AttualitàBasilicataBlog

CHIORAZZO, CONTE BIFRONTE

Abbraccia il Re delle Coop bianche che il giornale del Movimento colpisce e affonda sul conflitto di interessi. Leggieri, eletto con il M5S dopo un passato nel Popolo delle Libertà, già bri_ nda col “civico”

Giuseppe Conte è un abile prestigiatore. Come tutti i grandi prestigiatori la sua capacità più grande è quella di ingannare l’occhio dell’osservatore su ciò che vuole, nascondendo quello che realmente accade. La sua breve ma fin troppo fortunata carriera politica del resto parla da sola. Scelto come terzo uomo tra Lega e Cinque Stelle al termine delle ultime consultazioni elettorali al fine di far nascere il governo Giallo Verde è riuscito a governare con la Lega contro il PD prima e con l’estrema sinistra di Speranza dopo. È riuscito ad approvare i decreti Salvini sugli sbarchi e a prendere le distanze dal suo ministro dell’interno quando lo hanno processato per quei decreti. Insomma, una capacità camaleontica che in Italia non si era vista neanche ai tempi di Agostino De Pretis che pure al metodo del trasformismo ha dato il nome.

CON UNA MANO ABBRACCIA CHIORAZZO, CON L’ALTRA LO COLPISCE

Lo stesso metodo da piccolo imbonitore e grande prestigiatore sta utilizzando in questi giorni. Se, infatti, da un lato fa credere al suo ministro Speranza che è pronto a sostenere Chiorazzo, dall’altro usa le colonne de “Il Fatto Quotidiano” per attaccare personalmente il Re delle Coop di Basilicata. Una strategia abbastanza nota nella comunicazione politica. Una scelta che consentirà a Conte di poter decidere se alzare il prezzo nei confronti del Partito Democratico o se dare una motivazione al suo partito per tirarsi indietro nella campagna elettorale a sostegno di Angelo Chiorazzo. Nel suo editoriale sul quotidiano vicino al Movimento, Thomas Makinson ironizza molto sui cuoricini che il candidato in pectore del centrosinistra lancia al M5S, sui suoi richiami ai valori costituzionali dell’antifascismo e dei padri nobili della Repubblica. L’affondo vero, però, arriva sul conflitto di interessi tra un candidato Presidente che guida una cooperativa che ha già affidati i servizi dalla Regione Basilicata per tutto il periodo della prossima legislatura. Chiorazzo dice che affiderà tutto al fratello. Il Fatto Quotidiano non si lascia sfuggire il paragone con Berlusconi con il fratello chiamato a sostituirlo per evitare i conflitti di interessi. La posizione del Fatto Quotidiano è legittima. È il suo stile editoriale e sul populismo moralista si fonda il consenso dei Cinque Stelle. Il Fatto Quotidiano non è un organ house del Movimento ma è innegabile che le posizioni del giornale abbiano coinciso e abbiano influenzato negli anni quelli del Partito fondato da Beppe Grillo.

LIBERIAMO LA POLITICA DAL MORALISMO

Pier Paolo Pasolini molto chiaramente spiegò la differenza tra moralista e uomo morale, dicendo che il primo diceva no agli altri, il secondo soltanto a se stesso. Il Partito Democratico e il Movimento Cinque Stelle rischiano di essere vittime di loro stessi. Per anni il conflitto di interessi è stato utilizzato dai due contro Berlusconi, immaginando che fosse l’unico possibile portatore di questo problema. Un utilizzo propagandistico che non ha mai favorito e costruito una normativa atta ad arginare o controllare il problema ma che è stato utilizzato periodicamente come clava contro gli avversari politici almeno fino a quando la coalizione del centrodestra la guidava il Cavaliere. Oggi che il centrodestra non ha più questa caratteristica, i loro intellettuali, parte della loro classe dirigente e parte dei loro elettori restano legati a questa problematica da loro stessa inventata. A meno che non si voglia realizzare l’ideale uto- pico della Repubblica di Platone con politici che non hanno né proprietà, né lavoro, né famiglia, qualsiasi persona si candidi ad una carica pubblica ha potenziali conflitti di interessi. Prima di diventare governatore, ministro, parlamentare, consigliere regionale, infatti, ha sicuramente svolto un’attività, avrà avuto degli interessi personali, avrà costruito reti di relazioni professionali e lavorative e, se anche non ne avesse e fosse un politico di professione, avrà sicuramente amicizie, parentele, rapporti che possono avere interessi confliggenti con quelli della carica amministrativa. La politica dovrebbe volare sul piano delle idee non fermarsi nella miseria del fango anche perché l’esperienza politica ci insegna che molto spesso chi solleva queste questioni lo fa sempre con il secondo fine di avviare altrove una mediazione più conveniente.

LA FUGA DAL MOVIMENTO

Nel frattempo in Basilicata dal Movimento è grande fuga. Una fuga opportunistica, come opportunistico fu l’ingresso. Senza attendere l’approvazione di Conte, infatti, all’inaugurazione del Comitato Elettorale di Chiorazzo c’era a brindare anche Gianni Leggieri. Il Consigliere Regionale venosino è uno dei fondatori del Movimento Cinque Stelle in Basilicata. Approdò al nuovo progetto di Grillo dopo aver militato prima in Alleanza Nazionale e, poi, nel Popolo delle Libertà di Berlusconi. Il vento della novità e del cambiamento lo convinceva talmente tanto da voler provare ad essere protagonista di quel cambiamento. Con quel vento è approdato due volte in Consiglio Regionale. Adesso che l’inesorabile regola dei due mandati pende sulla sua testa, è pronto a completare tutti i passaggi politici che un uomo può fare: dalla fiamma tricolore di Alleanza Nazionale al centrosinistra di Chiorazzo usando il taxi cinque stelle per entrare in Consiglio Regionale. Più che preoccuparsi del moralismo degli altri, Giuseppe Conte farebbe bene a dare spiegazioni di questi cambiamenti repentini di chi ha utilizzato il partito solo come strumento per diventare qualcuno. La politica è una cosa seria e dovrebbero essere banditi quelli che lo fanno solo per opportunismo, pronti a cambiare idea secondo la direzione del vento.

Di Massimo Dellapenna

Social Media Auto Publish Powered By : XYZScripts.com
error: Contentuti protetti