancellato il sistema degli appalti a cascata nel codice degli appalti nel pubblico, ma serve intervenire soprattutto sul sistema degli appalti privati. La soluzione è garantire gli stessi diritti e le stesse condizioni di lavoro in tutta la filiera. Serve naturalmente anche un sistema di controlli efficace: se le aziende che violano la legge sanno di non rischiare alcun controllo e alcuna sanzione, continueranno sempre a non rispettare i diritti di lavoratrici e lavoratori”

Si sostiene da parte della Lega (che polemizza direttamente con lei) che il codice degli appalti è in linea con le direttive europee.

“La recente modifica al codice degli appalti pubblici per quel che riguarda gli appalti a cascata ha indubbiamente peggiorato un quadro già fortemente compromesso. La normativa europea non può rappresentare un alibi dietro cui trincerarsi quando fa comodo mentre quando non conviene si diventa improvvisamente sovranisti”

A livello più complessivo che cosa fare per avere un livello di sicurezza degno di un Paese civile?

“La Cgil, insieme con le altre Confederazioni, a questo governo ha fatto delle richieste precise poche settimane dopo il suo insediamento. Purtroppo, dobbiamo registrare l’assoluta assenza di confronto, nonché di provvedimenti che possano invertire una tendenza. Anzi, ci sentiamo di dire che, quando si peggiora la legislazione sul lavoro anche introducendo nuove forme di precarietà, o si peggiora il sistema previdenziale, non si fa altro che peggiorare la situazione”

Che cosa chiedete al governo?

“Serve introdurre per le imprese un sistema di valutazione del rispetto delle normative, una patente a punti, impedire gli appalti al massimo ribasso, garantire formazione e aggiornamento permanenti, rafforzare il sistema dei controlli a partire dall’assunzione di ispettori che controllino le imprese e dal rafforzamento della medicina del lavoro nel territorio”

#sapevatelo2024 

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