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RIAPERTA LA SANTISSIMA TRINITÀ

Nel 2010 il ritrovamento di Elisa, le reazioni contrastanti dei potentini. L’Arcidiocesi: «Luogo di preghiera silenziosa». La famiglia Claps mostra contrarietà

È stata riaperta e restituita al culto, dopo 13 anni, nel centro storico di Potenza, la chiesa della Santissima Trinità, nel cui sottotetto, il 17 marzo 2010, fu trovato il cadavere di Elisa Claps, la 16enne potentina scomparsa il 12 settembre 1993 e per il cui omicidio è stato condannato in via definitiva a 30 anni di reclusione Danilo Restivo, attualmente detenuto in Inghilterra anche per l’omicidio di un’altra donna, quello di Heather Barnett, una sarta inglese uccisa il 12 novembre 2002 a Charminster, un villaggio nei pressi di Bournemouth. Tant’è, dal 2010 e fino a ieri mattina le porte della storica chiesa erano rimaste chiuse, prima perché posta sotto sequestro e poi perchè interessata da «necessari lavori di ristrutturazione». Come informa una nota della curia arcivescovile di Potenza «il luogo sacro rimarrà aperto ogni giorno dalle 8,30 alle 12 e dalle 17 alle 20», per un «congruo tempo». Dopo la costituzione dell’unità pastorale nel centro storico, la chiesa, così come voluto da Papa Francesco – che solo poche settimane fa aveva indirizzato una lettera all’arcivescovo metropolita di Potenza-Muro Lucano-Marsico Nuovo Salvatore Ligorio e un’altra alla famiglia Claps – dovrebbe rinnovarsi a «luogo per la preghiera silenziosa, l’Adorazione, la ricerca del conforto interiore e spirituale, e per la promozione di una serena riflessione sulla sacralità della vita». Nel dialogo tra l’arcivescovo e la Santa Sede, ha inoltre sottolineato la curia potentina, «si è convenuti che per i cattolici, al fine di meglio “custodire la memoria di Elisa”, non c’è modo più appropriato della preghiera, anche liturgica, che ha pure la capacità di esprimere profondamente la presenza tenera e discreta», e che favorisce «il cammino di riconciliazione e guarigione per la comunità potentina, segnata da una ferita indelebile. È questo l’auspicio del Santo Padre che la Chiesa locale sente il bisogno di continuare a realizzare». L’arcivescovo ha quindi affidato «il cammino di riconciliazione e pacificazione degli animi» all’intercessione del patrono, san Gerardo vescovo. A tale proposito, monsignor Ligorio ha affidato all’attuale parroco della cattedrale, don Antonio Scavone, anche la responsabilità della parrocchia della Trinità.

UNA RIAPERTURA IN SORDINA

Una riapertura che, dopo tanti proclami, avviene un po’ in sordina, ma che non ha mancato di infiammare nuovamente le polemiche in città e a scatenare la durissima reazione della famiglia Claps da sempre oppostasi alla riapertura. Il fratello di Elisa, Gildo Claps, accusa l’Arcidiocesi di aver «agito furtivamente», parlando apertamente di atteggiamento da «ladri. Mi auguro – le sue parole – che la comunità di Potenza risponda con il coraggio di non entrare in quella chiesa».

LA REAZIONE DEI POTENTINI

Sulla riapertura della Trinità ci sono, però, giudizi contrastanti da parte dei potentini. Eppure, la risposta unanime che emerge è che non si tratta tanto di essere favorevoli o contrati, ma di quanto sia «necessario ricreare e ritrovare quel senso di Comunità che la città ha perso per troppi anni, contrastato dal silenzio e dall’omertà». Ebbene, tra gli intervistati c’è chi considera a prescindere la Trinità «un luogo di preghiera che dopo tanti anni bisognava anche riaprire». «Oltre che una chiesa – evidenzia un’altra persona intervistata – è un monumento dove ci sono conservate un sacco di opere d’arte. È, del resto, il monumento più importante di Potenza. E questo è già un ottimo motivo per averla riaperta, basta solo questo». Tesi sostenuta anche da chi ha affermato che «se l’hanno riaperta, c’erano i requisiti per farlo, sebbene mi dispiccia per Elisa però la vita va avanti». C’è chi, invece, la considera «una vera e propria ver- gogna» e ancora «una riapertura fatta senza alcun pudore che lascia passare il messaggio alla gente che quel che è successo non è servito a niente».

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