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PANTANO CONSORZIO DI BONIFICA, BRAIA INSORGE

Il consigliere regionale di Italia Viva: «la regione tolga la forestazione all’Au Musacchio». «Non si riesce a programmare e realizzare nessuna di quelle azioni preventivate»

Appello da parte del consigliere regionale Luca Braia, capogruppo Italia Viva, al presidente Bardi, all’assessore Galella e a tutto il centrodestra attuale: «Dimostrino, almeno a fine legislatura, il coraggio non visto in questi anni». «Mettano in campo una riforma strutturale dell’intero comparto forestale che valorizzi i 300mila ettari di foreste – ha dichiarato Braia -, avviino le filiere a partire da quella legno arredo, dando stabilità ed avviando il turn over professionalizzato, dopo il pensionamento di circa 1000 addetti nell’ultimo quinquennio. Il Consorzio di Bonifica torni a occuparsi al 100% di agricoltura, senza distrazioni, concentrando le risorse per ampliare, efficientare e manutenere al meglio la rete idrica, i fossi e gli alvei». Braia ha assistito alla presentazione del Programma forestale regionale organizzata dal Dipartimento regionale agricoltura al Motel Park: «Permane l’assenza della proposta da parte della politica che, ancora una volta, non ha avanzato nessun progetto concreto sul futuro, dal punto di vista della “governance” e dei progetti di valorizzazione concreti per l’incremento e la valorizzazione del capitale umano, per raggiungere gli obiettivi». «Siamo di fronte – ha proseguito Braia -, con l’approvazione delle linee guida nazionali e il programma regionale in via di definizione, a un cambio epocale del quadro normativo e programmatorio del patrimonio forestale regionale. Avrà durata decennale e necessita di avere una organizzazione adeguata alle sfide future. Le competenze assegnate nel 2018 al Consorzio di Bonifica dovevano essere transitorie, sono diventate invece definitive. Con il risultato che né il Consorzio si è poi concentrato sulle emergenze e necessità degli agricoltori ma nemmeno sul comparto della forestazione. Non si riesce a programmare e realizzare nessuna di quel- le azioni preventivate: dall’attivazione delle filiere alla partenza, finalmente, di una vera economia del bosco, dalla filiera legno a quella agroalimentare, dalle biomasse all’energia». «Un comparto che coinvolge 131 comuni e oltre 4mila famiglie non può più vivere di approssimazione ed emergenze – ha concluso Braia -. La politica non è ancora in grado di dare certezze agli operai e agli addetti, oltre che opportunità rinnovate alle comunità, sotto l’aspetto economico e occupazionale».

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