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DA BRUXELLES NICOLA CAPUTO : IL GIORNO PIÙ LUNGO DELL’AGRICOLTURA EUROPEA

“Ma il posto dell’Europa deve essere con gli agricoltori e non contro, come accade anche plasticamente in queste ore. Molte delle rivendicazioni degli agricoltori sono più che giustificate ed è arrivato il momento che l’Europa prenda decisioni urgenti e concrete per dare risposte ad un settore che non può aspettate i tempi lunghi della nuova Pac”

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DA BRUXELLES NICOLA CAPUTO : IL GIORNO PIÙ LUNGO DELL’AGRICOLTURA EUROPEA 


Il giorno più lungo dell’agricoltura europea
Diario da Bruxelles :

Sono stato a Bruxelles nelle ore più difficili per l’agricoltura europea.

Mai come in questo momento, questi palazzi del quartiere Eu, sono il luogo cruciale delle scelte e del dibattito in corso.

Ci troviamo nel pieno di una crisi strutturale del rapporto delle Istituzioni europee con il suo settore primario.

Le agitazioni sono arrivate qui nel cuore d’Europa, dove ritrovo le immagini drammatiche del filo spinato e degli sbarramenti che cingono il Parlamento Europeo per respingere l’arrivo degli agricoltori in protesta.

Ma il posto dell’Europa deve essere con gli agricoltori e non contro, come accade anche plasticamente in queste ore. Molte delle rivendicazioni degli agricoltori sono più che giustificate ed è arrivato il momento che l’Europa prenda decisioni urgenti e concrete per dare risposte ad un settore che non può aspettate i tempi lunghi della nuova Pac.

L’Europa deve mettere con decisione al centro della sua agenda politica l’agricoltura e le sue esigenze se vuole davvero costruire un futuro prospero per i suoi cittadini.
L’agricoltura è un organismo vivo che ha bisogno di misure che si aggiornano di continuo a seconda delle mutate esigenze che non rispondono più alle rigide regole della burocrazia


Sono stato a Bruxelles, nel ruolo di componente del Comitato Europeo delle Regioni, anche per dare il mio contributo alla soluzione di una parte delle criticità che affliggono il mondo agricolo

Una di queste criticità riguarda la Gestione del Rischio per fronteggiare l’esposizione dell’agricoltura ai pericolosi scenari dettati dal cambiamento climatico, ma anche per tracciare le coordinate politiche da perseguire non solo a livello europeo

Sono tornato tra gli scranni dell’emiciclo del Parlamento Europeo, non senza qualche emozione, per l’approvazione (all’unanimità) del #Parere sulla “#GestionedeiRischi e regolamentazione dei mercati: gli strumenti per rafforzare la sostenibilità dell’agricoltura europea” a cui ho lavorato negli ultimi mesi

È stato davvero un risultato importante, un primo passo concreto in difesa del reddito degli agricoltori

Ringrazio innanzitutto, il Presidente ed i colleghi della Commissione NAT per aver sostenuto attraverso un confronto dialettico, ma sempre propositivo e costruttivo, il mio progetto di Parere

Abbiamo dato una prima risposta alle tante imprese agricole compresse dalla crisi e dalle conseguenze della lentezza, e a volte dall’immobilismo, che l’UE mostra verso i suoi agricoltori e le proprie famiglia

Nonostante il “climate change” sia strutturale, le misure di Gestione del Rischio e tutela del reddito in Agricoltura sono ritenute ancora marginali e soprattutto non meritevoli di un’immediata attenzione nell’attuale PAC, pensata e scritta in un contesto storico climatico e di mercato profondamente diverso dai tempi che viviamo.

Sono profondamente convinto che l’Europa deve cambiare criterio nelle politiche agricole, o il futuro dei nostri agricoltori sarà a rischio.

Serve un approccio innovativo ed è fondamentale assicurare la sostenibilità economica delle aziende agricole. Non farlo significherebbe venire meno ai principi fondamentali del Green Deal, così come della strategia Farm to Fork
Servono innovazione, tecnologie, investimenti e la creazione di un terzo pilastro sociale nella futura PAC a tutela dei lavoratori agricoli, come sostenuto dalla Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen

Lotta ai cambiamenti climatici, tutela dei lavoratori e stabilizzazione del reddito agricolo sono concetti che devono coesistere.

È per tutti questi motivi che il parere votato in plenaria diventerà nell’imminente futuro uno degli elementi centrali del dibattito politico della nuova legislatura e della PAC post 2027

Il documento approvato infine, traccia anche una “road map”per il futuro dell’Agricoltura europea per garantire la tutela del reddito agricolo.

Prendiamo insomma, atto che i rischi legati alle calamità naturali a cui sono sempre più esposti gli agricoltori sono oggi un pericolo ineludibile per chi decide le politiche di sostegno all’agricoltura e alle aree rurali

È importante prendere atto che un mondo nuovo si è palesato; la volatilità del mercato delle materie prime agricole, non è riconducibile solo alla crisi derivante dal conflitto Russia vs Ucraina; è la risultante di un equilibrio mondiale che è radicalmente mutato.

Quindi, non occuparsi oggi di un nuovo modello di intervento per affrontare ex ante ed ex post in modo efficace il cambiamento di scenario complessivo che gravita intorno alla sostenibilità economica delle aziende agricole dell’UE, significa implicitamente rinunciare agli obiettivi della PAC per la protezione dell’ambiente, del paesaggio, della biodiversità e del benessere degli animali.

Ma significa, soprattutto, rinunciare al modello di agricoltura europeo e quindi con la sua fine anche la fine del nostro continente.

Nicola Caputo

#sapevatelo2024

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