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CHIORAZZO, IL DISACCORDO CRESCE

Regionali: Valluzzi tentato, Lettieri non convinto. La Nuova spinge, Araneo: «Basta, il nome può deciderlo un giornale». L’M5S punta alla presidenza e sbarra la strada all’«incompatibile» fondatore di Auxilium

Nell’ultima puntata di “Oltre il giardino” – il programma di Cronache Tv condotto da Paride Leporace e in onda sul canale 68 del digitale terrestre -si è discusso delle imminenti scadenze elettorali in Basilicata, tra elezioni europee, regionali e comunali. Come sottolineato dal conduttore, «le date stringono» e «bisogna fare presto» per definire il quadro politico in vista del voto. Gli ospiti in studio sono stati Nicola Valluzzi – eccezionalmente non tanto nelle vesti di sindaco di Castelmezzano (Pz) bensì quanto di esponente del fronte civico “Basilicata che vogliamo” – la professoressa Alessia Araneo, coordinatrice provinciale di Potenza del Movimento 5 Stelle, e il segretario regionale del Partito Democratico Basilicata Giovanni Lettieri per fare il punto sul lavoro che attende dietro l’angolo per le prossime elezioni regionali e che si fa sempre più intenso su tutti i fronti.

CHIORAZZO CHI?

Partiamo dalla fine. La parte più succulenta della trasmissione si è avuta nel finale quando la coordinatrice provinciale pentastellata Araneo si è spogliata del politichese e – a differenza dei colleghi Valluzzi e Lettieri – ha di fatto sbarrato la strada a Chio- razzo affermando che “visti i numeri” la guida di un eventuale campo largo toccherebbe a loro: «Il nostro candidato presidente o la nostra candidata presidente ideale del Movimento 5 Stelle, perché immaginiamo appunto che dopo 5 anni di consolidamento anche di un certo elettorato con il Movimento primo partito di Basilicata, stando alle ultime votazioni, ecco forse meriterebbe un riconoscimento da questo punto di vista». Se non fossimo certi che la Araneo abbia utilizzato una frase di stile per indicare «una presidente o una presidente», per non scontentare i generi, ci verrebbe da pensare che forse stesse parlando proprio di lei. Ma è sul nome di Chiorazzo che la Araneo lancia la bordata più forte: non è un nome a loro mai pervenuto e, soprattutto, sarebbe un nome incompatibile con la guida della Regione (essendo il re della cooperazione sanitaria n.d.r.). La segretaria ha, infatti, dichiarato rispondendo a Leporace: «Devo dire che è la prima volta che qualcuno ufficialmente e formalmente fa il nome di Angelo Chiorazzo perché questo nome in realtà al tavolo non l’ha mai fatto nessuno né formalmente, né ufficialmente».

IL CANDIDATO LO DECIDE “LA NUOVA”?

Poi, rivolgendosi al quotidiano “La Nuova”, che si sta sperticando per candidare Chiorazzo presidente, ha rincarato la dose: «Mi chiedo ma questo nome chi lo fa? Lo fa il direttore di un giornale? Voglio sperare di no perché altrimenti voglio sperare che lo faccia in modo disinteressato perché altrimenti dovrei pormi qualche domanda circa l’indipendenza dell’informazione. Io sto vivendo come una psicosi da settimane! Perché tutti fanno questo nome, ma io con chiarezza e trasparenza voglio affermare che a questo tavolo il nome di Angelo Chiorazzo non è mai stato fatto».

PER I 5 STELLE CHIORAZZO INCOMPATIBILE

La Araneo è un fiume in piena e quando parla di sanità e transizione energetica, anche senza fare un riferimento diretto, allude al potenziale candidato Chiorazzo con parole inequivocabili sui conflitti di interesse, assolutamente non graditi dal Movimento 5 stelle: «II nostro programma è incardinato, in primis, sul rafforzamento della sanità pubblica, che guardi alla transizione ecologica ed energetica, che guardi al lavoro e al potenziamento della formazione, guardando alla scuola, all’università e al comparto della ricerca». Ed è, spiegando questo concetto, che l’Araneo chiarisce che a loro un profilo coinvolto in queste dinamiche non sta bene in quanto vorrebbero alla guida della coalizione «una persona che sia totalmente scevra di conflitto di interesse, conflitto di interesse di cui purtroppo la nostra Basilicata è piena. Quindi una persona che sicuramente abbia queste caratteristiche, quindi non veti, ma sicuramente chiarezza su questo».

