AttualitàBasilicataBlog

VIOLENZA SULLE DONNE, A “OLTRE IL GIARDINO” IL CONFRONTO TRA CAUSE E POSSIBILI SOLUZIONI

Su Cronache Tv un sentito e propositivo dibattito tra la Consigliera di Parità Pipponzi, la responsabile FdI Basilicata Smaldini e l’esperta di Politiche di genere Coviello

In una delle ultime puntate del programma “Oltre il Giardino” in onda su Cronache Tv, il conduttore Paride Leporace ha affrontato il tema della violenza contro le donne e del recente caso di femminicidio di Giulia Cecchettin che ha «scosso fortemente» l’opinione pubblica e «riaperto in maniera molto stringente e forte» il dibattito sulla necessità di dire stop a questo fenomeno. In apertura, Leporace ha sottolineato come «per la prima volta l’attenzione totale della comunità nazionale» si sia concentrata su questi gravi episodi, con «un protagonismo delle donne ma con un’assunzione di responsabilità anche del genere maschile». Tra le ospiti in studio, la Consigliera regionale di Parità Ivana Pipponzi ha dichiarato: «Quello che è accaduto a Giulia ci ha scosso fortemente e ha riaperto in maniera molto stringente un dibattito, quello del dire in maniera concreta stop alla violenza sulle donne». Tuttavia, Pipponzi ha sottolineato che sebbene «le misure stringenti prese dal Governo» non sono bastevoli a «fare la differenza». «Se non cambia la cultura, quindi – enfatizza – non viene contrastata la cultura patriarcale del possesso e non si diffonde la cultura di parità e pari opportunità, continueremo a contare una donna vittima di femminicidio ogni tre giorni». E il cambiamento secondo Pipponzi lo si fa «soprattutto partendo dagli uomini, sono gli uomini che devono cambiare, devono essere accanto alle donne in questo processo di cambiamento culturale». Ivana Smaldini, responsabile dell’organizzazione Fratelli d’Italia Basilicata, ha sottolineato che «la violenza ha tantissimi aspetti» e che «è necessario riflettere sulla violenza a 360 gradi». Da qui, la necessità per Smaldini «che si abbia la capacità di condividere e di perseguire insieme una strada che, sebbene sappiamo benissimo, non può essere totalmente risolutiva». Rispetto, invece, a quello che è diventato un vero e proprio caso politico all’indomani dell’assalto alla sede di “Pro Vita” avvenuto sabato scorso durante la manifestazione di Roma contro la violenza sulle donne promossa da “Non una di meno” e sul quale sta indagando la Digos, la dirigente di FdI Smaldini si è detta d’accordo con la Premier Giorgia Meloni nel condannare gli atti di vandalismo compiuti ai danni del- l’associazione che difende il diritto alla vita, dal concepimento alla morte naturale: «È inaccettabile pensare di sconfiggere la violenza, o comunque di parlare di violenza, con altra violenza». Cristiana Coviello, esperta di politi- che di genere, ha criticato invece la presenza nel contesto della manifestazione del tema dell’utero in affitto e dell’aborto: «Inserire questioni così complicate insieme in un con- testo già delicato è un qualcosa che forse andava evitato».

IL CASO DI ELISA CLAPS

Il conduttore ha poi posto l’attenzione sul caso di Elisa Claps, la 16enne scomparsa nel 1993 a Potenza e il cui corpo è stato ritrovato nel 2010 nella chiesa della Santissima Trinità. Un caso che ha scosso l’intera comunità lucana. «Quello di Elisa Claps è stato uno dei primi casi di femminicidio ad avere grande eco mediatica nel nostro Paese», ha affermato Pipponzi. «Ricordo ancora lo sgomento quando la madre Filomena, dopo la scomparsa di Elisa, diffuse volantini in tutta Italia con la foto della figlia nella speranza che qualcuno potesse fornire informazioni utili alle indagini». Smaldini ha aggiunto: «Purtroppo il caso Claps ci ricorda come spesso la violenza sulle donne avvenga tra le mura domestiche, da parte di persone vicine alla vittima. Serve un cambiamento culturale profondo per sradicare certi retaggi». Coviello ha puntato il dito contro la gestione del caso: «Per 17 anni non abbiamo avuto giustizia per Elisa Claps e la sua famiglia. Questo non deve più succedere».

IL RUOLO DELLA FAMIGLIA

Il dibattito si è quindi concentrato sul ruolo della famiglia. Con Leporace che ha poi introdotto il tema della presunta “demonizzazione della famiglia” emersa in alcuni commenti sul caso di Giulia. Smaldini ha replicato dicendo che «la famiglia è chiaro che in questo momento sta vivendo una crisi» diventantanto sempre più spesso “teatro” di violenze e che «è chiaramente evidentemente che va rivista anche un po’ l’educazione all’interno delle famiglie». Tuttavia, la dirigente di Fratelli d’Italia ha precisato che «in queste situazioni le famiglie vanno aiutate, non messe sotto accusa o demonizzate». E ancora, per Cristiana Coviello, esperta di Politiche di genere, «il modello patriarcale va smantellato» perché «ciò che accomuna gli autori di violenza è l’idea di possesso e controllo». «Sono d’accordo con Smaldini – ha replicato Pipponzi – bisogna aiutare le famiglie, non demonizzarle. Ma il modello patriarcale va superato, altrimenti non ne usciamo». Secondo Pipponzi, «finché permarrà l’idea che l’uomo debba controllare e possedere la donna, avremo sempre episodi di violenza».

IL RUOLO DELLA SCUOLA

La discussione si è quindi spostata sul ruolo della scuola. Pipponzi ha affermato che «la scuola deve essere il primo presidio fondamentale di informazione, di prevenzione, di educazione», mentre Coviello ha criticato «l’assenza dell’educazione sentimentale nelle scuole». In chiusura di puntata, Leporace ha ribadito come «il tema della violenza di genere abbia catalizzato per la prima volta l’attenzione totale della comunità nazionale» rappresentando un reale «campanello d’allarme» che pone ciascun individuo «di fronte alle proprie responsabilità». È necessario, ha chiosato il conduttore, «un cambiamento culturale profondo» che parta «innanzitutto dagli uomini».

Social Media Auto Publish Powered By : XYZScripts.com
error: Contentuti protetti