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QUI CI VUOLE LA CRAVATTA

TACCO&SPILLO

Il solito revanscismo grillino che voleva aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno e che alla fine in mancanza di cazzimma etica s’è arreso alle note dolci e setose del caviale beluga l’ha giudicato inutile, ma invece l’ordine del giorno su dress code ed obbligo di cravatta approvato da Montecitorio e presentato dal deputato di FdI Salvatore Caiata, sempre impeccabile ad eleganza e dandyismo, pur senza l’ausilio dell’armocromista che ormai spilla soldi facili per miracoli impossibili alla Schlein, è una proposta di buon senso e d’esaltazione del decoro istituzionale che pure servirebbe a fare più bella e presentabile l’Italia davanti al mondo oltre che a diffondere il power dressing delle cravatte made in Italy così care al ministro patriota Lollobrigida. Ora lasciamo stare l’antropologia selvaggia di molto vestiario parlamentare, compresa la fisiognomica a sinistra delle infradito, ma va detto che se l’abito fa il monaco allora fa anche il parlamentare e che Beccaria e Montesquieu sul diritto e monsignor Della Casa sul galateo ci hanno insegnato che la forma è sostanza. Canta Luca Carboni:“In questo mondo un po’ formale qui non entra chi la cravatta non ce l’ha”.

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