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NIDI, DIVARI «AMPI» TRA NORD E SUD: I FONDI DEL PNRR UTILI PER RECUPERARE

Dall’anno educativo 2021-2022, copertura territoriale e spesa pagata dagli utenti i due indicatori da migliorare

Sui nidi e sulle sezioni primavera, a livello territoriale, ancora «ampi» i divari dell’offerta educativa, soprattutto al Sud, che, però, potrebbero essere attenuati grazie agli investimenti previsti dal Pnrr e alle recenti politiche di ampliamento e di perequazione. In termini procapite, per esempio, un bambino residente beneficia in media di mille e 382 euro, ma con ampie differenze territoriali: al Centro si ha la spesa più alta (2.191 euro), pari a 4 volte la spesa pro-capite del Sud. A livello regionale la media della Valle d’Aosta (3.626 euro) è 10 volte maggiore delle risorse per bambino residente della Calabria (331 euro). Dai risultati dell’Istituto nazionale di statistica (Istat) sull’anno educativo 2021-2022, indicazioni , sul dove intervenire, anche per la Basilicata. Considerando che il nido è il servizio rivolto alla prima infanzia (0-36 mesi), e che le sezioni primavera, all’interno delle scuole dell’infanzia, ospitano bambini da 24 a 36 mesi, per l’anno educativo ‘21-’22, 944 i bambini iscritti in Basilicata. Del totale di spesa complessiva, pubblica e degli utenti, risultato di 4 milioni e 396 mila euro, pari al 24,4% la percentuale di spesa pagata dagli utenti. In riferimento alla spesa per bambino, la quota pagata dai Comuni, in Basilicata pari a 3 mila e 498 euro, è la seconda più bassa d’Italia dopo il Molise. In Basilicata, la percentuale di comuni in cui è attivo il servizio nidi e primavera, è del 24,4%: la più bassa nel confronto con tutte le altre regioni. Soltanto il 2,3% dei comuni lucani offre servizi integrativi quali spazi gioco, centri bambini-genitori ed o servizi educativi in contesto domiciliare. Per nidi e sezioni primavera, il 39,8% sono a conduzione diretta pubblica, mentre nel 52,8% dei casi il Comune o l’associazione di Comuni mantiene la titolarità del servizio affidando la gestione operativa ad un soggetto terzo, ed infine per il restante 7,4% si tratta di nidi privati con riserva di posti.

Di A.Carponi

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