SWG: CENTRODESTRA VINCENTE IN BASILICATA

In una sfida tra Bardi e Chiorazzo non ci sarebbe proprio partita. Il sondaggio di Swg parla chiaro: Il Generale, avrebbe un distacco di quasi dieci punti sul candidato della Lista dei  Vescovi anche se fosse supportato dall’intera coalizione di centrosinistra.

Il sondaggio è il risultato di oltre 1000 interviste a cittadini lucani cui hanno chiesto chi voterebbero se si votasse domani. Il primo partito del centrodestra sarebbe Fratelli d’Italia con un risultato in-
torno al 21% che si giocherebbe il primato assoluto con il Pd stimato al 19%, ottimo il risultato di una eventuale lista Bardi che raccoglierebbe intorno al 7%. Ma la partita elettorale non è chiusa del tutto.  A quanto pare i lucani non avrebbero alcuna voglia né di consegnare la Regione al vecchio blocco di potere né di consegnarla a Chiorazzo.

Il sondaggio parte dal posizionamento autonomo di Azione con una candidatura a Presidente di Marcello Pittella. Il Partito di Calenda, guidato dal guerriero di Lauria, raggiungerebbe una
forbice compresa tra l’8 e il 10%, risultato che potrebbe essere anche più ampio qualora il suo progetto si allargasse a forze moderate provenienti da Forza Italia.

Sicuramente è improbabile che Pittella accetti supinamente la presidenza di Chiorazzo e, quindi, lo scenario di una candidatura indipendente da parte di Azione è più che credibile qualora la lista
dei Vescovi e il centrosinistra trovassero un’intesa sull’ex patron di Auxilium. Qualora il candidato, invece, dovesse essere un altro nel centrosinistra non è da esclude- re una convergenza di Azione nel progetto.
Una situazione che, però, a rigor di logica escluderebbe il Movimento Cinque Stelle.
I sondaggi vanno presi comunque come intenzione di voto.

Nel centrosinistra, in particolare, vengono messi insieme dietro la leadership di Chiorazzo il Pd, il M5S, la Lista dei Vescovi e l’Alleanza Verdi-Sinistra. Una situazione che
sembra tutt’altro che certa. Il Movimento Cinque Stelle tramite il segretario provinciale, ha negato la possibilità di accettare una coalizione guidata da Chiorazzo e non ha dato per certa neanche la
costruzione del cosiddetto campo largo. Una posizione simile sembra tenere anche la sinistra più radicale dell’alleanza Verdi-Sinistra.

Tutt’altro che scontata la situazione nel centrodestra così come analizzata dall’istituto di sondaggi che posiziona Italia Viva  nel centrodestra. Il
Partito di Renzi, però, non ha ancora sciolto le sue riserve.

Il vero arbitro della vittoria sarebbe invece Mario Polese e il suo partito, dove la differenza tra le due coalizioni si aggira intorno al 6%.
Italia Viva viene valutata, all’interno del centrodestra, con una percentuale del 3,5%. Un dato che secondo noi è sottostimato rispetto alla nostra percezione di radicamento del Partito ma che è
esattamente quello che determina la vittoria.
Se quel 3,5% si spostasse nel centrosinistra la Regione Basilicata diventerebbe immediatamente contendibile.

Infine il 21% di Fratelli d’Italia, così come il 19% del PD non ha mosse alternative rispetto alle loro naturali collocazioni.
Lo stesso può dirsi per i partiti che compongono il centrodestra che, al governo con Giorgia Meloni, non possono che presentarsi nella coalizione di centrodestra. Italia Viva, pur
avendo una quotazione elettorale più bassa, ha il vantaggio di poter avere le mani libere ed una forza sufficiente per poter determinare chi vince le
elezioni.

Ci chiediamo allora se il centrodestra non avrebbe interesse a candidare proprio un centrista alla guida della coalizione. Una soluzione
che assicurerebbe la vittoria, eliminerebbe dalla contesa tutti i partiti della coalizione e che potrebbe piacere anche a Fratelli d’Italia, sia in previsione delle prossime elezioni regionali in Toscana, sia per dare un segnale a chi ha creduto di scavare la pietra come l’acqua. Fantapolitica? Forse.

I numeri, però, ci dicono che è una previsione tutt’altro che impossibile.