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COLLABORATORE SENZA COMPETENZE

Segreteria politica, Ispettorato del lavoro blocca contratto: l’ira di Sileo che annuncia azioni legali

La consigliera regionale del Gruppo misto Dina Sileo, ha voluto rendere pubblico lo «stupore e lo sconcerto di quanto mi ha visto protagonista nei giorni scorsi presso l’Ispettorato provinciale del lavoro». «Come molti sapranno – ha dichiarato Sileo – presso le segreterie politiche, ciascun consigliere regionale può stipulare contratti di collaborazione per personale addetto di segreteria avente carattere “fiduciario”. Alla stipula del contratto ed in modo contestuale, lavoratore e datore di lavoro fanno richiesta all’Ispettorato del lavoro di certificazione del contratto. I cosiddetti co.co.co. sono stati, dalla riforma Renzi, limitati al fine di evitare frodi contrattuali che possano nascondere rapporti subordinati. Nelle segreterie politiche queste fattispecie contrattuali sono ancora possibili pertanto, la richiesta di certificazione bilaterale, di cui ho fatto menzione, dovrebbe attestare che il rapporto di collaborazione non nasconda un profilo di subordinazione». «Nel mio personalissimo caso, unico in tutte le legislature – ha proseguito Sileo -, il Co.co.co non è stato certificato e qui nasce lo stupore. Il lavoratore “de quo” che svolge attività part time altrove, sentito in audizione, secondo la valutazione della Commissione, ritenuto modesto nelle capacità, non può essere in grado di gestire autonomamente la propria prestazione, pertanto “aprire la posta, concordare appuntamenti e collaborare con altri addetti di segreteria nella disamina degli atti legislativi e di commissioni, in giorni non necessariamente prestabiliti né in fasce orarie prestabilite” configurerebbe lavoro subordinato». «Ferme restando tutte le azioni legali che possono intraprendersi in tali casi, voglio rendere pubblica – ha concluso la consigliera regionale del Gruppo misto, Dina Sileo – la mortificazione cui è stato sottoposto il lavoratore ritenuto inidoneo alla collaborazione autonoma per “modesto” profilo curriculare e la conseguente discriminazione pregiudiziale che si è consumata nel luogo preposto alla tutela e dignità del lavoratore».

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