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IL PD SPIEGATO DA CALVINO

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Non ce ne voglia la brava Maura Locantore se non abbiamo il suo piglio accademico nello storytelling letterario, ma spiegare il brutto inghippo in cui s’è cacciato il PD lucano con la penna di Calvino è un piatto troppo succulento per non cucinarlo a dovere e con l’irriverenza del caso. Ora per capire la condizione dem di prigioniero prendiamo in mano 3 delle parole chiave (visibilità, molteplicità, coerenza) che campeggiano nelle Lezioni americane e che mostrano quale sia il compito che ci aspetta per il nuovo millennio e che può riguardare anche l’ordine di marcia inversa che ha imboccato il PD. Così è, almeno, per la visibilità che ha miseramente perso con la calata dai cieli del beato Angelico Chiorazzo, manco fosse una notifica della posta provvidenziale. Così è per la molteplicità tristemente negata d’anime e d’idee, di storie e meriti che l’ha fatto grande ed ora ripiegata nelle virtù piccole dell’obbedienza e del servilismo. Così è per la coerenza semplificata, quasi da F24 e rificcata ipocritamente in gola per evitare l’uso buono e democratico delle primarie. Scrive Italo Calvino:“L’unico modo di fuggire alla condizione di prigioniero è capire com’è fatta la prigione”.

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