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FRATELLI D’ITALIA ALLO SBANDO

L’inconcludenza degli attacchi a Bardi erode il partito senza guida e linea politica: interverrà la Meloni? Sanità, il segretario provinciale Giuzio critica il regionale Quarto per il rinvio del Consiglio

Assume sempre più i contorni di una serie televisiva o, forse, addirittura di una saga popolare la situazione interna a Fratelli d’Italia di Basilicata e alla sua posizione in merito alla Sanità Privata. Proviamo a fare un riassunto delle puntate precedenti: nelle settimane scorse Quarto, Caiata, Rosa, Mattia, Giuzio e Toto hanno riempito lo spazio della comunicazione politica continuando a raccontarci della mancanza di risolutezza del Governo Regionale nell’affrontare le questioni. Nel Consiglio Regionale di ieri il Segretario Regionale di FdI Piergiorgio Quarto, investito della questione e responsabilizzato a presentare una proposta, non riusciva a fare altro che chiedere una sospensione prima e un rinvio dopo.

GIUZIO: L’UNICO DETERMINATO È BARDI

Oggi, arriva un ennesimo comunica- to stampa da parte di Fratelli d’Italia. Questa volta l’unico firmatario è Giuseppe Giuzio, segretario provinciale di FdI e uomo di fiducia di Gianni Rosa che, a sua volta, è il primo grande accusatore di Bardi. Il segretario provinciale di Fratelli d’Italia, in un’unica nota riesce a smentire Rosa e a criticare aspramente sia Quarto che il Gruppo Consiliare di Fratelli d’Italia. «Il Presidente Vito Bardi ha dimostrato la volontà di affrontare la questione della sanità privata, sia per quanto riguarda le prestazioni del 2023 che per quanto ancora in sospeso relative al 2022. Tuttavia, il Consiglio Regionale non ha manifestato la stessa determinazione, optando per un rinvio che suscita perplessità». Sembrerebbe una nota polemica contro il Partito di Maggioranza Relativa, partorita dalla penna di qualche altro consigliere regionale di maggioranza. Invece sono parole e musica del segretario provinciale di Fratelli d’Italia che loda Bardi e critica il Consiglio Regionale. Se la prima cosa sancisce la rottura definitiva tra Rosa e Giuzio ancora più preoccupante è la seconda parte del comunicato. Quando si critica la sospensione e l’interruzione del Consiglio Regionale si critica il segretario regionale di FdI che lo ha chiesto e, soprattutto, quando si accusa il Consiglio Regionale di poca determinazione, si accusa indirettamente il Gruppo di Maggioranza Relativa. Insomma, un attacco diretto contro tutto il proprio partito da parte di Giuzio. Una smentita totale alla linea politica che da l’idea di una posizione politica assolutamente senza nessuna logica e senza nessun fondamento razionale.

CHI DETTA LA LINEA IN FRATELLI D’ITALIA?

Se fosse un partito di minoranza, uno dei tanti gruppi consiliari che affastellano la composita maggioranza di centrodestra la questione di chi controlla il partito e il gruppo sarebbe addirittura secondaria. Purtroppo questo caos politico riguarda il Partito di Maggioranza Relativa che dovrebbe dettare la linea politica e ha la pretesa di guidare la coalizione. Tutto ciò non può che riversarsi sulla tenuta stessa della maggioranza, sulla sua capacità di agire nella soluzione dei problemi, sulla formazione stessa della volontà politica. In pratica siamo nel caos più totale e FdI sembra il motore del caos. Giuzio smentisce se stesso di qualche giorno prima, il segretario regionale della sera prima e il suo mentore Gianni Rosa.

CHE ASPETTA LA MELONI AD INTERVENIRE?

A questo punto ci chiediamo cosa aspetti Giorgia Meloni ad intervenire per risolvere le questioni del suo Partito in Basilicata. Come più volte abbiamo scritto Giorgia Melonisista dimostrando il premier più decisionista e con una maggiore visione politica degli ultimi anni, forse il migliore della storia repubblicana. Il consenso che lei ha costruito intorno a sé e intorno al Partito si è strutturato sulla capacità di tenere sempre la barra dritta, di avere sempre una chiara posizione politica e di essere coerente tra il detto e l’azione senza farsi condizionare da nessuno né internamente né esternamente a FdI. In Basilicata accade esattamente il contrario. Fratelli d’Italia ha assunto le sembianze del Partito Democratico di Letta, in cui ognuno dice quello che vuole, contraddice gli altri componenti del Partito e si muove in maniera caotica ed irrazionale.

GIANNI ROSA COME PEPPONE

Chiunque abbia letto Giovannino Guareschi o almeno visto il film, sa che nel momento in cui il sindaco Peppone viene eletto senatore e deve abbandonare il suo paesello della riva destra del Po, la sua amministra- zione inizia a perdere la trebisonda, non riesce a risolvere i problemi e ad affrontare le questioni fino a dover costringere il Senatore Peppone a rientrare in paese per affrontare e risolvere in prima persona i problemi. La stessa cosa sembra accadere a Fratelli d’Italia in Basilicata. La linea politica chiara e netta tenuta da Rosa durante la sua segreteria regionale e durante il suo assessorato sembra essersi smarrita e non sembra esista nessuno in grado di tenere una rotta decorosa. Lo stesso accade per la distanza siderale che sembra separare Salvatore Caiata e Aldo Mattia dal territorio. I tre moschettieri nel Parlamento ci provano a tenere una strategia me, evidentemente, la distanza fisica non consente di gestire la situazione. Forse è proprio vero che dietro le prime linee c’era il nulla o, molto più semplicemente, come spesso accade i leader piccoli o grandi che siano hanno una strana e consueta predisposizione istintiva a circondarsi di piccoli uomini che, non appena perdono la vicinanza con le loro guide, non trovano di meglio da fare che smentire tutto quanto fatto prima. È una costante della politica e della società in genere. Questo sta succedendo a Fratelli d’Italia in Basilicata. Un grande partito che sul territorio proietta soltanto ombre che non si sforzano neanche di apparire grandi. La speranza è che qualcuno da Via della Scrofa getti uno sguardo verso questa terra e questa classe politica, non è una questione che riguarda soltanto FdI ma, essendo riferita al partito di maggioranza relativa, riguarda tutti noi cittadini.

Di Massimo Dellapenna

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