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SANITÀ, BARDI: «TEMA CENTRALE, ECCO COSA STIAMO FACENDO»

Il presidente dalla promozione dei Lea 2021 al ruolo centrale della Facoltà di Medicina. Bardi: «Lavoriamo per i lucani, la sanità utilizzata per creare consenso non ci interessa»

Ancora in pieno ritmo lavorativo nonostante il mese di agosto e i corridoi regionali per la maggior parte vuoti, per chi già si riposa sotto un ombrellone vista mare. Il presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi, è però ancora seduto alla sua scrivania in via Verrastro alle prese con numerose questioni regionali (alcune per nulla semplici). Programmi, progetti e proposte da vagliare e mettere a disposizione dei lucani quanto prima. Su tutti, i problemi inerenti il campo sanitario dalle dimissioni del direttore generale Bortolan alla vertenza della sanità privata, fino alle questioni delle liste d’attesa. Il governatore Bardi ha risposto ad alcune domande di Cronache Lucane per fare chiarezza su alcuni punti fondamentali in questi ultimi mesi di legislatura

Presidente Bardi, sulla sanità si sta scatenando una polemica da mesi, anche all’interno della maggioranza. Le dimissioni del Direttore generale Bortolan cosa rappresentano?

«Siamo in campagna elettorale. Capisco che il tema sia centrale, perché avviene così in tutte le regioni, essendo la principale voce di spesa di ogni bilancio regionale. Ovviamente le polemiche interne alla maggioranza fanno parte del dibattito politico, ma ogni scelta che abbiamo preso è sempre stata presa all’unanimità, penso alla vertenza della sanità privata, con un emendamento firmato da tutti, con me in testa, frutto di un dialogo istituzionale e con gli stakeholders. Il Mef ci ha fatto dei rilievi, noi abbiamo voluto evitare l’impugnativa del Governo. Sono cose che sanno tutti, per cui non capisco certe dichiarazioni. Ho però molto apprezzato la nota garbata dell’On. Caiata, perché ritengo che dobbiamo fare sempre meglio. Voglio però ricordare che i problemi della sanità lucana non sono un’esclusiva della Basilicata. Le liste di attesa ci sono ovunque in Europa, sono soprattutto frutto del Covid, che in Basilicata abbiamo affrontato in maniera egregia, con una campagna vaccinale ineccepibile».

Ma le dimissioni di Bortolan hanno segnato un punto non certo positivo. Al netto del gossip…

«Non mi occupo di gossip, non so nemmeno se ci sia una denuncia (in tal senso ho molto apprezzato la nota della Consigliera di parità, Ivana Pipponzi), ma ci siamo mossi appena abbiamo letto la notizia. Sicuramente è stata una vicenda che si è chiusa con una nota dell’Ing. Bortolan. Le sue dimissioni hanno chiuso una parentesi, rispetto alla quale noi come regione ci siamo comportati in maniera lineare e trasparente. Ma in questi mesi è stato fatto un lavoro importante, che in pochi conoscono».

Può raccontare qualche dettaglio a Cronache lucane?

«Certo. Innanzitutto, vorrei sottolineare che i dati Lea 2021 promuovono la Basilicata e siamo una delle poche regioni del Sud ad aver raggiunto questo risultato. Non era scontato, partendo dai dati non positivi del 2020. La misurabilità è tutto e quei dati ci dicono che la sanità lucana è in netto miglioramento. Con la DGR 329/2023 abbiamo posto le basi per una nuova programmazione della specialistica ambulatoriale, intervenendo sull’adeguatezza prescrittiva, che è un problema in tutte le regioni d’Italia e che in Basilicata presenta anomalie su cui intervenire. Tra l’altro abbiamo per la prima volta fatto confluire anche i dati di offerta della sanità privata, che è un pezzo importante del servizio sanitario regionale, di cui condivide onori e oneri».

Proprio sulla sanità privata c’è stata una nota molto dura del Senatore Rosa…

«Ognuno ha il suo stile. Io ho il mio. Ci tengo solo a dire che sul tema Fratelli d’Italia ha condiviso tutte le scelte, sia in Giunta che in consiglio regionale. Adesso, insieme alle associazioni di settore, dobbiamo trovare una soluzione. Mi auguro che possa aiutare la Basilicata a trovare una sintesi con il Governo e superare le obiezioni del Mef. Il mio impegno è nei fatti. Ma so bene che governare è più difficile che stare all’opposizione».

A che punto siamo con il tanto atteso piano dei fabbisogni?

«C’è. È stato presentato in Quarta commissione consiliare. È la base di partenza per definire le linee di indirizzo per 7 milioni di prestazioni e impatta sulle liste di attesa. Non era mai stato fatto prima»

In tanti lamentano lunghi tempi di attesa…

«Lo sappiamo benissimo. È un problema comune a tutte le regioni. La digitalizzazione ci aiuterà: tutte le ricette saranno dematerializzate. Tutte le prescrizioni dovranno passare per il Cup, così da poter controllare l’adeguatezza prescrittiva ed evitare abusi che ci sono da sempre. Faremo un controllo di qualità finalizzato alla redazione annuale del piano dei fabbisogni»

Che ruolo avrà la Facoltà di Medicina in futuro?

«E’ in fase di redazione l’accordo Regione Unibas che prevede l’attivazione di un dipartimento integrato finalizzato a garantire nelle strutture sanitarie regionali una duplice attività didattico-assistenziale. L’obiettivo è qualificare e differenziare l’offerta formativa rispetto alle altre facoltà di medicina limitrofe. Questo connubio ci garantisce anche la possibilità di consulenze qualificate da professionisti di fama nazionale. La facoltà di medicina in Basilicata è un grande traguardo storico di questa giunta regionale ed è la condizione per innalzare la qualità dell’offerta sanitaria della nostra regione, valorizzando le eccellenze locali e attraendo le migliori competenze. Così potremo evitare a tanti lucani di andare fuori regione per evitare consulenze specialistiche»

Quindi tante novità in vista. E allora come si spiega tutte queste polemiche?

«Ci sono tante rendite di posizione del passato che abbiamo iniziato a intaccare. È normale che vi siano reazioni, falli a gamba tesa e levate di scudi, spesso da parte di futuri candidati, che quindi hanno ambizioni personali. Noi guardiamo solo all’interesse dei lucani, non ad altro. La sanità utilizzata per creare consenso non ci interessa. A chi dice che si poteva fare di più, a chi dice che si poteva fare meglio, rispondo perché non è stato fatto prima, dato che chi oggi più grida ha governato questa regione per 30 anni con i risultati sotto gli occhi di tutti».

 

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