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SOVRANITÀ ALIMENTARE E RISCHI NUTRISCORE

La riflessione di Antonio Tisci

«Gli Stati Uniti sono un grande popolo, ci hanno liberato, difeso, su una cosa non ci possono insegnare niente: a mangiare, lo sanno anche loro. Hanno una criticità che devono rimuovere, hanno un differente modello di educazione alimentare. Da noi è interclassista. Da noi spesso i poveri mangiano meglio dei ricchi, cercando dal produttore l’acquisto a basso costo spesso comprano qualità. Da loro le classi meno agiate vengono rimpinza- te con elementi condizionanti che vanno nell’interesse del venditore più che del consumatore finale. Lo vediamo con la media del sovrappeso». Queste le parole testuali pronunciate dal ministro della Sovranità Alimentare On. Francesco Lollobrigida al Meeting di Rimini. Parole di assoluto buon senso che pongono l’evidenza sulla differente educazione alimentare italiana rispetto a quella americana. Qualunque persona dotata di un briciolo di onestà intellettuale non può che riconoscere la validità di queste parole e, soprattutto, che il cuore del discorso non è imperniato sulla differenza tra la tavola dei ricchi e quella dei poveri ma sulla differenza tra la cucina americana e quella italiana. Una differenza che è sotto gli occhi di tutti. Una differenza che non è soltanto negli alimenti e nella loro qualità ma anche e soprattutto nella differente educazione alimentare.

SOVRANITÁ ALIMENTARE E I PERICOLI DEL NUTRISCORE

Difendere la qualità dell’agroalimentare italiano dovrebbe essere nell’interesse di tutti. L’intera Nazione in tutte le sue componenti politiche e sociali dovrebbe avere ben presente che quella sull’alimentazione, sulla sovranità alimentare e sui differenti modelli si svolgerà una delle più importanti battaglie politiche ed economiche dei prossimi anni. Una battaglia che l’Italia non può perdere non soltanto per motivi culturali ma an- che per motivi economici. L’agroalimentare di qualità è uno dei grandi pilastri dell’economia nazionale e la tipicità della cultura alimentare italiana è uno degli elementi che maggior- mente caratterizzano il “made in Italy”. Tra i pericoli per il Made In Italy, infatti, il più forte viene proprio da oltralpe ed è costituito dal Nutriscore, un particolare e complesso logaritmo che etichetta i prodotti secondo una scala di qualità alimentare. Una cosa che sarebbe anche di per sé giusta se non fosse per le modalità in cui questo logaritmo è costruito. Il nutriscore, infatti, valuta ogni prodotto con una scala che va da A ad E, laddove A è il prodotto con la qualità migliore, E quello peggiore. Questa scala deve pro- durre un’etichettatura che deve informare il consumatore. L’idea di per sé sarebbe anche buona ma, come sempre, il diavolo si nasconde nei dettagli ed, in particolare, nel logaritmo. Il sistema di calcolo, per esempio, assegna la lettera A (migliore qualità) ad uno Yogurt con educoranti, una lettera C all’Olio Extravergine d’Oliva, una lettera D al Parmigiano Reggiano e, addirittura una bassissima valutazione E al Pesto alle Genovese. Un autentico attacco all’alimentare italiano non sostenuto dai fatti né dalla logica, non essendo minimamente immaginabile che uno Yogurt con edulcoranti possa avere un valore alimentare più elevato di prodotti di alta qualità come il Parmigiano o l’olio extra vergine d’Oliva.

QUANDO IL DITO INDICA LA LUNA, L’IDIOTA GUARDA IL DITO

In un contesto del genere, quando in gioco è la produzione italiana e il made in Italy ci si aspetterebbe che tutte le forze politiche si stringessero intorno al Governo, non a difesa degli interessi del Governo ma con esso in difesa dell’Italia e dei suoi interessi. In un contesto del genere ci si aspetterebbe che anche l’opposizione si unisse in questa battaglia. Purtroppo, però, quando il dito indica la luna, l’idiota guarda il dito. E, così, in un discorso di svariati minuti la sinistra italiana è riuscita a prendere la frase “i poveri mangiano meglio dei ricchi”, ad estrapolarla dal contesto nel quale è stata pronunciata, ad isolarla da ogni altra argomentazione e ad usarla per poter dimostrare che il Ministro Lollobrigida non conosce la realtà. Una accusa alquanto singolare, soprattutto, quando proviene dalla sinistra della ZTL che soltanto nei ceti più ricchi raccoglie il minimo consenso che ancora riesce a raccogliere. Una sinistra, peraltro, che dimostra veramente di non conoscere la realtà. Perché basterebbe loro guardare il documentario “Super Size Me” per capire il senso autentico delle parole di Lollobrigida. Ammesso che abbiano voglia di comprendere la realtà e non limitarsi a chiudersi nella loro permanente propaganda.

Di Antonio Tisci

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