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IL FUNERAL PARTY DELLE PRIMARIE

TACCO&SPILLO

Ve la ricordate la battuta d’una Schlein piena di boria sinistra e d’avanspettacolo dalemiano che festeggiava l’esito capovolto delle primarie del round iscritti-cittadini che pure aveva psicotizzato il Pd in una guerra a bassa intensità e cannibale fin quasi alla scissione?“Non ci hanno visto arrivare”, andava bofonchiando dappertutto Elly, manco avesse risolto tutto col colpo della novità e con la speranza del campo largo con i 5S. Ebbene a distanza di 21 mesi quelle primarie, peraltro messe nero su bianco nell’art.18 dello Statuto dem come obbligo per la scelta di sindaci, presidenti di Provincia e di Regione, paiono come fantasmi d’un cazzeggio indecente d’accrocchi, ciambotte, perfino di suk andreottiani. Ora prendete il caso Basilicata e soprattutto la sua storia d’innovazione e reciprocità politica e prendete l’impasse lunare che ogni giorno accende ed agita gli animi, con in scena sinistri capetti ed autocandidati evangelici che la fanno da padroni e giudicate voi se non siamo al funeral party delle primarie, su cui invece in rigor mortis ci s’aspetterebbe almeno una battaglia d’onore del sonnolento segretario Lettieri. Cantano i Theunskin:“Heh!Heh!It’s a Funeral Party”.

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