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TENTATA CONCUSSIONE E FALSA PERIZIA: SOSPESI PER 1 ANNO 2 PROFESSIONISTI

Vulture, compravendita capannone industriale: il Gip accoglie la richiesta della Procura di Potenza su Scarano e Cardone

Su disposizione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Potenza, il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza del capoluogo lucano ha eseguito un’ordinanza di applicazione della misura cautelare interdittiva della sospensione dall’esercizio dei pubblici uffici per la durata di 1 anno, emessa dal Giudice per le indagini preliminari, su richiesta della Procura, nei confronti di due professionisti, Antonio Scarano, nato a Foggia il 13 agosto 1964, e Michele Angelo Cardone, nato a Lavello il 18 luglio 1941, indagati, in concorso fra di loro, per tentata concussione e falsa perizia. Ferma restando la presunzione di innocenza sino a sentenza definitiva, le attività di indagine hanno permesso di acquisire plu- rime e convergenti evidenze investigative che hanno portato alla compiuta ricostruzione di un grave quadro indiziario in ordine alle ipotesi di reato formulate. In particolare, come riconosciuto dal Giudice per le indagini preliminari di Potenza, risultano acquisiti gravi indizi di colpevolezza da cui emerge che nell’ambito della procedura concorsuale scaturita dal fallimento di una società di Atella, il commercialista Antonio Scarano, curatore fallimentare, avvalendosi di una perizia estimativa redatta dal perito, ingegnere Michele Angelo Cardone, contenente dati non veritieri in ordine al valore di un capannone industriale ceduto nel 2017 dalla società fallita ad una società di Rionero in Vulture, avrebbe esercitato illecite pressioni sull’amministratore della società acquirente, finalizzate ad indurre quest’ultimo a versare a favore della curatela un’ulteriore somma di 600mila euro, oltre al prezzo di acquisto già pagato a suo tempo, riferibile all’asserito maggior valore dell’immobile, con la minaccia, in caso contrario, di una denuncia in sede penale. Il provvedimento cautelare è stato emesso all’esito di mirati accertamenti, coordinati dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Potenza, nel quadro di una strategia di sistematica prevenzione e repressione dei reati posti in essere nell’ambito delle procedure concorsuali.

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