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LECCE CELEBRA BONAVENTURA POSTIGLIONE

Radio libere la cerimonia per il pioniere lucano al teatro Politeama Greco. “Ubaldo Lay”, premio alla memoria per «l’impegno profuso nel campo delle arti visive»

Un altro prezioso riconoscimento per Bonaventura Postiglione. l’uomo che è considerato il pioniere delle Radio Libere italiane. È stato conferito, infatti, alla memoria dell’Istrione lucano il premio internazionale di cinematografia e teatro “Ubaldo Lay” per «l’impegno profuso nel campo delle arti visive». L’evento si è svolto, coincidenza ha voluto, proprio il giorno di San Bonaventura – il 15 luglio – nel Foyer del Teatro Politeama Greco di Lecce. Il Premio dedicato all’interprete della fortunata serie tv anni ’60-‘70 del tenente Sheridan, giunto alla quarta edizione, è indetto dall’Accademia “Italia in Arte nel mondo” – Associazione Culturale affermata in campo internazionale – inquadrato nella più ampia manifestazione della Biennale di arti visive “Salento Event of Contemporary Art 2023”. Tant’è le gesta di Nino Postiglione sbarcano anche in Puglia, nella capitale del Barocco, dove nella cornice del teatro leccese è stato conferito il Premio alla memoria di Nino Postiglione. A ritirarlo durante la serata celebrativa di sabato, sul palco, dal direttore della redazione pugliese di “Cronache Tv” Onofrio D’Alesio insieme al consigliere nazionale della REA (Radio Televisioni Europee Associate), nonché speaker radiofonico saprese Tonino Luppino, al quale, durante la serata è stato conferito il Premio alla Carriera. «Al Teatro Politeama Greco della splendida Lecce – commenta Luppino a margine della cerimonia – ho vissuto momenti veramente esaltanti, non solo perché sono stato premiato con il mitico primo pioniere dell’etere in Italia Nino Postiglione, a cui è stato conferito il Premio alla memoria, ma anche perché il Direttore Artistico della prestigiosa Accademia “Italiani in Arte nel mondo” Roberto Chiavarini mi ha dato la possibilità di parlare dei 50 anni delle Radio Libere e, naturalmente, di Bonaventura Postiglione, per tutti Nino, e di tutti quei giovani, come Vasco Rossi e Peppino Impastato ma tanti altri che, con me, vissero una stagione di grande libertà di espressione», conclude Luppino. Di fatto, questo riconoscimento a Nino – solo l’ultimo a livello temporale – va a unirsi agli altri già motivo d’orgoglio per i lucani e per l’intero Mezzogiorno. La sua figura è stata portata alla ribalta negli ultimi anni soprattutto grazie alla Rea (Radio Televisioni Europee Associate) che – tramite un approfondito studio di documenti – è riuscita a dimostrare come l’istrione lucano sia effettivamente stato il primo pioniere dell’etere in Italia, con il suo fare in maniera piratesca informazione animato dalla sconfinata passione per la comunicazione accessibile a tutti e la libertà al costo di sfidare anche le leggi italiane che all’epoca volevano la Radiotelevisione di Stato come unico detentore dell’informazione, almeno fino alla storica e rivoluzionaria sentenza del 1976 della Corte Costituzionale che sancì la libertà di antenna. Anche per queste ragioni, quello celebrato a Lecce sabato è stato, quindi, solo uno degli ultimi riconoscimenti alla memoria di Nino indelebile come indelebili sono le sue gesta in nome della libertà di informazione.

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