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STELLANTIS, BARDI RICEVE I SINDACATI

Il Gov il tramite col Ministro Urso, ma le parti sociali continuano a non fidarsi dell’azienda su investimenti e occupazione. Oggi il tavolo in Regione, anche dopo lo slittamento Euro 7 gli animi restano tesi

C’ è preoccupazione da parte dei sindacati sul futuro dei lavoratori dello stabilimento Stellantis di Melfi. L’incontro con i vertici dell’azienda automobilistica negli scorsi giorni a Roma ha evitato ulteriori fermi della produzione (dopo il grande sciopero di otto ore) ma non ci sono state importanti rassicurazioni. Nonostante nello stabilimento lucano nel 2024 si attende la produzione di nuovi modelli elettrici l’assenza di garanzie e programmazione incide pesantemente su quale sarà il futuro dello stabilimento. A pesare sugli operai l’assenza di conduttori, i numerosi trasferimenti a Pomigliano e la mancanza di garanzie occupazionali. L’azienda pur avendo garantito un Piano di rilancio chiede al Ministro Urso un sostegno, però non soltanto a parole. In attesa di avere queste risposte i sindacati hanno chiesto anche alla Regione Basilicata di fare la sua parte. Il presidente Vito Bar- di non si è tirato indietro e oggi aprirà il dialogo. Il cronoprogramma della salita produttiva delle vetture elettriche e la definizione del quinto modello alla Stellantis di Melfi sono tra i punti all’ordine del giorno dell’incontro, oltre alla garanzia della produttiva e all’occupazione. Nonostante le buone intenzioni del governatore lucano i sindacati restano scettici. «Chiederemo che la Regione Basilicata porti al confronto regionale anche Stellantis alla presenza dei sindacati – affermano la segretaria generale della Fiom Cgil Basilicata, Giorgia Calamita e il segretario generale della Cgil Basilicata, Fernando Mega. Ci vogliono risposte concrete in merito all’occupazione per i lavoratori dello stabilimento Stellantis e per le aziende della componentistica e logistica». «Non c’è più tempo da perdere, bisogna governare la fase di transizione – aggiungono Calamita e Mega – A partire dal 2035, così come prevede la normativa europea, non si produrranno più vetture con motore endotermico. La transizione è quindi ormai un processo avviato, che giustamente dovrà garantire la ecosostenibilità. Per questo motivo è fondamentale conoscere il cronoprogramma, anche di massima, dell’avviamento dei nuovi modelli e nel contempo l’analogo cronoprogramma di cessazione degli attuali che, tra l’altro, hanno anche le motorizzazioni diesel. Il sistema industriale nel nostro paese e la Basilicata dovranno cogliere le sfide che tale trasformazione industriale potrà garantire, investendo nel settore automotive e incentivando l’innovazione e la ricerca. Fare demagogia rivendicando il blocco del processo di transizione ecologica farà perdere competitivi- tà al nostro paese». «Anche la proposta di regolamento europeo su veicoli EURO 7 è un’azione che non può frenare o rallentare il processo in corso e che a Melfi non porterebbe nessun beneficio in termini di tenuta occupazionale e produttiva, in quanto verranno prodotti modelli elettrici. Il rischio della perdita del posto di lavoro è ormai un problema di tutte le famiglie coinvolte – sottolineano i segretari della Cgil e della Fiom Cgil lucana – l’utilizzo di ammortizzatori sociali, le trasferte, gli incentivi all’esodo, la mancata acquisizione delle commesse per la componentistica, l’internalizzazione delle tante lavorazioni nello stabilimento Stellantis, e la continua ricerca di efficienza che si traduce in riduzione di lavoratori sulle linee, peggioramento delle condizioni di lavoro e di vita intollerabili,so- no gli effetti dei ritardi da parte delle imprese e del governo che ancora oggi non apre un confronto con il sindacato e rinvia di mese in mese il tanto an- nunciato accordo per l’automotive». «Come più volte ribadito l’istituzione dell’area di crisi complessa a Melfi non può considerarsi la soluzione a una vertenza dell’automotive e dell’indotto che coinvolge migliaia di lavoratori e lavoratrici in tutta in Italia e vede lo stabilimento ridimensionato. La Fiom Cgil lo scorso 12 luglio con Stellantis non ha firmato l’accordo perché chiede- va garanzie e prospettive future per tutti i lavora- tori. Servono investimenti reali e concreti affinché la transizione ecologica possa concretizzarsi garantendo l’occupazione e la tutela dei diritti. La Regione – concludono – dovrà essere in grado di coinvolgere il governo e Stellantis affinché venga realizzato un accordo per tutto il settore automotive per realizzare un progetto con investimenti e per governare la transizione energetica, ecologica e digitale, che dovrà necessariamente recuperare i ritardi sulla ricerca e sull’innovazione tecnologica del sistema delle imprese, che oggi pagano i lavoratori in termini di riduzione del salario, precarietà occupazionale e di condizioni di lavoro». La Fiom e la Cgil «auspicano di avere risposte concrete, altrimenti continueranno a mettere in campo tutte le iniziative di lotta con il massimo coinvolgimento dei lavoratori. Si effettueranno le assemblee in tutti i luoghi di lavoro perché questa vertenza possa dare esiti importanti sul nostro territorio e nel paese». Sulla questione sono intervenuti anche Vincenzo Tortorelli, segretario regionale Uil – Marco Lo- mio, segretario regionale Uilm: «Il nostro auspicio è che l’incontro – convocato dal Presidente Bardi, a seguito dello sciopero di lunedì 18 di Stellantis e dell’indotto automotive di Melfi – possa essere decisivo affinché si definisca, in modo chiaro, un impegno preciso della Regione Basilicata. Si tratta di incalzare anche il Governo centrale, affinché partendo da Stellantis, con l’impegno chiaro della produzione delle cinque vetture elettriche, si possano porre le basi per il Patto per Melfi sull’auto che debba essere in grado di tutelare il lavoro e i lavoratori. Al centro la garanzia che i nuovi appalti per l’indotto e per la logistica seguano i lavoratori attualmente occupati. In queste ore apprendiamo lo slittamento di due anni della norma Euro7, da noi fortemente voluto, che sicuramente è un primo passo per definire in modo chiaro una giusta transizione che sì deve vedere l’elettrificazione totale al 2035, ma, come da noi ribadito più volte, con il giusto tempo affinché si possano crea- re le giuste condizioni per non perdere il lavoro ma soprattutto i lavoratori. Pertanto domani saremo decisi e concreti, con proposte non di principio ma vere e auspichiamo che anche il Governatore Regionale e la Giunta possano finalmente seguirci in un percorso che a questo punto è vitale non solo per San Nicola di Melfi ma per tutta la Basilicata».

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