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EVA CONTRO EVA, LA STORIA CONTINUA

La riflessione di Antonella Pellettieri

Un femminicidio è diventato politica: comincia la nota giornalista Lilli Gruber che definisce il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni “un’espressione della cultura patriarcale”. Immediata la risposta della premier Meloni che diffonde una foto di famiglia di so- le donne e che dovrebbe significare che essendo cresciuta solo con la mamma e la sorella, non ha conosciuto la cultura patriarcale. In realtà io conosco molte donne maschiliste che io definisco appartenenti a una nuova forma di matriarcato, quello delle donne contro le donne, il famoso Eva contro Eva, Lilli contro Giorgia. E a me questo porta sofferenza acuta, le donne hanno lottato moltissimo per raggiungere i risultati che hanno portato Lilli e Giorgia a occupare ruoli di prestigio sociale che, cento anni fa, erano impossibili da pensare. Un poco alla volta le donne ce la stanno facendo, si chiamava, negli anni ’70 e ’80, l’emancipazione della donna che implicava allontanarsi da quelle idee del passato quando le donne dovevano stare a casa a curare la famiglia, raramente studiavano, inesistenti le carriere professionali o politiche. Fino al 1963 le donne non potevano avere incarichi nella magistratura perché il ciclo mestruale le rendeva nervose una settimana ogni mese: mia nonna mi diceva che non potevo aiutare a “fare le conserve, la salsa” se avevo il ciclo perché rendevo acido il pomodoro! Credenze popolari legate a una educazione maschilista della mia nonna che era donna pure lei come la mamma di Giorgia. Poi, un poco alla volta, i primi esempi che rivoluzionano i luoghi del potere, i luoghi della cultura, le professionalità. Non più il delitto d’onore abolito solo nel 1981 e il matrimonio riparatore. Non conosco casi di delitti d’onore al contrario, cioè una donna che uccide un uomo per onore perché l’uomo non doveva essere illibato. Non vedo differenza fra chi indossa un burka e chi non può mettere una minigonna o una scollatura: il principio è uguale non bisogna provocare negli uomini pensieri legati al sesso e al desiderio. I capelli, in particolare, devono essere nascosti sotto i burka ma anche sotto i veli, non devono ondeggiare, meglio corti per le donne di una certa età. Sappiamo che effetto potrebbero avere su alcuni assassini se pensiamo a Danilo Restivo e alle sue vittime e a tutte le don- ne a cui li ha tagliati ovunque in Europa. A me queste diatribe politiche spaventano e non poco in primis perché ho subito violenza psicologica sia da parte degli uomini sia da parte delle donne ma posso affermare con sicurezza che quelli che definiamo femminicidi sono omicidi di donne fatti da uomini, quasi sempre mariti e compagni. Qualcosa non funziona nel rapporto fra i due sessi poiché l’uomo, il maschio non si è ancora abituato a queste nuove trasformazioni della donna. Ovviamente non tutti gli uomini ma molti sono legati a una educazione che nasce da abitudini e tradizioni sociali, politiche centenarie. Se pensiamo che in Spagna Re Felipe e la regina Letizia hanno generato due figlie femmine che non potrebbero diventare regine se nascesse un terzo figlio maschio perché si preferisce il ramo maschile a quello femminile. Si chiama patriarcato? Chissà ma una cosa è certa Eleonora sarà la seconda regina della storia di Spagna dopo Isabella di Castiglia che finanziò Cristoforo Colombo e il suo sogno di raggiungere l’India in senso inverso. Noi donne abbiamo un destino segnato da molti soprusi e angherie ma sia ben chiaro che sono molte le donne che subiscono questo tipo di educazione maschilista e la accettano perché fa parte del- la loro appartenenza familiare ed educazione. Spero solo che i supporter di Giorgia e di Elly e Lilli si sottraggano da tutto questo chiasso e vociare che si legge sui social e si vede in TV. Nessuno parla più della giovane vittima, sono passate in secondo piano le 20 coltellate subite da una giovane donna che doveva laurearsi dopo qualche giorno. E all’assassino non piaceva che la sua (ex) fidanzata si laureasse prima di lui: una donna non può superare un uomo nel talento? Ecco, questa è la differenza fra questo femminicidio e gli altri: non ci sono motivi di possesso, gelosie e rifiuti sessuali? Come si chiama questo tipo di invidia? Maschilismo? Machismo? O cultura patriarcale? Io non lo so ma so con sicurezza che, nel frattempo, sono state assassinate altre donne dai loro compagni e mariti. Insomma il delitto d’onore esiste ancora e si punisce, spesso, accusando l’assassino di infermità mentale.

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