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REGIONALI, BONACCIA E REMI IN BARCA

Il cdx non ha fretta di votare e, quindi, neanche di decidere. Bardi in vantaggio su tutti ma aspetta l’ufficialità. Csx, Chiorazzo partito troppo presto non sa che fare: il M5S attende ordini

Le macchine sembravano pronte a partire. I comitati elettorali già iniziavano ad essere arredati. Le campagne di comunicazione erano già ideate. Chiorazzo ha lanciato la sua poderosa e “gioiosa macchina da guerra” (absit iniuria verbis) già da mesi, le folle oceaniche hanno già riempito le sale plaudenti sia a Potenza che a Matera. Sull’altro fronte, Vito Bardi già sembrava lanciato per stabilire a data delle elezioni pronto a rivincerle con il vento in poppa dei sondaggi elettorali. All’improvviso tutto si è fermato. I partiti hanno deciso che non c’è fretta. Nel centrosinistra i Cinque Stelle hanno ordinato lo stop a Chiorazzo e il Partito Democratico si è accodato nel “macchina ferma” imposto da Conte in attesa di primarie che non verranno mai. Il centrodestra ha incassato le parole di Salvini e quel «non abbiamo ancora deciso niente» che significa che serve un altro o altri tavoli di discussione per decidere. Tavoli che non sono convocati e che certamente non si terranno prima della fissazione della data delle elezioni.

STALLO ALLA MESSICANA

E così tutto si è fermato. Le elezioni regionali sono andate in stato di stand by, come se ci fossero ancora molti mesi fino alla fine della legislatura. Siamo convinti che si voterà tra fine maggio e inizio giugno e che l’election day sia sempre più probabile. Cinque anni fa fu un ricorso dei pentastellati ad impedirlo. Questa volta c’è un decreto che lo indica come possibilità, una volontà politica che va in quella direzione e anche i Cinque Stelle non paiono avere grossa fretta. Svolgere le elezioni regionali insieme alle europee, del resto, per le efficienti macchine politiche che sono rispettivamente in grado di mettere in campo, possono aiutare proprio i Cinque Stelle e Fratelli d’Italia. Sarà alle elezioni europee, infatti, che le macchine della propaganda migliori sfodereranno maggiormente la loro forza. Lo sanno i Cinque Stelle e lo sa bene anche il centrodestra che ha tutto l’interesse ad avere un partito e una coalizione ben trainata dai leader nazionali e dai loro strumenti di propaganda. Lo stesso Bardi aspetta e spera in una visita della Meloni. Il Presidente del Consiglio dei Ministri è andata personalmente in Abruzzo e in Val d’Aosta e alla Regione Lazio per incontrare i Governatori e firmare con loro il patto di coesione. Se accadesse anche in Basilicata sarebbe una straordinaria benedizione per Bardi che intelligentemente spera che avvenga e aspetta di avere a Potenza direttamente dalle mani del Premier una consacrazione che apra la sua campagna elettorale. Chi rischia di arrivare consumato è Chiorazzo che, essendo partito troppo presto, non sa più cosa inventarsi per entrare nel centro della scena e c’è già chi nel centro sinistra inizia a pensare che sia consumato.

VINCE LA NOIA

E, se a Sanremo ha vinto il bellissimo brano della nostra bravissima Angelina Mango, l’effetto noia sembra essersi riprodotto e moltiplicato anche in Basilicata. La noia blocca la politica, la consuma e le tiene ferma. I partiti hanno i motori caldi ma non ricevono lo start per partire. A Roma sono concentrati sul Milleproroghe e Mattia incassa la vittoria di Fratelli d’Italia con il Governo che ha riconosciuto le ragioni degli agricoltori. I partiti sono pronti alla grande sfida che può rompere il centrosinistra europeo e portare la destra al governo insieme al Partito Popolare. La storia passa da Bruxelles, così come la soluzione dei problemi degli italiani ed è là che tutti sono concentrati con la Lega che annuncia l’accordo con l’UDC per fare liste più forti e liberarsi dell’etichetta di “estremista”. Le elezioni regionali lucane non sono la priorità ma siamo certi che si discute nelle segrete stanze, nei corridoi, nel lungo transatlantico che definisce ogni cosa nelle cortine di fumo anche se le sigarette sono vietate. Noi in quelle segrete stanze non ci siamo. Registriamo soltanto le comunicazioni ufficiali che per adesso non arrivano da nessuna parte. Prima delle elezioni c’è tanto ancora da fare e la politica non è uno sport da centometristi ma da maratoneti, si vince se si aspetta il momento giusto per partire e non se ci si lancia in una fuga senza speranza.

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