IL FRONTE CIVICO CHE AVANZA

Tornando, poi, all’inizio della trasmissione si è parlato anche di un’area nuova che spira da due versanti diversi. Per quanto concerne il primo, “Basilicata casa comune”, la sua fase costituente si è conclusa con l’elezione dell’ufficio di presidenza composto dal presidente Fausto Santangelo, dalla vice Maria Teresa Gino, dal coordinatore politico Lindo Monaco e dalla direzione formata da Lorenzo Bochicchio, Angelo Chiorazzo , Vito Epifania, Giampiero Maruggi, Carme- la Romano ed Erberto Stolfi. Un movimento, quello di “Basilicata casa comune”, di cattolici democratici il cui orizzonte è la dottrina sociale della Chiesa, aperto a quanti ne condividano il pro- getto di riscatto sociale, morale e politico della Basilicata. “Basilicata casa comune” ha scelto di non sottrarsi alla sfida della politica che, come l’ha definita San Paolo Sesto, “è la forma più alta di carità”. Si lavora invece sul fronte civico con la discesa in campo di “Basilicata che vogliamo”. Il cui primo atto è quello di lanciare un appello alle forze politiche, economiche e sociali della regione ad unir- si rifuggendo da calcoli ed egoismi, rendite e rancori per mettersi tutti insieme al ser- vizio dei Lucani e costruire uniti la Basilicata del futuro. Incentrato su un progetto di rinascita e speranza, dunque, capace di recuperare i valori della competenza e della passione civile. Un progetto capace di offrire ai lucani l’impegno e una idea chiara di sviluppo.

LA POLITICA LUCANA ALLA RICERCA DI «UN CAMBIAMENTO DI PASSO»

Valluzzi ha definito l’avanzare di queste nuove correnti politiche come «un tentativo che,sebbene nato su piattaforme distinte, ha l’intento comune di far convergere ed avvicinare alla politica mondi che in qualche modo non hanno individuato all’interno dei partiti uno spazio di espressione, competenze, qualificazioni professionali, esperienze che noi riteniamo essere fondamentali nella costruzione di un progetto politico che abbia caratteristiche chiare». E ha poi proseguito presentando il progetto “Basilicata che vogliamo” come «un cantiere di confronto aperto con il mondo civico, delle professioni, degli amministratori locali», argomentandolo così: «La fotografia delle elezioni e della rappresentanza istituzionale nei 131 comuni lucani è prevalentemente civica. Ci sarà evidentemente una ragione». Araneo, dal canto suo, ha invece descritto il percorso del M5S: «Stiamo assecondando il metodo che lo ha contraddistinto dall’inizio, ossia quello del confronto partendo dalla partecipazione allargata “dal basso”, il metodo che preferiamo rispetto a quello delle “investiture dall’alto”. Stiamo praticando delle Assemblee, degli incontri anche attraverso i neonati gruppi territoriali per confrontarci su quelli che sono i prossimi scenari. Provando a guardare con favore, speranza e fiducia alle nuove formazioni politiche civiche». A fare da eco Lettieri che si è detto favorevole ad «avviare un vivace confronto fra forze politiche che devono andare a costruire senza dubbio un campo largo col quale mi sto confrontando dal mio ingresso alla segreteria del Pd e sono fermamente convinto che la definizione di un perimetro importante come quello che va dal Movimento 5 Stelle fino alle formazioni civiche che si stanno manifestando con una chiara collocazione all’interno del centrosinistra è fondamentale per riuscire a costruire un programma per la Basilicata e sicuramente anche una squadra che porterà a meta il tutto».

LA NECESSITÀ DI «RICOSTRUIRE UN CENTRO-SINISTRA AMPIO» E «VALUTARE INTESE»

Il segretario Pd ha poi criticato duramente gli ultimi anni di governo regionale: «Il centrosinistra ha smarrito la sua anima riformista. Troppi ritardi, troppe occasioni perse, pochi investimenti in innovazione, ricerca, infrastrutture. È mancata una visione di lungo periodo. Ora serve un deciso cambio di passo». Da qui la necessità di «ricostruire un centrosinistra ampio, plurale, aperto che metta al centro i bisogni della Basilicata». Il sindaco di Castelmezzano ha invece criticato «l’autoreferenzialità dei partiti» auspicando «un confronto aperto e costruttivo» con tutte le forze politiche e sociali. Valluzzi ha quindi ribadito la volontà di «mettere insieme persone che hanno a cuore le sorti della Basilicata, al di là degli schieramenti» per dare vita a «una nuova classe dirigente competente, onesta e appassionata». Valluzzi ha criticato «la mancanza di visione della politica regionale, troppo chiusa nei palazzi e lontana dalla gente». Il sindaco ha quindi ribadito l’appello: «La società civile lucana è viva, ha tante risorse umane di qualità da offrire al- la politica. È arrivato il momento di valorizzarle – incalza Valluzi – di dar loro spazio nelle Istituzioni regionali mettendoci insieme, lavorando con passione e spirito di servizio per il bene della nostra terra. Solo così la Basilicata può ripartire».

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