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RIPACANDIDA, BARILE E GINESTRA: «PROVVEDIMENTO A DISCAPITO DEI TERRITORI»

Sul dimensionamento scolastico, i sindaci Chiarito, Murano e Pompa: «Prevalsa la logica del “divide et impera”»

Il Piano di dimensionamento scolastico approvato nei giorni scorsi dalla Regione Basilicata ha creato malcontento e polemiche in tutto il territorio. I sindaci di Ripacandida, Barile e Ginestra rispettivamente Chiarito, Murano e Pompa hanno espresso le loro perplessità in merito al provvedimento. Ma andiamo per ordine. «Era il 30 novembre scorso, quando con una nota inviata al Presi- dente dell’Ambito Socio Territoriale Vulture Alto Bradano, nonché Sindaco di Rapolla, – spiegano Murano, Chiarito e Pompa – il Sindaco di Barile ri- chiese la convocazione urgente per un’assemblea dei Sindaci, alfine di poter individuare le possibili misure che potessero tenere, nel dovuto conto, le peculiarità e la solidità del nostro sistema scolastico. Purtroppo, a quella richiesta, seppur sollecitata, non vi è stato alcun seguito, e oggi i Comuni si trovano a subire un provvedimento che, di fatti, peggiora l’offerta formativa delle scuole sul nostro territorio». «Ci abbiamo provato ancora, attraverso la nota inviata al Presi- dente Bardi e all’Assessore Casino, congiuntamente sottoscritta dai Sindaci di Barile, Ginestra e Ripacandida, attraverso la quale chiedevamo, per il dimensionamento della rete scolastica 2024/25, solamente l’applicazione dei criteri ed indirizzi stabiliti dalla stessa Regione Basilicata per “favorire, al fine di limitare i disagi del personale e delle famiglie, l’allocazione della sede dirigenziale in Comuni baricentrici, (da individuarsi, comunque tra i Comuni attualmente sede di dirigenza, con titolare o in reggenza…) indipendentemente dalla numerosità della popolazione scolastica…”» continuano. «Sono del tutto evidenti le contraddizioni che emergo- no dalla DGR n. 9/2024, – spiegano i sindaci – come ad es.: si aggrega l’I.C. “Giovanni XXIII” Barile, privato del plesso di Ginestra e della Dirigenza, con l’I.C. “Mons. Caselle” di Rapolla, disponendo la sede dirigenziale in quest’ultimo in quanto, a loro dire, Comune baricentrico rispetto ai plessi di Ripacandida – Barile e Rapolla, e dunque in netto contrasto con la loro stessa D.G.R. n. 759 del 22/11/2023: si aggrega il plesso di Ginestra (comunità Arbereshe),staccato dall’I.C. di Barile, con l’I.C. Carlo Gesualdo da Venosa rispetto al quale, a loro dire, è più vicino geograficamente; i plessi di San Fele, Ruvo del Monte e Rapone vengono aggregati all’l.C. di Rionero in V.re, e dunque si ignorano i criteri di vicinanza tra i comuni, a danno del personale e delle famiglie che avranno notevoli disagi e viene soppressa la Dirigenza l’I.C. di Atella che a sua volta si aggrega all’l.C. di Rionero. In questo modo non si tiene nemmeno conto della necessità di i salvaguardare le specificità delle istituzioni scolastiche situate nei comuni montani e del- le norme di tutela delle comunità Arbereshe». «Oggi, oltre alla mancata applicazione delle regole fissate dalla stessa Regione, si registra che chi ci “governa” non conosce molto bene la geografia e i luoghi dei territori! E dinanzi a questi rilievi e palesi incoerenze, ci sta anche chi si ritiene soddisfatto per aver raccolto, in solitudine, alcune “briciole”. Ancora una volta hanno fatto prevalere la logica del “divide et impera”, del “campanile” e della “dipendenza”, ed è mancata una visione di territorio, a svantaggio della scuola, delle famiglie, dei lavoratori e del futuro dei nostri figli. Restiamo sempre più convinti che questa logica dei tagli non arricchisce l’offerta formativa delle scuole, non garantisce il diritto allo studio degli alunni che frequentano territori disagiati come il nostro e impoverisce il tessuto sociale delle nostre comunità! Come territorio avremmo gradito una maggiore attenzione per tutte le comunità amministrate e per i diversi I.C. presenti sul territorio, sarebbe stato, questo, un atto di responsabilità amministrativa prima che politica! Come Amministrazioni comunali siamo delusi per come sia stata condotta questa vicenda, e ci riserviamo di valutare, con maggiori elementi, le conseguenze che potrebbero derivare da queste scelte e non escludiamo azioni da mettere in atto per porre rimedio ad una decisione che al momento ci appare priva di senso»

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