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CHE FRETTA C’ERA MALEDETTA PRIMAVERA

TACCO&SPILLO

L’avevamo scritto che queste regionali torceranno il collo al buon senso, ammesso che finora ce ne sia stato un pochino e che marzo mercuriale e pazzerello si prenderà di prepotenza la scena, mostrando la bassa umanità della politica e tutta la sua fila commediante d’equivoci, saltelli e furbate. Perciò mettendo da parte la semantica arrotolata e quella indigesta di patrioti e chierichetti fa specie la svolta evangelica che ha toccato il cuore di Gianni Leggieri fino a fargli annunciare che “il tempo degli agitatori di folle è finito” mentre è “cominciato quello del pragmatismo e della serietà”. Ora lasciamo stare l’incedere cadenzato sull’anticato della Prima Repubblica, quasi un omaggio linguistico al sulfureo Andreotti, non proprio un nume tutelare del Pantheon grillino come lasciamo stare la recidiva di Leggieri, nonostante la tirata d’orecchie presa dal trio Lomuti-Verri-Araneo, ma inizia a diventare davvero sospetta questa fretta smodata per aprire la primavera elettorale su Chiorazzo, anche perché  l’invocato “campo largo dei volenterosi, aperto al civismo” rischia d’essere invece la tomba stretta dei 5S. Canta Loretta Goggi:“Che imbroglio era, maledetta primavera”.

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