AttualitàBasilicata

PIC: “I PORTALI DI CALVELLO SI RACCONTANO”

Un percorso multimediale che va dall’arte degli scalpellini alle donne contadine, dalla storia alla natura

 

Verrà inaugurato lunedì 31 luglio alle ore 20:30, in Via Sotto gli Orti a Calvello, alla presenza della Consigliera regionale Dina Sileo, il percorso dei “portali parlanti”. 12 tappe di un itinerario multimediale, non mediato da smartphone o QRCode, in cui «i portali del centro storico prendono letteralmente vita, si animano e raccontano la civiltà delle mani di Calvello e, con essa, la natura, la storia, la cultura e le tradizioni del paese» annunciano dalla Casa Comunale.

“La notte dei buoni auspici” è un viaggio fatto di suggestioni ed emozioni, «in cui i segni e simboli dei portali prendono vita e ridanno vita all’arte degli scalpellini e alla memoria dei nostri nonni, – afferma il Sindaco Anna Cantisani- per raccontare la bellezza che siamo e che solo la nostra comunità può raccontare e ha potuto svelare grazie al “Progetto PIC -ter Calvello-Anzi- Laurenzana -Avviso pubblico “Piani Integrati della Cultura” PIC – Anno 2022”. Tutto questo non sarebbe stato possibile senza i miei concittadini. Ringrazio loro, la mia Amministrazione, che ha creduto in questo progetto, e quanti si sono impegnati per renderlo possibile. La notte dei “buoni auspici” potrà essere vissuta ogni sera, all’imbrunire, a partire dalle 20:30 regalando, un patrimonio di identità ai visitatori».

Eccole allora le 12 tappe dell’itinerario:

In via Sotto gli Orti n. 29 una felce esalta la natura unica e irripetibile di Calvello; In via S.Anna n.6 un mascherone accoglie il visitatore: è lì scolpito per scacciare il malocchio, le malattie e le malelingue e racconta la storia del Castello. Il portale di Via S. Francesco n.9, rievoca la cultura rurale. La conchiglia di via S. Francesco n.2, invece, svela la condizione femminile nel mondo contadino calvellese, mentre il portale di via Unità d’Italia n.8 è dedicato ai nonni, ai loro giochi, a quegli aneddoti ricchi di nostalgia. Via Concezione regala due narrazioni suggestive. La prima è quella di un mascherone che soffia via il malocchio e gli spiriti maligni, e narra del terremoto del 1857 e l’omicidio di Francesco Cancelli. La seconda narrazione è affidata ad una spiga di grano che celebra l’operosità agricola, la fatica contadina, i paesaggi delle campagne di Calvello, gli antichi mestieri, la creatività del mietitore e del “legante”, la pesatura del grano, il sapore del pane di un tempo. Si arriva dunque a via Garibaldi n.40: qui è un portone a parlare per bocca di due mascheroni barbuti che, in un divertente dialogo, esaltano l’arte dell’intaglio del legno. Vicoletto Ancarola n.1 nasconde, come un tesoro raro e prezioso, una conchiglia, simbolo della donna che genera vita, diventa una contadina calvellese che sta per partorire, chiede della levatrice, sicura di poter contare sul vicinato, che è una grande famiglia. E si risale in via Garibaldi n.36, dove un angelo, due colombe e due figure fantastiche parlano dell’amore nel mondo contadino calvellese, fatto di condivisione del duro lavoro dei campi; In via Garibaldi n.34 ci si deve inchinare al cospetto di un diavolo incoronato, causa della discordia tra i rioni del Piano e di Sant’Antuono che si contendevano il fiume Laterra, fino a quando, per porre fine ai contrasti, i Benedettini costruirono il Ponte di Sant’Antuono, uno dei simboli di Calvello. Via Garibaldi n.4 è l’ultima tappa: il portale, adornato da conchiglie e da un’aquila, ripercorre i momenti più importanti dei moti del 1822, dei Carbonari di Carlo Mazziotta, di quando in paese si moriva per la libertà. ll visitatore, «man mano che percorre i vicoli suggestivi di Calvello, si appropria della memoria del paese».

Un percorso bellissimo dunque, che come sovente raccontano le nostre colonne di Cronache purtroppo era stato preso di mira nei gironi scorsi, quando il Sindaco aveva in merito raccontato di «portali che si azionano di continuo, anche nelle ore notturne e il danno arrecato a uno di essi. Così si arreca danno all’intero paese, che, per crescere economicamente e in opportunità, ha bisogno per prima cosa che si rispetti ciò che è di tutti. Per crescere ha bisogno di civiltà. Sappiamo che la nostra comunità è fatta di gente perbene e lungimirante, che sicuramente scoraggia e condanna atteggiamenti scorretti e ci aiuterà a dare la giusta dignità al nostro paese. E prendersene cura è il primo passo» aveva concluso Cantisani che oggi aggiunge e sottolinea: «Percorrendo le tappe ci si sente con orgoglio parte di una comunità bellissima, perché, come dice uno dei portali, “Calvello è una grande famiglia che è pronta ad accogliere il visitatore e ad augurargli ogni bene”».

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