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CHE GIRI FANNO DUE VITE

Corsi e ricorsi, già nel 2015 gli uomini di “Vicenobile” in Consiglio regionale erano pronti a governare col gladiatore guastatore. Viceconte-Pittella, il tandem per soffiare la presidenza a Bardi ci crede: l’elettorato di cdx dice no

“Certi amori non finiscono, fan- no dei giri immensi e poi ritornano”. Potremmo titolarlo così l’intenso rapporto tra Pittella e Viceconte. Esattamente tre anni fa il Governatore Marcello Pittella era in crisi, Vincenzo Taddei era il leader di Area Popolare, Franco Mollica ed Aurelio Pace erano i consiglieri di quel partito. In quella occasione fu Taddei che, a nome di Area Popolare, dichiarava la disponibilità di Pace e Mollica a sostenere ed aiutare Marcello Pittella. Uno spostamento da destra a sinistra che fu l’inizio del percorso che portò Guido Viceconte a candidarsi alle elezioni politiche con la coalizione guidata dal PD determinandone la storica sconfitta. Oggi è il momento di Marcello Pittella di restituire il favore, provando a rimettere in pista l’ex sottosegretario come potenzia- le leader del centrodestra garantendogli il sostegno per le elezioni regionali prossime.

LA CONTRARIETÁ DELLA BASE

Se le classi dirigenti del centrodestra colpevolmente tacciono e né conferma- no né smentiscono la vicenda, il mugugno della base e dell’elettorato dei partiti inizia a farsi sentire clamorosamente. Chi frequenta le riunioni e le discussioni interne, formali ed informali che siano, sta registrando (a quanto ci riferiscono) che l’ipotesi di una coalizione a guida Viceconte-Pittella è avversata da tutti. Si tratterebbe di un ritor- no al passato non gradito da nessuno che, oltre a consegnare la più debole delle candidature possibile, marcherebbe chiaramente una incapacità di conservare, difendere e far crescere una classe dirigente giovane e fresca per essere costretti a tornare sull’usato sicuro e di certa non affidabilità come l’ex sottosegretario. I più imbarazzati, ovvia- mente, sono quelli della Lega e di Fratelli d’Italia. Il partito della Meloni è il partito della coerenza, del cambiamento reale, della capacità e del coraggio di stare all’opposizione se non si condividono uomini e progetti. Giorgia Meloni ha costruito tutto il suo consenso seguendo questa strada, questa immagine e questa sostanza. Gianni Rosa, protagonista e leader indiscusso della stagione che ha cambiato il volto al centrodestra dandogli una speranza di vittoria anche grazie alla sua ferma intransigenza movimentista, sulla coerenza ha costruito il suo consenso e il suo radicamento. Gli uomini che con lui decisero di uscire dal PDL per seguirlo nella fonda- zione di FDI lo hanno fatto anche seguendo la sua carismatica guida verso il cambiamento, sembrano essere i meno disponibili ad accettare un’ipotesi del genere. Certamente l’ipotesi di un centrodestra a guida Viceconte-Pittella sarebbe una sconfitta di quelle energie che lo hanno seguito e che lui stesso ha messo in campo anche se saremmo veramente incuriositi di vedere il Senatore sullo stesso palco di Pittella e Viceconte, impegnato in una campagna elettorale in prima persona per consegnare a loro una Regione che lui stesso con le sue battaglie gli ha tolto.

NON SI PUO’ FERMARE IL VENTO

Non ci piace descriverci come vergini che ignorano le logiche e i meccanismi della politica. Non ci interessa neanche dare di noi una narrazione che non corrisponde alla verità. Facciamo questo mestiere da troppo tempo per fingere di non sapere che la politica è anche tattica, manovre di palazzo, capacità strategiche, mediazione e posizionamento occasionale. Ci piace però ricordare che non si può cambiare la direzione del vento né lo si può fermare. Il vento che ha portato il centrodestra al Governo della Regione Basilicata era un vento di cambiamento radicale e totale, un vento di riforma e di modifica della struttura della società lucana, un vento assolutamente incompatibile con ogni ipotesi di restaurazione. Come abbiamo più volte raccontato e come ben sa chi segue la politica degli ultimi mesi, il Movimento Cinque Stelle, ha conquistato un consenso plebiscitario con il vaffa day e con la politica del cambiamento, ha distrutto quel patrimonio di fiducia in un attimo quando ha deciso di trasformare se stesso diventando un partito di apparato e di struttura perdendo voti, poltrone e visibilità. Il centrodestra lucano rischia di vivere la stessa stagione perché se, dopo aver promesso il cambiamento, ti riduci a presentare un vecchio candidato del centrosinistra sconfitto alla Camera dei Deputati in coppia con l’ex Governatore del Partito Democratico, rinneghi la tua stessa ragione sociale e la stessa ragione della tua esistenza. Ci piacerebbe sentire delle parole nette da parte degli esponenti del centrodestra contro questa ipotesi. Ci piacerebbe che si pronunciassero con chiarezza per tranquillizzare gli elettori e i militanti e per continuare a credere che il cambiamento in questa regione non sia soltanto una chimera. Purtroppo registriamo il silenzio delle classi dirigenti anche davanti al rumoroso brusio della base.

Di Massimo Dellapenna

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