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PAYBACK, REGIONE SMEMORATA

SANITÀ Fornitura dispositivi medici, rimborso spese: in Italia quasi 2mila le impugnazioni al Tar. Dal Dipartimento nessuna comunicazione: le imprese lucane impossibilitate ai ricorsi

Sono poco meno di 2000 i ricorsi presentati al TAR dalle aziende dei dispositivi medici sull’attuazione del cosiddetto payback, il sistema di tassazione che obbliga le imprese a un esborso per ripianare lo sforamento dei tetti di spesa da parte delle Regioni. La Legge da alle aziende il termine perentorio del 31 luglio per scegliere se ritirare i ricorsi e pagare con uno sconto la parte relativa al periodo 2015-2018 o an- dare avanti sul piano legale. Intanto, però, il Tar Lazio segna un punto a favore delle aziende. Proprio in questi giorni, infatti, il Tribunale Amministrativo competente per i ricorsi contro le decisioni di autorità statali ha accolto le istanze cautelari di alcune aziende sia medio-piccole che di maggiori dimension. La sospensiva concessa riguarda sia il pagamento delle somme che delle eventuali compensazioni da parte delle amministrazioni sanitarie. I ricorsi, che saranno decisi nel me- rito ad Ottobre, ineriscono l’incostituzionalità della normativa primaria di legge, la non conformità con il diritto europeo, la violazione di norme di legge preesistenti, oltre ai numerosi errori di calcolo delle fatture ricevute dalle regioni.

UNA NORMA VOLUTA DA RENZI E CONFERMATA DA DRAGHI

Ad introdurre la norma sui dispositivi medici fu il governo Renzi. L’art. 9-ter del D.l 78/2015 stabilisce che una parte dello sfora- mento del tetto di spesa regionale venga posto a carico delle aziende fornitrici “in misura pari al- l’incidenza percentuale del proprio fatturato sul totale della spesa per l’acquisito di dispositivi medici a carico del Servizio Sanitario regionale”. Le quote a cari- co delle aziende sono rilevanti (Art.9, comma 9): 40% per il 2015, 45% per il 2016 e 50% dal 2017 in avanti, percentuali superiori al margine di guadagno del- le imprese. La norma, richiesta dall’Europa, pur approvata fu sempre rinviata nella sua applicazione dallo stesso Renzi perché, a dire dell’ex Presidente del Consiglio, non stava in piedi. Con il decreto Aiuti bis, il governo Draghi per la prima volta da una vera attuazione del payback stabilendo che il Ministero della Salute debba adottare entro il 30/9/2022 un decreto che certifichi il superamento del tetto di spesa per l’acquisto dei dispositivi medici per le annualità comprese tra il 2015 e il 2018. Ta- le decreto sarà poi pubblicato in G.U. 15.9.2022. Il decreto, stabilisce inoltre, che le aziende devono effettuare i versamenti entro 30 giorni dai provvedimenti regionali e, in caso contrario, “i debiti per acquisti di dispositivi medici […] nei confronti delle aziende fornitrici inadempienti sono compensati fino a concorrenza dell’intero ammontare”. Questo meccanismo produce il duplice effetto del blocco dei pagamenti e della mancata partecipazione delle imprese produttrici alle gare.

DECRETO 6 OTTOBRE 2022

Il 6 Ottobre 2022, come ultimo at- to del suo dicastero, Roberto Speranza con decreto definisce le “linee guida propedeutiche all’emanazione dei provvedimenti regionali e provinciali in tema di ripiano del superamento del tetto dei dispositivi medici […]”. A segui- to delle lettere inviate dalle regioni alle aziende sono stati avviati centinaia di ricorsi al Tar per contestare l’illegittimità dei provvedimenti a causa della loro incostituzionalità e non conformità con il diritto comunitario. La misura viene contestata anche per la retroattività e perché le aziende non hanno visibilità in sede di gara sul fatto che i tetti regionali vengano o meno superati. Con il decreto bollette, il Governo Meloni, cerca di limitare i danni e introduce un fondo di 1.085 milioni di euro per le imprese che non hanno attivato il contenzioso o vi rinunciano.

LE IMPRESE LUCANE NON POSSONO RICORRERE

Le Regioni italiane hanno invia- to, ottemperando al decreto di Ottobre 2022, le lettere alle imprese sanitarie. Contro queste lettere le imprese hanno fatto il ricorso al TAR per le quali è intervenuta la sospensiva. Le imprese di tutta Italia, quindi, avuta la comunicazione potevano scegliere se fare ricorso o ottenere lo sconto del 52% previsto dalla Legge. Gli unici che non hanno potuto farlo sono le imprese lucane. Il Governo Regionale, infatti, si è totalmente dimenticato di loro e non ha inviato nessuna comunicazione. In pratica, il Dipartimento Sanità del- la Regione Basilicata ritiene le imprese sanitarie regionali assolutamente invisibili, non le vede e non le percepisce e, così facendo, rende loro poca giustizia e ne comprime i diritti. In pratica le imprese lucane possono solo accettare il Pay-Back per le prossime gare o scegliere di non partecipare più, non possono ottenere lo sconto e non possono fare il ricorso al TAR. Tutto ciò a causa della colossale dormita della Regione Basilicata che, così facendo, rende ancora più complicata le vita delle nostre imprese.

Di Massimo Dellapenna

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