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LIBERATE IL PARCO, SI FACCIA PRESTO

Appennino lucano, il presidente Priore a ruota libera sui social: dopo il dossier di Rubino, il Governo intervenga

Non La difesa dell’ambiente e del paesaggio sono cose serie. L’estremismo ambientalista che nega ogni centralità all’essere umano è una follia ideologica. Come tutte le follie ideologiche non produce danni se resta rinchiusa nei libri o nei cassetti, diventa devastante se viene incarnata da portatori di cariche istituzionali. Viste le recenti polemiche scaturite su Priore per la gestione del cinghiale nel Parco del- l’Appennino Lucano, ci siamo dedicati a sbirciare un po’ di qua e un po’ di là sulla sua pagina facebook per verificare se esistesse una visione ideologica da estremista ambientalista nel presidente del Parco che potesse giustificare questa sua non comprensione del problema.

L’UCCISIONE DEL MAIALE COME DELITTO

Balza subito agli occhi la foto di un maiale ucciso dove campeggia una frase secondo cui l’uccisione di un solo animale è da considerare un delitto. Il nostro Priore attribuisce questa frase a Leonardo Da Vinci ma è evidente che la fa sua e la condivide. Poco più in basso una ricerca che ci spiega che chi mangia carne è più violento e, soprattutto, lo fa senza comprendere il senso di ciò che fa. Ancora più in basso l’apologia del trancio di salmone vegano stampato in 3D e il commento “ci arriveremo, stai tranquillo”. Insomma, la difesa ad oltranza del cinghiale non è una scelta del momento né la non comprensione del problema ma nasce da una visione ideologica molto chiara secondo cui non è giusto uccidere animali, anzi è addirittura da considerare un delitto l’uccisione di un maiale. Una visione che vorrebbe sostituire il salmone con un prodotto chimico stampato in 3D e, forse, tutta la carne con prodotti artificiali. L’UTOPIA ANIMALISTA AL POTERE Non è nostro compito censurare le visioni ideologiche delle persone né ci potremmo mai permettere di imporre la nostra visione del cosmo e della natura. Quello che ci preme evidenziare è che, secondo noi, chi ha un concetto di questo tipo del rapporto tra uomo e natura, tra uomini e animali non possa guidare un parco, soprattutto un parco che insiste su aree dove ci sono paesi, attività agricole ed imprenditoriali etc…. Il Parco deve riuscire ad armonizzare la natura con l’uomo, deve avere come stella polare proprio i migliori rapporti tra uomini e natura ma non può trasformare il parco in una Jungla nella quale gli uomini debbano concedere spazio alle fiere, agli animali selvatici cui deve essere consentito di devastare abitazioni, prati, pascoli, vigne etc.. Un’area protetta fa l’area protetta, deve tutelare la biodiversità ma non può trasformarsi in un posto senza regole dove si torna allo stato di natura. In un’area protetta la natura deve essere governata, limitata, disciplinata, regolata, tenuta in ordine. Nella sua en- ciclica Papa Francesco ricorda che l’uomo è il custode del Creato e, come custode, non può devastarlo ma non può neanche lasciare che si governi da solo.

FATE PRESTO

Il territorio si è espresso chiaramente. Il presidente della Comunità del Parco Antonio Rubino non sa più come spiegare al Governo Meloni che le politiche di Priore non sono gradite, che il territorio non riesce più a tollerarlo. Rubino ha scritto una lunga cahiers de doléances e l’ha inviata al Ministro dell’Ambiente che adesso non può più dire di non sapere cosa vuole il territorio. Noi ci sentiamo di sottoscrivere e condividere l’appello di Antonio Rubino e preghiamo il ministro di fare presto. Scegliamo volutamente la famosa prima pagina del Mattino dopo il terremoto dell’80 perché se non si agisce subito dell’Appennino Lucano resteranno soltanto macerie.

Di Massimo Dellapenna

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