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L’ASCESA POLITICA E IL PROCESSO: CON “IO SONO LIBERO” SCOPELLITI A MURO L.

Presentato il libro dell’ex governatore calabrese

Giuseppe Scopelliti, ex enfant prodige della Destra finiana, si racconta in un appassionante libro-intervista curato dal giornalista Franco Attanasio, con la prefazione di Gianfranco Fini, e lo fa presentando- lo al pubblico di Muro Lucano, accorso numeroso ad accoglierlo presso il cineteatro comunale. L’ex Governatore della Calabria ha deciso di raccontare e raccontarsi, lui che è stato con- dannato a scontare quattro anni e sette mesi, per il reato di falso ideologico, relativa ad al- cune vicende accadute, tra il 2008 e il 2009, quando era sindaco di Reggio Calabria. Scopelliti è l’unico ad aver pagato in Italia, per un reato amministrativo di questo tipo, il conto salato che la Giustizia gli ha presentato al termine di una vicenda giudiziaria che ha fatto molto discutere. La serata è stata avviata dai saluti del Sin- daco Giovanni Setaro e dall’introduzione dell’ex politico e amico di Scopelliti, Francesco Crocetto. A moderare la serata il giornalista di nera e cronaca giudiziaria Fabio Amendolara e a dialogare con l’autore l’Avvocato Sergio Lapenna, già Presidente della Camera Penale Distrettuale Basilicata. Significativi sono anche la “fisionomia” e il contesto in cui l’intervista del libro ha preso forma, all’interno del carcere di Arghillà, dove Scopelliti e Attanasio, per ragioni diverse, hanno avuto modo di incontrarsi e di condividere questa esperienza. «Il libro “Io sono libero” nasce dall’idea di far conoscere la storia di un giovane militante del Fronte della Gioventù -spiega Scopelliti- che poi lungo il cammino è diventato Consigliere circoscrizionale, poi Consigliere comunale, poi Presidente del Consiglio Regionale, dopo Assessore Regionale e Sindaco, fino a poi diventare Presidente della Giunta Regionale Calabra. Il mio testo mira a far conosce- re una storia di militanza, di passione e spirito di grande sacrificio per il territorio e quindi di amore verso la propria collettività ed è rivolto sicuramente a quanti non hanno avuto voce, a tutti coloro che hanno subito “l’ingiustizia” e che non hanno superato, purtroppo, queste tempeste e soprattutto quanti magari, anche in questo caso, vivono all’interno degli istituti penitenziari e hanno subito una condizione di detenzione ingiusta. È un libro che vuol dar voce, risvegliare le coscienze e far conoscere che purtroppo in questo Paese, a molti, viene negata la libertà, ma non sempre in maniera corretta». Una disamina interessante quella dell’Avvocato Sergio Lapenna, già Presidente della Ca- mera Penale Distrettuale Basilicata: «Ho letto il libro e devo dire che in questo Paese non siamo ad armi pari, all’interno di un processo l’accusa ha un ruolo molto ma molto più impor- tante della difesa. Quindi questo non spostare l’attenzione sul giudice, su chi deve giudica- re, e non essendoci un giudice effettivamente terzo, rischia di far naufragare chiunque in tale magma giudiziario. Avere a che fare oggi in Italia, per un innocente, per un colpevole o per chiunque, imbattersi in un processo penale è come avere il cancro. Sì perché non si sa quando inizia, non si sa quando finisce, non ci sono regole precise. Ritengo che in questo Paese dobbiamo tornare innanzitutto a celebrare i processi secondo la parità tra accusa e di- fesa. Poi lo Stato: è uno Stato serio, quando il proprio processo penale non è organizzato per avere una rivincita nei confronti del colpevole, ma per fare giustizia, cosa diversa -ed aggiunge Lapenna- Il livello di civiltà di uno Stato inoltre si vede anche delle carceri: siamo stati più volte condannati dalla Corte europea per questo. Con il detenuto, sia esso innocente o colpevole, non possiamo avere una sorta di ribellione, perché altrimenti ci comportiamo come loro. Lo Stato invece deve applicare le giuste pene e soprattutto il carcere non può essere l’unica soluzione. A tal proposito torno sul caso Scopelliti: ad un politico che ha sbagliato, o lo metti in carcere o non gli fa fare più il politico, qual è la pena più giusta? Cioè che senso ha detenere una persona in carcere quando non è pericoloso per nessuno, ammesso che abbia commesso quel reato. Quindi c’è ancora tanto da fare ma noi comunque lottiamo e come Camere Penali siamo presenti. Torno giustappunto da Firenze dove abbiamo celebrato il nostro Congresso, ed eletto il nuovo Presidente nazionale Francesco Petrelli e devo dire la verità, abbiamo tutta la voglia, specialmente poi con questo Governo che almeno a parole sembrerebbe un Governo, con il Ministro Nordio, vicino alle battaglie delle Camere penali e alla separazione delle carriere». A moderare il dibattito Fabio Amendolara, giornalista di nera e cronaca giudiziaria che così fa il punto: «Non può mancare uno dei tasselli del meccanismo giudiziario: ci sono i magistrati e ci sono gli avvocati che sono a garanzia degli indagati e poi ci sono i giornalisti che devono fare da cane da guardia e da garanzia per quello che accade nei fascicoli giudiziari. La storia del giornalismo ci insegna che quando viene meno il controllo del giornalista, accadono e si verificano vicende come quella di Giuseppe Scopelliti. Poi le scoperte arrivano dopo tantissimi anni. Anche in questo caso le intercettazioni di Palamara ci hanno regalato qualche perla, ma ormai era troppo tardi». Un ritorno a Muro Lucano per Scopelliti, dopo oltre trent’anni, che l’ex politico e suo amico Francesco Crocetto così ricorda: «Iniziammo con una parentesi all’epoca politica che poi si è sviluppata in una parentesi ovviamente amicale e se non addirittura di piena e totale fraternità. Iniziammo trent’anni fa quando Scopelliti appena eletto Segretario nazionale del Fronte della Gioventù visitò, qualche mese dopo la sua elezione, la realtà di Muro Lucano. Era il settembre del 1993, quindi esattamente trent’anni fa. Da allora Giuseppe è stato in casa a Muro e proprio per questo ho ritenuto importante che spiegasse le sue vicissitudini e la sua storia, la sua durissima parentesi di vita e la raccontasse soprattutto gli amici muresi che lo hanno “adottato” poiché, bisogna ricordare, che ben in due circostanze in occasione delle sue due candidature al Parlamento europeo, proprio a Muro Lucano Scopelliti riscosse centinaia di consensi». L’ex presidente della Regione Calabria, rilegge dunque il suo passato con serenità ed equilibrio. Tra emozionanti ricordi, immagini e personaggi che appartengono al “Phanteon” della storia italiana.

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